domenica 31 dicembre 2017

AREA CANI DEGRADATA: OFFESI DAL SINDACO

Puddu fallisce e si prepara alla fuga alla disperata ricerca di poltrone più comode a spese dei cittadini











A nome del Comitato Civico “ViviAssemini” e dell’Associazione “La Tana dei Lupi” esprimo tutto il mio rammarico per l’evidente e reiterata superficialità e inconcludenza del Sindaco di Assemini anche rispetto alla condizione di degrado dell’area cani di via Carife. Stessa cosa per le promesse mai mantenute di completare l’Oasi di viale Francia, come quelle di adoperarsi per l’individuazione di nuove zone sgambamento di quartiere. Cinque anni di dannose ragazzate in salsa rossa a spese di cittadini ed imprese. 

A nulla sono servite le continue sollecitazioni, iniziate nel mese di marzo del 2016 e culminate il 4 ottobre scorso con una proposta corredata da una raccolta firme: il Sindaco non ha percepito nemmeno il dovere di rispondere. 

Prendiamo atto della evidente mancanza di rispetto, sia nei confronti degli aderenti ai due sodalizi, sia nei confronti dei cittadini firmatari e di quanti auspicavano un minimo di serietà istituzionale.

La macchina amministrativa è strutturata per operare su vari fronti contemporaneamente, perciò ci saremmo aspettati almeno una risposta, un incontro anche solo per analizzare le criticità e valutare le possibili soluzioni. Ci siamo recati in Comune nel giorno che il Sindaco riceveva il pubblico, ma si è detto impegnato in una riunione. Ci ha ricevuto l’Assessore competente, ma dopo quasi due anni di solleciti sosteneva di non essere al corrente della situazione. Gli abbiamo sollecitato ulteriormente una risposta, ma ha preferito la strada del silenzio. Siamo consapevoli che il Gruppo consiliare di maggioranza abbia agito per indirizzare il Sindaco ad assumersi le proprie responsabilità, ma evidentemente senza successo. Aspetto molto grave perché dimostra quanto il Primo cittadino viva una continua confusione dei ruoli e delle funzioni, ponendosi arbitrariamente al di sopra di tutto e di tutti.

La consiliatura sta volgendo al termine; dalla comicità iniziale si è passati al tragico; il clima politico è notevolmente compromesso;  il Sindaco, consapevole degli insuccessi politici e amministrativi scappa, privilegiando la strada della sua personale affermazione politica in una poltrona più comoda e meglio retribuita a spese dei cittadini ed a concretizzare una sua surreale successione dinastica ad Assemini. Non siamo interessati alle contrapposizioni elettoralistiche che lasciamo volentieri alle forze politiche deputate a questo, ma continueremo con fermezza a rivendicare il diritto di opinione e di liberazione dal dannoso qualunquismo e dal propagandismo cosmico che ha caratterizzato questi tragicomici anni di consiliatura. 

giovedì 30 novembre 2017

LA CRISI AUMENTA E MANCA UN PROGETTO POLITICO SULLA CASA

«il Consiglio comunale assicuri il diritto primario di abitare e di non essere sfrattati »






La profonda crisi economica è un fatto oggettivo, dimostrato anche dalla difficoltà di accesso alla casa. La richiesta di affermare il diritto naturale di abitare non è un privilegio e deve trovare risposte politiche che sono di competenza di un comune. Ad oggi, al netto degli interventi tampone posti in essere da Regione e Governo, non risulta nessun atto del Comune di Assemini diretto ad affermare un’articolata politica sulla casa.

