In
occasione della Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne, il
Comitato Civico “ViviAssemini” invita i cittadini nonché le forze politiche e
sociali a partecipare al raduno che si terra mercoledì 25 novembre a partire
alle ore 17:00, presso l’Anfiteatro comunale.
Alle ore
17:30 i partecipanti, organizzati in corteo, partiranno a piedi - dall’Anfiteatro
- verso la via Cagliari, passando per la via 2 Agosto fino alla via Sardegna,
per poi proseguire in Corso Europa. Giunti davanti al Bar-Pizzeria “Orion”, si
terrà un breve e sobrio “Flash Mob”. La conclusione dell’evento è prevista per
le ore 18:30.
La
violenza contro le donne è una violazione dei diritti umani. Non conosce
confini geografici, né culturali o di ricchezza. Finché continuerà, non potremo
pretendere di aver compiuto reali progressi verso la civiltà, intesa come:
uguaglianza, sviluppo e pace.
La
dichiarazione sull’eliminazione della violenza contro le donne del 1993
fornisce una definizione ampia di questa piaga: «qualunque atto di violenza
sessista che produca, o possa produrre, danni o sofferenze fisiche, sessuali o
psicologiche, ivi compresa la minaccia di tali atti, la coercizione o
privazione arbitraria della libertà, sia nella vita pubblica che nella vita
privata». L’ONU e l’Unione Europea definiscono “violenza di genere” quella che
si annida nello squilibrio relazionale tra i sessi e nel desiderio di controllo
e di possesso da parte del genere maschile sul femminile. La data del 25
Novembre come giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro
le donne, è stata scelta dall’ONU nella Risoluzione dell’Assemblea Generale n°
54/134 del 17 dicembre 1999, per ricordare le tre sorelle Mirabal, violentate
ed uccise il 25 novembre 1960 nella Repubblica Dominicana. Il fenomeno della
violenza è trasversale ed assume forme e manifestazioni diverse, provocando
danni fisici e mentali con gravissime conseguenze anche a lungo termine, con
costi umani, sociali ed economici inaccettabili. Il fenomeno si manifesta
soprattutto nell’ambito familiare e coinvolge donne di ogni estrazione sociale
e culturale. Dalla schiavizzazione in matrimoni forzati, a donne vendute per
alimentare il mercato della prostituzione, a quelle molestate sul luogo di
lavoro o mutilate nell’intimità da pratiche obsolete, alle violenze domestiche
che si manifestano in varie forme, fisica, sessuale, psicologica ed economica.
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