venerdì 31 ottobre 2014

Nuove tasse, famiglie e imprese in ginocchio


Assemini (CA) – Le condizioni socioeconomiche di Assemini sono drammatiche. Al bisogno urgente di politiche per la crescita e lo sviluppo, la maggioranza grillina risponde - per l’ennesima volta - con un pesante e indiscriminato aumento delle tasse alle famiglie più deboli e alle imprese in crisi.

L’attuale maggioranza, in ottemperanza alle disposizione di legge, ha deliberato la tassazione dei Rifiuti solidi urbani (TARI) a totale carico dei cittadini, rifiutandosi però di applicare le previste, dovute e necessarie agevolazione ed esenzioni. La reiterata proroga dell’appalto della raccolta differenziata ha impedito di risparmiare dagli oltre 4 milioni e 200 mila euro annui spesi. Servizio che prevede, tra l’altro, che i premi della differenziazione dei rifiuti non vadano a ridurre le bollette, ma ad incrementare per contratto i ricavi dell’azienda appaltatrice. Inoltre, l’abolizione indiscriminata della TASI decisa frettolosamente dalla giunta ha favorito indirettamente le grandi ricchezze caricando tale mancata entrata sulle fasce più deboli in sede di applicazione della TARI. Aumenti esorbitanti che raggiungono medie del 30% e picchi del 44% per le utenze domestiche. Aumenti medi del 50% e picchi del 300% per le attività commerciali.

Esprimiamo la nostra preoccupazione e quella dei tanti cittadini che ci hanno contattato per gli effetti dannosi che questa manovra produrrà alle famiglie, agli operatori economici e alla stabilità delle imprese. Inoltre, per la totale mancanza di politiche attive in grado di azzerare gli sprechi, recuperare risorse dai fondi europei, capaci di combattere la crisi e rilanciare l’economia. I tagli attuati dal Governo e dalla Regione sono una realtà già consolidata e destinata a durare negli anni. 

lunedì 27 ottobre 2014

Violenza, serve punto di accoglienza per le donne



Assemini – Il 25 novembre ricorre la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 1999 per ricordare tutte le donne vittime di violenza. L’Amministrazione comunale di Assemini, immediatamente dopo il suo insediamento, esordì con una serie di importanti manifestazioni e dibattiti. Iniziative di assoluta rilevanza che necessitano, a distanza di in un anno e mezzo e viste le ingenti spese sostenute, di doverose azioni conseguenti.

Uscire dalla violenza sarebbe più semplice se tutte le donne maturassero la necessità e il bisogno di marciare consapevolmente unite. Se alle donne si unissero anche gli uomini, sarebbe una bella realtà. È necessario tenere accesi i fari sulla violenza di genere e aiutare le donne vittime di soprusi e brutalità. La violenza sulle donne è un fatto culturale che non deve essere vissuto in solitudine, non deve restare silenzioso, perché riguarda tutta la società. Stupro, violenza domestica,  stalking, sono tutte sfumature di un unico fenomeno, il “femminicidio” che rappresenta  la  distruzione fisica, psichica, economica e istituzionale della donna, solo perché è donna. Più di cento Paesi sono ancora privi di una legislazione specifica contro la violenza domestica e più del 70 % delle donne nel mondo sono state vittime nel corso della loro vita di violenza fisica o sessuale. La violenza, influendo negativamente sui risultati scolastici delle donne, sulle loro capacità di successo lavorativo e sulla loro vita pubblica, allontana progressivamente le società dal conseguimento dell’obiettivo dell’uguaglianza di genere.


È necessario che chi ha ruoli di governo, ad ogni livello, si renda promotore di azioni concrete che vadano oltre la pur importante, lodevole e necessaria denuncia e sensibilizzazione. Per tale motivo, ViviAssemini invita l’Amministrazione comunale ad attivarsi per creare un punto di accoglienza in grado di fornire consulenza psicologica e legale alle donne vittime di violenza e, in casi di emergenza, consentire protezione ospitando le donne ed eventuali figli in appositi alloggi definiti preventivamente dai Servizi Sociali. Sarebbe qualificante se entro il prossimo 25 novembre Assemini avesse già un progetto avviato per metterla al passo con altre Città attive anche su questo importante fronte.

domenica 26 ottobre 2014

Mostra fotografica



Non mancate a questo importante appuntamento.
Presso l’ex Municipio di Piazza Martiri, in Assemini, è in corso la mostra fotografica intitolata “Contro le Regole” dell’omofobia nello sport.

