domenica 31 maggio 2015

Dal grillismo elettorale all’autoritarismo stonato


La partecipazione politica è, al contempo, un fenomeno antico e moderno. Certamente riconducibile già alle polis greche, seppur con tutti i limiti dipendenti dalle condizioni socioculturali di allora. È un fenomeno moderno che riguarda i mutamenti sociali, economici ed identitari rispetto alle strutture decisionali spesso incapaci di rappresentare in maniera adeguata le aspirazioni e le rivendicazioni di comunità sempre più complesse.
Si tratta di un argomento importante attorno a cui sono stati articolati pensieri ed azioni rivolte ad integrare la democrazia rappresentativa con forme di democrazia diretta. Aspetti fondamentali di libertà e giustizia, storicamente ostacolati da forme di assolutismo e di dispotismo.
La partecipazione politica si esprime con azioni e comportamenti diretti ad influenzare le decisioni prese dai detentori del potere, siano essi istituzionali o partitici. Decisioni di natura pratica, ma anche sostanziale. Uno strumento con il quale si abbatte la confusione tra becero potere ed auspicata responsabilità funzionale. Un sistema democratico necessario a sfuggire dall’arroganza dell’imposizione e dalla più grave sudditanza sociale. Partecipare non significa solo “prendere parte” ad un atto o ad un processo, ma “essere parte” di una comunità per rafforzarne la legittimità democratica.  
Gli istituti della rappresentanza politica appaiono sempre meno adeguati alle nuove esigenze decisionali della  società, i cui livelli di democrazia altro non sono che il risultato di lunghe ed articolate rivendicazioni. I nuovi processi di emancipazione, rispetto alla dinamica dei più aperti e più cognitivi bisogni sociali, necessitano di arricchire un modello di democrazia finora strutturato per una società molto più semplice di quella attuale. Ma, anche un modo per compensare le evidenti e gravi lacune di una classe dirigente nemmeno pienamente rappresentativa.
Alle ultime amministrative (2013) ad Assemini ha votato il 45,52% degli aventi diritto. In questa condizione di preoccupante assenteismo, il M5s ha vinto le elezioni al ballottaggio. Ha conseguito 2.059 voti su quasi 11 mila elettori (18,79%). Il Sindaco, invece, 6.884 preferenze con una percentuale pari al 68,21% del 45,52% dei votanti. Può questa definirsi democrazia anche solo rappresentativa?
Certamente sì. Ma ad una condizione: che i principi della partecipazione e della democrazia diretta diventino un fatto e non rimangano uno slogan elettorale. Allo stesso modo un sano e costruttivo “recall” periodico di ogni consigliere (anche di minoranza) sarebbe un passo in avanti. Chiaramente la comunità non vuole essere interessata per questioni ordinarie, ma per quelle che sono destinate a cambiare la loro vita anche in termini economici. Tra queste vi è la predisposizione del bilancio preventivo (e la trasparenza di quello consuntivo), di un progetto di crescita e sviluppo, della mobilità, della sostenibilità energetica, delle bonifiche, della sicurezza, ma anche la scelta del metodo di conferimento e raccolta dei rifiuti che rappresenta la voce di costo più alta del bilancio comunale. Perciò destinata a produrre effetti sociali anche nel lungo periodo.
Per ora le frasi ricorrenti sono state: «la palla è nostra»; «agiremo in base alla nostra agenda»; «personalizzerò il bilancio». Non ultima, relativamente al cambiamento irrispettoso del programma elettorale proprio del sistema di conferimento dei rifiuti: «… le scelte vanno prese e le prende chi amministra. Poi ovviamente si discute e in conclusione si valutano i risultati delle decisioni prese, e li si vedrà se tali decisioni erano giuste oppure no».
Insomma, pare che il Consigliere “portavoce” penta stellato voglia dire: con i miei 47 voti (ben sotto i 71 voti medi di preferenza della lista) posso asserire che decidiamo tutto noi e nessuno può giudicarci prima dei cinque anni.
W la democrazia! 

venerdì 29 maggio 2015

Area sgambamento cani: «per ora un’incompiuta»



Che fine ha fatto l’oasi per i cani di via Francia? È questa una delle tante domande che i cittadini di Assemini si pongono in relazione alle numerose promesse fatte dalla giunta penta stellata, che continua a fare della trasparenza un vacuo slogan.