A fronte di una crescente richiesta di maggiore accessibilità, a prezzi sostenibili, non vi è alcuna azione diretta ad assicurare ai cittadini di vivere una vita dignitosa. La politica locale continua a soffrire di ancestrale sudditanza, operando nel solco delle decisioni contemporaneamente contestate ed espresse da centri di potere paralleli o sovra ordinati. Mancano azioni straordinarie autonome, in linea con le competenze stabilite anche dalla normativa in vigore. Il diritto alla casa non è solo una questione quantitativa, ma anche qualitativa. Un diritto negato da una classe dirigente che sfugge dal dovere di affrontare i problemi sostanziali, limitandosi alle esternazioni elettoralistiche incentrate prevalentemente sullo scaricabarile. Intanto, centinaia di concittadini vivono con dignità anche il problema dello sfratto in un contesto socioeconomico drammatico. Questo comportamento non deve indurre a sottovalutarne gli aspetti intrinseci: la salvaguardia del diritto di abitare è una delle precondizioni della pace sociale, senza la quale non vi è nemmeno giustizia. Il diritto ad abitare è un diritto umano ed in quanto tale deve essere rispettoso dell’individuo, universale, inviolabile, indisponibile. La mancanza di alloggi a prezzi accessibili, determina gravi conseguenze nella vita dei cittadini, peggio lo sfratto dove gli individui non possono essere lasciati in balia della prassi giurisdizionale del rinvio senza soluzione definitiva. È la politica, attraverso l’affermazione sostanziale del suo primato, che ha il dovere di governare gli eventi. 


Il diritto di abitare rappresenta un bisogno primario e spetta al Consiglio comunale indirizzare la Giunta ad elaborare un progetto politico sulla casa proiettato al breve, medio e lungo periodo.
  

lunedì 27 novembre 2017

PIANO URBANISTICO, DOPO QUASI TRE ANNI NESSUN VANTAGGIO

«Il PUC ha prodotto solo costi e vincoli rigidi per i cittadini e mercificabili per i grandi centri di potere»






Da quasi tre anni, Assemini, ha un Piano urbanistico. Per ora non ha prodotto alcun vantaggio, ma solo l’aumento delle imposte e dei vincoli, tranne per i grandi centri di potere economico. Chi governa, ad ogni livello, ha il compito di produrre e consolidare utilità per tutti, favorendo lo sviluppo delle iniziative territoriali. La povertà cresce e colpisce duramente la dignità umana. Il Consiglio comunale ha il dovere di operare fattivamente per indirizzare lo sviluppo, colmando le lacune e correggendo gli errori.

L’urbanistica deve interessarsi dell’uso e dello sviluppo del territorio; delle sue implicazioni sociali ed economiche nonché della vita di tutti i giorni dei cittadini. In quanto tale, non può prescindere dalla programmazione e dalla pianificazione. Essa deve essere espressione di scelte politiche: vincoli posti all’uso dei suoli; interventi di incentivazione; di investimento anche per la fornitura di beni e servizi; informazione e condivisione. Ad Assemini manca l’elemento fondamentale: il Puc come opportunità per favorire la crescita armonica e lo sviluppo. Come abbiamo più volte sostenuto, la sua approvazione è stata caratterizzata da un forte ritardo ed è frutto di prevalenti scelte dettate dalla Regione. Fino ad ora, non ha prodotto alcun miglioramento nella vita dei cittadini e delle imprese. Anzi ha determinato un aumento dei vincoli mercificabili per i grandi imperi economici e dei costi per i cittadini. Questi ultimi, prima ancora che i potenziali investitori, non sanno nemmeno dove sta l’area commerciale o artigianale. La comprensibile corsa sfrenata a fregiarsi della sua definitiva adozione ha prodotto un prevedibile cortocircuito, consolidando lo stato di catalessi che vive Assemini da troppo tempo. Il piano si è sviluppato senza una visione strategica, senza coinvolgimento e senza domandarsi “che città vogliamo”, senza analizzare compiutamente gli errori del passato e senza individuare preventivamente le direttrici su cui orientare politiche organiche per la crescita e lo sviluppo.