Si tratta di un appuntamento di assoluta rilevanza che contribuisce concretamente ad aprire una finestra verso un modello di civiltà improntato sul rispetto della dignità e delle libertà personali. La mostra esprime interessanti testimonianze utili per approfondire la conoscenza e dire con coraggio e convinzione: No ad ogni forma di pregiudizio e di discriminazione sessuale, anche nello sport.
La mostra è organizzata dall’Unione Italiana Sport per Tutti (UISP) ed è aperta al pubblico tutti i giorni fino al 31 ottobre 2014, dal lunedì al venerdì, dalle ore 16:30 alle 20:30. Sabato e domenica, invece, dalle 10:30 alle 12:30.

venerdì 24 ottobre 2014

Primo soccorso nelle scuole per crescere sicuri



Assemini (CA) – Sono sempre più numerosi i comuni che investono nella sicurezza dei propri cittadini partendo anche dalla formazione delle nuove generazioni. La scuola può diventare il centro di promozione e di completamento costruttivo della cultura della prevenzione e sicurezza. ViviAssemini invita l’Amministrazione comunale ad assumere un ruolo attivo per promuovere anche ad  Assemini appropriati e funzionali corsi strutturali di formazione rivolti agli alunni della scuola primaria.

Lo scopo della nostra proposta è quello di voler consegnare alla città ragazzi formati nelle manovre principali di primo soccorso, ma anche per formare nuove generazione ad essere cittadini più altruisti, disponibili e soprattutto preparati ad aiutare il prossimo in caso di difficoltà. Anche le associazioni di volontariato locali avrebbero tanto da trasmettere e insegnare. E’ necessario ricostruire i legami sociali, la collaborazione tra persone, riscoprire i valori fondanti di una società che deve evolvere secondo un modello razionale, produttivo e di buonsenso, affinché la collaborazione diventi stile di vita.


Formare, partendo dai più piccoli e non solo in questo campo, servirebbe ad assicurare un futuro di maggiore sicurezza in grado di diffonderla anche nell’ambito delle mura domestiche. La scuola sarebbe, a nostro avviso, l’istituzione sociale più adeguata. La scuola come fucina di promozione umana oltre che culturale.

I cittadini hanno il dovere e il diritto di occuparsi della propria Città


lunedì 20 ottobre 2014

Le speranze del cambiamento affogate nella birra. Cin Cin!