I lavori iniziarono nel mese di novembre del 2013, ma il cantiere venne bloccato dall’Anas perché non era stato richiesto il necessario nullaosta. La stampa locale rese pubblico che il Comune venne persino multato di mille 600 euro per irregolarità del cantiere. A metà maggio del 2014 le opere ripresero per poi fermarsi nuovamente. L’area interessata è quella dell’ex Ecocentro, in stato di oggettivo degrado. 1.700 mq di estensione, con la promessa di ampliarlo di ulteriori 5 mila mq. Il progetto (inesistente nell’archivio e nell’elenco delle opere pubbliche in corso d'opera del Sito ufficiale del Comune) prevede la realizzazione dei sottoservizi, viali ombreggiati, arredo urbano, fontanelle d'acqua per i cani, cestini per il conferimento delle deiezioni, dispenser per le bustine necessarie alla raccolta “bisogni”, illuminazione e panchine. Un progetto utile e moderno in grado di consentire alle associazioni, se realizzato, di svolgere attività cinofile e di utilità sociale.


Il Comitato Civico ViviAssemini preoccupato  per i pericoli derivanti dallo stato di abbandono del cantiere, invita il Sindaco a spiegare cosa impedisca la continuazione dei lavori ed il completamento dell’opera. Inoltre, esprime sconcerto per la quantità di cemento impiegato rispetto allo spazio verde rimanente, a dimostrazione di una insufficiente cultura della valorizzazione ambientale. Nel frattempo, Assemini continua ad essere invasa di rifiuti e di deiezioni nei marciapiedi. Fatti che dimostrano una cattiva educazione, ma soprattutto una pessima gestione politica dell’igiene pubblica e del decoro urbano.

venerdì 22 maggio 2015

Ancora bilancio in ritardo ed il conto lo pagano i cittadini



Rileviamo, per l’ennesima volta, che l’Amministrazione comunale di Assemini a guida pentastellata si appresta ad approvare il bilancio preventivo in forte ritardo. In linea con la politica dei rinvii del Governo e senza coinvolgere i cittadini e le loro organizzazioni sociali. Un ulteriore ritardo che vincola la spesa con pesanti ripercussioni sui cittadini sempre più poveri e creditori. Intatti, invece, gli stipendi erogati al Sindaco, agli Assessore ed alla Presidente del Consiglio comunale.



Il bilancio preventivo di un Comune non è solo un documento contabile, ma lo strumento per realizzare un progetto di governo. Esso esprime lo spirito, la volontà e la capacità di rispondere al miglioramento della vivibilità, sicurezza, sviluppo e crescita socioeconomica. L’attuale maggioranza rappresenta un quinto dei cittadini, dunque ha il dovere politico di coinvolgere gli asseminesi nelle scelte dirette ad influenzare la loro vita, mettendo a loro disposizione gli strumenti di programmazione. Bisogna attuare il “bilancio partecipativo” per consentire ai cittadini di scegliere, condividendo metodi ed obiettivi, riguardanti le politiche sociali come quelle sugli investimenti strutturali; lo sviluppo urbanistico, della mobilità, cultura, sport, ambiente e crescita economica. Una grande opportunità per una Giunta, in balia delle onde e senza un progetto strategico. 

Oltre che partecipato, il bilancio, deve essere trasparente. Non basta rendere pubblico il consuntivo, occorre che sia chiaro a tutti. Bisogna scomporre le voci che, così come appaiono, non dicono nulla. Occorre entrare nel merito di tutte le componenti di spesa. Il cittadino deve sapere dove finiscono i soldi che mette a disposizione con i propri sacrifici. Chi governa deve garantire la tracciabilità delle risorse e delle spese per dimostrare che esiste un controllo dei costi, delle entrate e dello stato di avanzamento degli investimenti.


Mancanze molto gravi che dimostrano la totale subalternità al sistema che dicono di voler combattere. Inoltre, esprimono mancanza di serietà e di coerenza rispetto agli impegni elettorali, incentrati nella trasparenza e democrazia inclusiva. 