Maggioranza e minoranza hanno il dovere di proporsi attivamente, interrogandosi sullo stato di attuazione del Puc, per porvi rimedio affinché il Piano urbanistico possa assolvere pienamente alla sua funzione, per i cittadini e per le imprese. Ma anche per avere la legittimità politica necessaria per denunciare e spingere la Regione a superare i vecchi e nuovi ritardi strutturali.
  La crisi in atto va gestita con fatti di rilevanza politica in una logica di sistema, perché in gioco vi è il futuro di Assemini e delle sue forze vitali. 

mercoledì 22 novembre 2017

TAPPI PER L'ACQUA IN TANZANIA



Tutti possiamo impegnarci per unire la buona pratica del riciclo dei rifiuti ad una ottima azione di solidarietà, raccogliendo i tappi delle bottiglie, penne, dentifricio, detersivi (realizzati in PE o in HDPE). Questo materiale può essere consegnato nei vari punti di raccolta che troverete nella pagina Facebook dell’Associazione (https://www.facebook.com/noisardiperlatanzania/).


Il materiale raccolto, periodicamente, viene consegnato al Centro di riciclaggio di Sestu (CA) per essere macinato e riciclato. Il ricavato viene consegnato al “Centro Modalità Sviluppo Reciproco” di Livorno che, dal 1979, si occupa di progetti di cooperazione con la Regione di Dodoma in Tanzania, proprio per la realizzazione di pozzi d’acqua.


Crescono i volontari, le associazioni ed i comuni della Sardegna che hanno scelto di dare più forza a tale progetto, collocando la Sardegna - nel 2016 - al 5° posto in Italia con 17 mila 424 kg di tappi raccolti e riciclati. È così che la Sardegna ha contribuito a realizzare altri 5 pozzi in 3 villaggi.



Vi chiediamo di darci una mano per continuare ad assicurare un bene prezioso come è l’acqua.

mercoledì 15 novembre 2017

BASTA CON GLI INSULTI, LAVORATE PER LA CITTÀ


Chi non è in grado di costruire alternative politiche si dimetta



Le forze politiche rappresentate in Consiglio comunale hanno il dovere di lavorare per la Città. Invece, a prevalere sono gli insulti e la violenza verbale contro la persona e contro l’informazione.

Il susseguirsi sistematico di attacchi violenti che nulla hanno a che vedere con la diversa, legittima ed auspicabile visione nella gestione della cosa pubblica, rappresentano l’ennesimo fallimento di chi continua ad anteporre l’interesse personale ai bisogni dei cittadini.

La Politica è coesistenza umana, mediazione, finalizzata a superare le incertezze e garantire ordine per affermare progetti di crescita e sviluppo. Il fine collettivo deve prevalere su quello personale. Perciò il dibattito deve rimanere nell’alveo del confronto rispettoso delle parti. La Politica non può limitarsi alla narrazione e non può alimentarsi della disgregazione e della destabilizzazione fine a se stessa. La Politica ha il dovere di andare oltre perché ha la responsabilità di far crescere una Città in forte crisi. Dalle crisi bisogna uscire, elaborando pensieri e azioni costruttive in grado di affermare un ordine nuovo. L’individuo è il mattone su cui costruire il cambiamento. Il rapporto tra cittadini, rappresentanti ed istituzione deve essere fondato sulla lealtà. 

Chi non è in grado di rappresentare e di costruire alternative politiche, deve prendere atto di essere un problema, non una risorsa: si dimetta. Il Consiglio comunale è il luogo in cui deve esprimersi l’unità d’intenti. Non è un’arena all’interno della quale ognuno si sente libero di esprimere il peggio di se stesso.

martedì 31 ottobre 2017

AGGIORNAMENTO SULLA QUESTIONE “AREA CANI”




Questa mattina le rappresentanti dell’Associazione “La Tana dei Lupi”, del Comitato Civico “ViviAssemini” e del Comitato Spontaneo si sono presentate nel Palazzo Municipale per chiedere al Sindaco di Assemini se fosse intenzionato ad incontrare i sodalizi per analizzare le problematiche e approntare soluzioni sulla base delle richieste e delle proposte avanzate anche attraverso l’ultima raccolta firme, protocollata all’inizio del mese scorso.


Per tre volte l’Usciere ha dichiarato che il Sindaco era impegnato in una riunione e che non avrebbe ricevuto i cittadini nonostante fosse martedì (uno dei due giorni in cui riceve il pubblico).