L’Amministrazione comunale di Assemini (CA) ha deciso di impegnarsi per valorizzare la via Cagliari. Una scelta politica importante visto che tale strada, nel passato amministrativo, è sempre stata esclusa da ogni manifestazione pubblica qualificante. La via Cagliari è stata commercialmente importante, oggi tangibile espressione della crisi che dilaga. È stata la fortuna di molte imprese in un periodo in cui il benessere sembrava perdonare tutto. Dopo il prevedibile flop dell’iniziativa pubblica del 20 settembre scorso, in concomitanza della “Settimana europea della mobilità sostenibile”, la Giunta pentastellata ci riprova con la “Festa della birra”. Non si tratta certo di una iniziativa identitaria, culturale e nemmeno educativa, ma indiscutibilmente gradita al grande pubblico. Il punto è sempre lo stesso: quale è lo scopo?
Se l’obiettivo di una iniziativa pubblica è investire per rivitalizzare le piccole attività imprenditoriali facendo star bene i cittadini, l’organizzazione non potrà che mirare alla creazione di animazione, fiducia, utile d’impresa e benessere del lavoratore. Se poi le iniziative dovessero continuare in maniera sistemica e integrata, ne beneficerebbe l’impellente bisogno di “consolidamento” di una parte importante della “base economica” locale.  A tal proposito, ViviAssemini ha già proposto l’istituzione della “Consulta delle associazioni” in cui tutte le istituzioni sociali possano ritrovarsi anche per elaborare un programma di iniziative di breve, medio e lungo termine finalizzate a superare il modello “del costo” fine a se stesso con quello “dell’investimento” per raggiungere obiettivi chiari, qualificanti, sistemici e produttivi di utilità. Questo perché ogni iniziativa ha un costo che pagano i contribuenti e, fino ad oggi, è stata spesa una marea di denaro senza comprensibili risultati in termini di gradimento e produttività della spesa pubblica. Questo in una realtà sociale caratterizzata da insicurezza, crescente invivibilità, altissimo tasso di inquinamento, basso livello di scolarizzazione, oltre 7 mila disoccupati, più di 600 famiglie in stato di grave povertà, un numero crescente di sfrattati per morosità incolpevole destinati ad allungare la fila dei bisognosi alla Caritas e all’ufficio delle politiche sociali.  
Chi ha studiato discipline sull’organizzazione oppure ha operato in grandi strutture organizzate sa bene che occorre operare “per priorità” e che vi sono elementi essenziali che non possono essere trascurati ed elementi accessori utili per migliorare il risultato sperato. Anche i politici devono avere un ritorno d’immagine, ma indiretto. Se fosse diretto, si perderebbero di vista le priorità e l’obiettivo principale con prevedibili rischi di cattiva e improduttiva riuscita di ogni iniziativa. Allo stesso modo, non si può prescindere dall’individuazione del pubblico a cui una manifestazione è diretta per poi adoperarsi con efficacia attraverso azioni di promozione e di marketing. L’economia non è una scienza esatta, quindi più sono le variabili considerate, maggiore sarà la possibilità di raggiungere l’obiettivo prefissato.
Nella fattispecie concreta, dopo aver cancellato le manifestazioni di natura folkloristico-identitarie, l’Amministrazione comunale ipotizza di puntare sul coinvolgimento dei “birrai” provenienti da fuori. Sarebbero questi i protagonisti della “Festa della birra” con il loro prodotto da vendere in strada senza pagare tasse. Migliaia di persone saranno attratte dall’evento e potranno liberamente bere confrontando vari sapori. Quale sarà il ruolo degli esercenti locali? Potrebbero “contare fino a dieci” e mettersi d’accordo con i “birrai”, ma non si conoscono. Potrebbero offrire la logistica: bagni ed energia elettrica. Potrebbero raccogliere l’immondizia dalla strada sino a notte fonda per far fare bella figura agli artigiani birrai. Potrebbero adoperarsi durante la manifestazione per impedire la fuoriuscita dei miasmi fognari. Ma tutto ciò, ci allontanerebbe dall’obiettivo principale perché gli unici a guadagnare comodamente sarebbero i “birrai”, provenienti da fuori. Manca anche il “Piano b”. Se dovesse piovere cosa succederebbe alle migliaia di persone accorse nella Città ancora ad alto rischio allagamenti in un periodo di altalenanti “allarmi meteo”?
Noi non volgiamo fare alcuna polemica e non vogliamo contrapporci in maniera sterile a tale iniziativa (tutti abbiamo cose più importanti da fare), però non si faccia passare come utile alla valorizzazione della via Cagliari e delle attività economiche ivi localizzate una festa che serve solo all’immagine della Giunta.

Rispetto alla festa della birra, guardiamo con maggiore interesse a quella della vendemmia, ad esempio. Perché riteniamo che Assemini debba darsi un’anima, puntando sulla propria identità che consideriamo un “fattore della produzione” al pari della conoscenza, della terra, del capitale e del lavoro. Ed è proprio dalla combinazione di questi fattori che si crea ricchezza. Bisogna definire un modello di sviluppo “endogeno”, un progetto di città e agire per la sua attuazione. La festa della vendemmia (sempre come esempio) necessita di una logistica più semplice e può trasmettere alle nuove generazioni un momento culturale ed educativo. Può svolgersi come vetrina dell’artigianato, dell’arte, della cultura, della musica, delle tradizioni popolari e delle produzioni locali. Può valorizzare le conoscenze e la funzione degli anziani facendoli uscire dall’isolamento indotto. Insomma, vediamo nella “Festa della vendemmia” un momento di unione generazionale; di creazione di un necessario spirito di comunità. Forse la “Festa della vendemmia” attirerebbe meno visitatori della “Festa della birra”, ma lascerebbe i soldi ad Assemini rispettando i principi della spesa pubblica, le promesse della Giunta e le attese degli operatori. Perplessità e proposte che sono state espresse pubblicamente all’assessore. Ossia da coloro che attendono ancora una bozza di programma da cui poter capire il proprio ruolo, mentre sulla rete gira la locandina di un evento già definito anche nei dettagli.    

venerdì 17 ottobre 2014

Uniti nel dolore di Fausto e famiglia



Il Comitato Civico ViviAssemini si unisce al dolore di Fausto, Silvano, Alessandro e rispettive famiglie per l’improvvisa scomparsa di Peppino Lai.