martedì 19 maggio 2015

Bisogna creare ricchezza, dando un’anima alla Città

Fonte Canalis - Assemini (CA)
Se ad Assisi, Faenza o Viterbo avessero ragionato come gli attuali amministratori asseminesi, oggi nessuno potrebbe conoscere ed apprezzare un così vasto patrimonio culturale. La cultura è anche economia e questa è sostenibile se incentrata sulla conoscenza e sulle funzioni sociali e civili del mercato.
Ad Assemini cresce la povertà. Il degrado cancella i contorni di una città sempre più periferica. L’anonimato imperversa, annientando ogni traccia di quel passato che dovrebbe guidarci per mitigare il presente e condizionare i futuro. I bisogni dei cittadini sono elusi dagli effetti dell’autoreferenzialità diffusa. Assemini non può essere ridotta ad un prodotto qualsiasi del “supermercato globale”, ma deve tracciare un percorso strategico ancorato alla sua identità affinché diventi protagonista di un cambiamento rispettoso delle logiche di sistema.
Chi è chiamato dagli elettori ad amministrare la cosa pubblica deve agire con una visione definita ed inclusiva, tale da non esporci passivamente anche ai venti più deboli. Deve distinguere l’ordinaria amministrazione da quella straordinaria. Solo così potrà superare il becero populismo e rifiutare la standardizzazione che vuole tutti uguali e destinatari  passivi di un modello centralista malsano ed improduttivo che ha portato i sardi alla rovina. La Sardegna ha bisogno di crescere in maniera armonica, tranciando quel cordone ombelicale che ci mantiene in vita senza possibilità di maturare. In gioco non vi è la carriera di singoli politici o l’affermazione di simboli partitici, ma il futuro di un popolo.  
Ogni città è parte del sistema Sardegna, a sua volta collocato in più ampi scenari istituzionali. In tale ambito deve contribuire alla crescita ed allo sviluppo. Ha il dovere politico di mettere in campo azioni virtuose ed innovative a tutela della dignità individuale e sociale. Deve creare le condizioni affinché si superino i ritardi strutturali e si sviluppino sempre nuove e crescenti opportunità. Il percorso è complesso ed occorre uscire subito dalla cultura catastrofica dell’attendismo e del dipendentismo. Non esistono “mani invisibili” che sistemano tutto, né primi ministri che possono occuparsi del particolare. Esiste l’esigenza di attuare politiche attive legate alle potenzialità territoriali e di un’autonomia che deve crescere. Alcuni comuni sardi lo fanno, creando ogni giorno nuove occasioni e bellezza da divulgare con sano orgoglio.
Esiste una sola strada da percorrere: uscire dal desolante isolamento, rimboccarsi le maniche e fare sistema, partendo dalle risorse disponibili per caratterizzare la città. La vita non è un Social Network dove basta un clic per cancellare ciò che non ci piace. Oltre lo schermo, fuori, nelle strade, nelle scuole, nelle case ed in ogni attività economica non esistono tasti liberatori. Ci vogliono analisi, apertura mentale, pianificazioni, strategie, fatti. Assemini deve riscoprire e puntare sulla sua identità facendo di questo fattore un volano per uno sviluppo territoriale. Non c’è più tempo da perdere: occorre bloccare lo sperpero di denaro pubblico per incentivare e sostenere la ricerca e la catalogazione della nostra storia. Per valorizzare pienamente le risorse naturali e culturali presenti e nascoste, compresa la nostra lingua. Insegnare e divulgare ogni potenzialità per passare dal sentimento alla coscienza della nostra sardità elevandola a rango di fattore della produzione al pari della terra, del capitale, del lavoro e della conoscenza. Dobbiamo uscire da questo stato di ibernazione ed attivarci con azioni logiche che facciano conoscere il nostro territorio per stimolare nuove e vincenti iniziative economiche.  

Occorre interagire con le famiglie e con le scuole. Con loro bisogna trovare un metodo condiviso per formare individui responsabilmente liberi in grado di sapere chi sono stati per poi scegliere chi e cosa essere. 

giovedì 14 maggio 2015

Appello a Legambiente: «aiutateci a fermare il nuovo appalto dei rifiuti»

Esempio umbro del modello Puddu


La Giunta penta stellata asseminese ha deciso di abbandonare il metodo di ritiro dei rifiuti “porta a porta” per appaltare un nuovo sistema di conferimento: una rivisitazione in chiave moderna dei vecchi “cassonetti”, applicando la tariffazione “puntuale”. Una scelta imposta dal Sindaco e con troppe incertezze sugli effetti nei confronti dei cittadini, imprese, lavoratori e ambiente. Chiediamo che la maggioranza blocchi questa scelta che in altri comuni ha creato danni e che ci è già costata 50 mila euro di consulenza.

