martedì 16 gennaio 2018

STRADE RURALI IN PESSIME CONDIZIONI

Residenti e imprese agricole penalizzate. Nel 2017 la Regione sarda ha stanziato 20 milioni



 I Comuni hanno il compito di concorrere alla crescita ed allo sviluppo dei propri territori. La viabilità extraurbana asseminese è in pessime condizioni ed estremamente pericolosa. A pagarne le conseguenze sono i residenti che pagano imposte, tasse e tributi, ma anche le imprese agricole, già in balia di una forte crisi ampiamente indotta. In cinque anni di governo, la Giunta Puddu non ha prestato alcuna attenzione alla viabilità extraurbana ed alla rimozione degli ostacoli che frenano la crescita della città, accompagnandola in un progressivo e inesorabile declino.
La totale mancanza di una visione progettuale, di uno studio propedeutico della mobilità e sicurezza, di una strategia organica per la crescita e lo sviluppo incidono negativamente sulle prospettive di sviluppo. Tutto è lasciato ad iniziative improvvisate, scollegate e conseguentemente dannose. Assemini perde terreno, mentre anche solo ai nostri confini altri comuni crescono, seppure con fatica. Questa esperienza amministrativa è costata circa 45 milioni di euro complessivi, in parte dispersi in scelte che hanno peggiorato il livello qualitativo e quantitativo dei servizi e degli investimenti. Puddu ha governato ben il doppio della media dei sindaci che lo hanno preceduto, ma ha prodotto poco, distinguendosi per slogan ripetitivi e privi di senso compiuto.

La viabilità minore e rurale continua ad esprimere la precarietà di rendimento di una giunta e di una maggioranza ancora evidentemente staccata dalla realtà e incapace di esprimere buon governo. Segnaletica fatiscente, assenza di toponomastica e buche che diventano voragini, isolano - invece che collegare - gli agglomerati socio produttivi ai mercati. La viabilità extraurbana reclama attenzioni politiche ferme al periodo commissariale di cinque anni fa. Oltre al problema legato alla funzionalità delle strade rurali vi è anche quello della sicurezza.

Il rilancio del settore primario era un punto centrale del programma elettorale, evidentemente disatteso.