Tutte le attività del Comitato sono sospese

martedì 14 ottobre 2014

Nuovo responsabile cittadino del Psd'Az




Gianluca Spada, in rappresentanza del Comitato Civico ViviAssemini, esprime un cordiale e sincero augurio di buon lavoro a Giorgio Lecca, neo responsabile cittadino del Partito Sardo d’Azione.

lunedì 13 ottobre 2014

Esce il primo volantino






E’ iniziata la distribuzione del primo volantino. 
Uno strumento del passato, sempre utile per proporre e informare chi non naviga su internet. 

domenica 12 ottobre 2014

Subito il Piano di Protezione Civile



Assemini – La breve pioggia dei giorni scorsi ha causato nuovamente gravi disagi. Accanto all’esigenza di garantire l’opportuna manutenzione dei canali e delle griglie di deflusso delle acque piovane in anticipo rispetto alle note condizioni meteoriche autunnali, è necessario mantenere la rinnovata promessa di avviare con la massima urgenza i lavori di canalizzazione delle acque oltre la linea ferroviaria. Manca, però, un altro aspetto ampiamente sottovalutato anche dalla giunta in carica: il Piano di Protezione Civile.

Il Comitato Civico ViviAssemini invita l’Amministrazione comunale ad adoperarsi per l’attuazione di un Piano di Protezione Civile funzionale alla specificità territoriale. Un Piano che venga portato alla conoscenza dei cittadini per garantire l’incolumità delle persone e degli animali.  


I problemi della sicurezza non possono essere ulteriormente sottovalutati e trascurati. I cittadini non devono continuare a vivere nella paura e di sole promesse. 

sabato 11 ottobre 2014

Nuovo Segretario cittadino del Pd

Gianluca Spada, Portavoce ViviAssemini


In rappresentanza del Comitato Civico ViviAssemini, esprimo le più sincere congratulazioni e gli auguri di buon lavoro al neo Segretario del Partito Democratico, Marco Sarigu.

mercoledì 8 ottobre 2014

Il Comune recuperi la Fonte Canalis



La “Fonte Canalis” è in stato di totale abbandono. L’attuale maggioranza Cinque stelle, in campagna elettorale, promise il recupero e la valorizzazione del sito di interesse storico culturale, ma a distanza di sedici mesi rimane solo degrado e incuria.

I cittadini hanno più volte espresso sconcerto per le condizioni del sito e chiesto di renderlo presentabile. Si adoperarono anche in una raccolta firme che consegnarono all’amministrazione comunale guidata da Mereu. Lo stesso Movimento Cinque stelle - in campagna elettorale - fece la promessa di abbellire il sito. Il primo giorno di aprile di quest’anno intervenne pubblicamente anche il segretario locale di Legambiente, Alberto Nioi. Lo stesso Nioi, ex assessore all’ambiente della giunta Casula e, come emerso dalla stampa, attuale presidente del Gruppo di coordinamento del M5s asseminese, espresse fiducia «sull’imminenza dei lavori di demolizione della struttura e valorizzazione della fonte». Da allora, nonostante gli appelli e gli stimoli, agli occhi dei cittadini nulla è cambiato. Ci risulta, però, che gli uffici comunali abbiano elaborato già da tempo il progetto: demolizione del vecchio chiosco; costruzione di un nuovo edificio in legno e metallo; copertura delle cisterne in cristallo; illuminazione; cartellonistica esplicativa ed altro ancora.

Il Comitato Civico ViviAssemini invita l’amministrazione comunale ad attivarsi per l’attuazione del progetto fermo da mesi, oppure per spiegare - in un’assemblea di quartiere - le ragioni che impediscono l’avvio dell’opera. Sarebbe una soddisfazione se per il prossimo appuntamento di “Monumenti Aperti” l’opera avesse già preso il via. I cittadini scoprirebbero che agli annunci ed alle promesse seguono anche i fatti.    

lunedì 6 ottobre 2014

Cresce la povertà, il Puc non risolverà nulla. La strada è il “Sistema Sardegna”



Il Puc, anche se utile e necessario, non rappresenta automaticamente la soluzione alla crisi socioeconomica locale. È necessario che il Comune elabori una strategia di sviluppo e crescita per concorrere a consolidare la base economica, per creare nuove opportunità lavorative e superare i profondi ritardi infrastrutturali. In quindici mesi non si può rivoluzionare una città, ma bisogna pur iniziare prima che scada il mandato.