Il Comitato Civico “ViviAssemini” continua a rilevare, tra i cittadini, un secco No al nuovo metodo di conferimento e raccolta che l’Amministrazione comunale sta varando. Ad oggi il Sindaco non è stato in grado di produrre alcuna prova sul risparmio promesso per famiglie e imprese. Allo stesso modo non è dato sapere se la tariffa verrà calcolata sul peso o sulle unità conferite e nemmeno quale impatto produrrà sull’occupazione e sul decoro. Insomma, si va per tentativi e per ipotesi che rischiano di vanificare il buon lavoro fatto in tutti questi anni. Lavoro che potrebbe essere migliorato applicando sistemi innovativi che hanno già dimostrato concreta utilità.  Anche in passato era stato promesso un considerevole risparmio. La realtà è che Assemini è l’unica città sarda in cui, la bolletta, è persino più che raddoppiata. L’appalto di igiene urbana rappresenta il costo più alto del bilancio comunale. È molto grave che il Sindaco abbia consentito che un atto di tale portata amministrativa e destinato a durare nove anni, sia stato avviato senza chiedere il parere preventivo dei cittadini e senza tenere conto delle condizioni socio ambientali. È altresì grave che tale scelta sia in netto contrasto con le promesse elettorali e con le posizioni del Movimento 5 stelle nazionale di cui lo stesso Sindaco è convinta espressione.

Ci appelliamo ai Consiglieri della maggioranza affinché ascoltino i cittadini e si facciano portavoce delle loro istanze in base al principio democratico della “rappresentanza”. Inoltre, affinché rispettino le linee guida del Movimento 5 Stelle nazionale che condanna apertamente il sistema della “tariffazione puntuale” legata ai cassonetti, interrati o meno. Lo stesso appello lo lanciamo alla principale associazione ambientalista locale, Legambiente, affinché prenda posizione sulla necessita di interrompere questo percorso per ripristinare e migliorare il più valido sistema “porta porta” come da loro stessi più volte sostenuto a livello nazionale.  

lunedì 11 maggio 2015

Cancellare Assemini? No, grazie! Nemmeno tra un lustro




La Sardegna ha bisogno di sviluppo territoriale


La proposta avanzata dal rappresentante di Sel in Commissione Riforme del Consiglio regionale della Sardegna, secondo cui i comuni dell’hinterland dovrebbero essere sciolti per creare un unico Comune di oltre 400 mila abitanti, deve essere respinta dagli amministratori locali.

Assemini non può e non deve essere cannibalizzata da Cagliari nell’ottica di un rinnovato, dannoso ed anonimo centralismo. La Sardegna necessita di riscoprire e valorizzare i propri territori e le proprie specificità. Non ha bisogno di nuove periferie prigioniere di ridondanti forme di statalismo, utili solo a facilitare carriere e mantenere benefici politici. L’idea di istituire l’Area Metropolitana necessita di approfondimenti e studi ben più articolati al fine di evitare ulteriori danni, ma certamente non potrà essere lo strumento per azzerare i comuni, i loro strumenti programmatori ed attuativi. Da anni si continuano a tagliare e ridimensionare le autonomie per creare nuovi e più forti centri di potere, assottigliando le già precarie condizioni di trasparenza, rappresentanza e partecipazione.

Una cosa è la gestione in comune di servizi e la promozione di progettualità condivisibili, altra cosa è l’azzeramento dell’auspicabile sistema territoriale. Unica possibilità concreta al vero rilancio socioeconomico.

martedì 5 maggio 2015

Caos rifiuti, il Comitato scrive al Prefetto










Questa mattina il Comitato ha scritto al Prefetto di Cagliari affinché intervenga sullo stato di degrado asseminese.


Il testo della lettera:





A: Sua Eccellenza il Prefetto
     Sede di Piazza Palazzo, 2 - 09124 CAGLIARI
     

                                          
Oggetto: Rischio igienico sanitario ad Assemini (CA). Richiesta di intervento.

Eccellenza,
             ci permettiamo di interessare la Vostra funzione in relazione all’insostenibile stato di degrado in cui versa la Città di Assemini. Alle già precarie condizioni della viabilità che mettono ripetutamente a rischio la sicurezza delle persone, si aggiunge il rischio per l’ordine e la salute pubblica a causa del crescente aumento di cumuli d’immondizia nel centro urbano e nella periferia.

Oramai da qualche settimana la Città è invasa da rifiuti di ogni genere che stazionano senza trovare utili e doverose contromisure amministrative, necessarie ad impedire una emergenza sanitaria. Un fatto che riteniamo grave per le possibili conseguenze sull’igiene pubblica. Una situazione di deterioramento che umilia i cittadini e che impedisce alle aziende alimentari di assicurare la corretta applicazione dell’autocontrollo sanitario.

Nel ringraziare per la Vostra attenzione e fiduciosi del Vostro noto interessamento ai diritti dei cittadini, porgiamo i più cordiali saluti.

                                               Con osservanza,
                                       Comitato Civico “ViviAssemini”