Rileviamo come per l’attuale amministrazione comunale asseminese, la pianificazione urbanistica, sia intesa come elemento cruciale - se non unico - delle politiche per la crescita e per lo sviluppo sociale ed economico. Un Puc non produce effetti automatici nei contesti di crescita, ancora meno in una fase di profonda e preoccupante recessione. La crisi è destinata a durare e anche i Comuni devono assumere un ruolo attivo per contrastarla. Da un lato occorre concorrere al consolidamento ed al miglioramento della funzionalità delle imprese esistenti, dall’altro creare nuove opportunità di investimento per favorire nuovi stipendi. I Comuni devono diventare un sistema, non un sub-sistema. La valorizzazione dell’impresa territoriale deve guardare ai mercati con coraggio sostenuto. Occorre valorizzare una forma di mercato che sia sociale e civile e completarla con l’attinenza territoriale. Occorre investire nella definizione di una relazione diretta tra ambiente e società; con le micro/piccole imprese locali e vedere negli abitanti dei detentori di conoscenze. Il Comune deve assumere un ruolo chiave attraverso la buona amministrazione, l’animazione economica attraverso attori locali, la ricerca di partners non istituzionali, la stimolazione di strategie locali, la connessione con gli indirizzi della collettività. Insomma, deve essere espressione del sistema produttivo locale. Come asserito più volte dal M5s al governo cittadino, durante la campagna elettorale, Assemini gode di una localizzazione favorevole; di un patrimonio ambientale, identitario e culturale di primario livello. Occorre passare ai fatti, uscire dall’isolamento e sentirsi culturalmente parte di uno stesso “Sistema Sardegna” per collaborare con spirito propositivo alla definizione ed alla conseguente attuazione di politiche integrate per superare i ritardi infrastrutturali che scoraggiano lo sviluppo produttivo ed ecosostenibile della nostra Isola. La Regione sarda non deve essere vista come un nemico, ma come un interlocutore. Gli altri comuni non devono essere considerati concorrenti, ma alleati. Assemini rappresenta una delle prime dieci città sarde ed occorre che il pensiero e l’azione propositiva emerga nelle sedi a tal scopo preposte. Bisogna investire e per farlo bisogna reperire fondi dove ci sono, ossia in Europa. Impiegare per ogni cosa fondi derivanti dall’aumento della tassazione comunale non è la strada da percorrere. L’organizzazione e l’avvio di un “Ufficio europeo”, finalizzato a monitorare le opportunità e trasformarle in progetti, è una priorità. Le fasce sociali deboli vanno tutelate con un processo di adeguamento della macchina amministrativa alle opportunità offerte anche dalla Regione e dal Governo.


Occorrono politiche sociali innovative capaci di assicurare il rispetto della dignità umana ed in grado di far fronte alle possibili emergenze del futuro. Questo deve avvenire con progetti strutturali, superando elargizioni una tantum troppo spesso slegate dalle opportune verifiche e dalle conseguenti prestazioni di lavoro o di servizio. Ciò che viviamo, altro non è che il risultato di azioni sbagliate o peggio di omissioni politiche. 

venerdì 3 ottobre 2014

Con i “grillini”, per ora, non ci abbiamo guadagnato



Sporcizia dappertutto, nella periferia, nei marciapiedi, nelle strade gravemente sconnesse e negli spazi verdi. Giardini pubblici in balia dell’incuria e del vandalismo. Blatte e topi che infestano le strade oramai rese deserte da una crisi in gran parte subita, mentre chi amministra appare distratto. Una puzza insopportabile che fuoriesce dalle griglie di raccolta delle acque piovane che si mischiano con quelle nere. Drammi sociali che crescono senza trovare risposte adeguate. È questa la triste immagine di una Città incompiuta, che è stata ricca e che ora è tra le più inquinate d’Italia e ad altissimo rischio idrogeologico, privata di un futuro: Assemini in provincia di Cagliari. Una Città di 27 mila abitanti a cui il M5s aveva promesso rinnovamento, ma anche cambiamento e sviluppo.

I cittadini sono sempre più indignati, stufi di ripetere sempre le stesse cose senza che nulla cambi. Del resto sono trascorsi già quindi mesi. Nell’ultimo periodo si è registrato un netto peggioramento che si contrappone, paradossalmente, all’aumento delle imposte e delle tasse comunali. Manca un progetto di Città, una strategia di sviluppo, una coscienza amministrativa che contamini positivamente anche quella civica ed imprenditoriale. L’attuale giunta pentastellata, unica in Sardegna, è stata protagonista del rinnovamento, liquidando alle ultime elezioni amministrative i due poli principali. Giunta che però non ha ancora iniziato il processo di cambiamento promesso. Mancano azioni strutturali di prevenzione, gestione, controllo e di educazione ambientale nonché di valorizzazione e rispetto del patrimonio pubblico. Mancano idee chiare di come innovare la Città e consolidare la base socioeconomica. Manca il confronto con i cittadini. Insomma, manca la Politica. Assemini è una delle prime dieci città della Sardegna, ma vive un evidente ritardo rispetto ad altre realtà urbane anche della stessa Isola. La qualità dei servizi decresce. La colpa sembra essere sempre degli altri, ma chi amministra ha il dovere di intervenire con politiche fattive e di qualità. Nulla più di quanto avviene in altri luoghi, dove la confusa propaganda è superata da azioni concrete e lungimiranti. Quindici mesi di governo municipale e nessun miglioramento, nessuna innovazione. Violato anche il patto elettorale con i cittadini: nessun coinvolgimento nelle scelte; nessun atto di trasparenza in più rispetto al passato; nessun bilancio partecipato; nessuna rendicontazione dell’operato dei “portavoce”; nessun taglio dei privilegi e delle consulenze se non come previsto dalla legge. Una Giunta ferma, immobile, chiusa e spaccata perché ancorata ad una cultura prevalentemente qualunquista in perenne opposizione. Concentrata nell’organizzazione di festicciole costose e disarticolate, incapaci di coinvolgere persino i residenti. Apparentemente organizzate per garantire l’immagine degli amministratori, piuttosto che per il benessere della Città. Oltre settemila disoccupati e più di seicento famiglie in stato di grave povertà attendono una svolta che non arriva. I drammi ereditati dal passato continuano a moltiplicarsi. Le politiche sociali sono ridotte a strumento di frettolosa ed infruttuosa liquidazione dei problemi, lasciando macchie indelebili di profonda incultura amministrativa. Questo in una realtà territoriale a dodici km dal Capoluogo, con un patrimonio lagunare, montano ed identitario che farebbe invidia a chiunque. Una fabbrica naturale di biodiversità in grado di produrre crescita e benessere, mai valorizzata. Quasi duecento sfrattati che non trovano nell’Amministrazione alcuna reazione. Aziende che chiudono, alimentando altra disoccupazione e precariato. Milioni di euro di fondi comunitari disponibili, ma nemmeno l’ombra di un ufficio che operi per il disbrigo delle pratiche. Dieci minuti di pioggia autunnale e la città si allaga, riaccendendo la paura di una nuova e drammatica alluvione. Una Città che i grillini avrebbero dovuto proiettare nel futuro, che rifiuta le tradizioni e che si chiude nelle mura virtuali di una pericolosa cultura feudale che non fa sistema e che non contribuisce alla crescita della Sardegna. Un’amministrazione che vive un infinito spot.   


Chi amministra deve evitare ulteriori umiliazioni ad una Città che merita ben altro. Noi non facciamo politica arrivista, seppure legittima, ma doveroso ed esclusivo protagonismo civico. Nella qualità di cittadini paghiamo le imposte e le tasse dovute, comprese le indennità di chi amministra. Non abbiamo preferenze partitiche e ciò ci garantisce la libertà di giudicare, proporre e pretendere il rispetto dei ruoli e dei patti. Una cosa è certa, con i “grillini”, per ora, non ci abbiamo guadagnato. 

giovedì 2 ottobre 2014

Un euro per la dignità

E’ necessario cambiare marcia. I problemi esistono, sono gravi e probabilmente destinati a crescere. I Comuni sono certamente i destinatari finali di azioni centraliste infruttuose. E’ necessario agire cambiando metodo. Bisogna superare la frettolosa liquidazione dei problemi, destinati poi a riemergere in tutta la loro drammaticità. Bisogna ritornare alla Politica, alla definizione ed all’attuazione di progetti possibili e strutturali. Il buon cuore della gente non basta, i Comuni devono essere parte attiva nella gestione e nella risoluzione dei problemi. Ringraziamo il nostro Portavoce Gianluca Spada, ma anche Antonella, Luciano, Claudia, Nicola e tutti coloro che hanno partecipato