Le rappresentanti hanno così deciso di bussare la porta dell’Assessore alle Opere pubbliche. L’Assessore Di Gioia le ha prontamente ricevute ed alla domanda: «siete disponibili a fissare un incontro per affrontare i problemi e le opportunità relative all’area cani», l’Assessore ha risposto di non essere al corrente dell’istanza.


Ci riferiamo all’istanza accompagnata da una raccolta firme, protocollata in data 04 ottobre 2017 ed indirizzata a tutti gli uffici competenti (come è prassi dello stesso Ufficio Protocollo). La stessa istanza riportata dagli organi di stampa.



L’Assessore alle Opere Pubbliche si è comunque reso disponibile ad una risposta in breve tempo, previo recupero e lettura della documentazione.

sabato 21 ottobre 2017

RACCOLTA FIRME AREA CANI: COMUNICAZIONE AI SOTTOSCRITTORI




A seguito del crescente numero di interrogativi pervenuti da parte dei sottoscrittori relativamente allo stato dell’istanza sulla questione “Area Sgambamento Cani”,

informiamo

che non abbiamo ricevuto dal Sindaco alcun cenno di riscontro e che nei prossimi giorni la Presidente del Comitato Civico “ViviAssemini”Claudia Giannotti, la Presidente dell’Associazione “La Tana dei Lupi” Valentina Podda ed una delegazione di sottoscrittori non associati si riuniranno per elaborare un sollecito e deliberare opportune contromisure.
L’istanza, avente per oggetto la richiesta di un incontro per analizzare le criticità e riflettere sulle opportunità di miglioramento del sito inserito nel Parco delle “Terre Cotte”, nonché per comprendere se è ancora intendimento del Sindaco procedere al riavvio del progetto relativo all’Oasi cani di via Parigi e delle altre necessarie micro aree di quartiere, è stata depositata al Protocollo del Comune di Assemini in data 04 ottobre 2017 ed è l’ultima di una serie di richieste pubbliche iniziate nei primi mesi del 2016.

lunedì 16 ottobre 2017

Servizio di igiene urbana, assemblea pubblica





Partecipare ad una Assemblea pubblica presuppone la conoscenza dettagliata dell’argomento trattato. Il cittadino chiamato a partecipare deve conoscere prima tutti gli elementi a disposizione degli uffici comunali per pensare ad una strategia per poi confrontarsi, dibattere e suggerire. Deve conoscere prima anche le intenzioni dell’organo politico di maggioranza, per poterle analizzare.

La partecipazione deve mirare ad ottenere valore aggiunto, altrimenti non sarà altro che l’apoteosi dell’egoismo: ognuno parlerà per se stesso e per soddisfare i propri bisogni. Ma, la partecipazione è collettivo; analisi e scelte orientate all’interesse diffuso.

La formula dell’Assemblea pubblica suscita nel cittadino il diritto di deliberare, perciò necessita di maturare in tempo cognizione di causa. Altrimenti è una ulteriore perdita di tempo finalizzata a comunicare decisioni già prese. In tal caso, si chiama “riunione informativa”. 

Il Comune finanzia l’elaborazione di un logo per la ceramica




Non spetta al Comune finanziare ed elaborare un logotipo della ceramica asseminese. Così come non spettava al Comune organizzare ed attrezzare uffici interni ad uso esclusivo di una categoria professionale. Questo per lo stesso motivo per cui la stessa amministrazione ha giustamente bocciato l’apertura di una Farmacia comunale. 

Compito di un Comune è pianificare una politica di rilancio organico del settore, contribuendo a rimuovere gli ostacoli ed i ritardi strutturali che ne impediscono la crescita e lo sviluppo. Con una visione coerente. 

Il logo serve per rappresentare un prodotto, un servizio, una organizzazione. In quanto tale è di competenza aziendale. Stato, regioni e gli altri Enti locali non devono sostituirsi alle aziende sottraendo ricchezza ai contribuenti, ma devono spiegare quale politica economica hanno prodotto per stimolare formule gestionali in linea con le evoluzioni e le articolazioni dei mercati e per consentire l’aumento della produzione e della vendita. 

Amministrare è tutt’altro che “divertirsi”. 

Quattro anni, in politica, sono una eternità



Quando in una Città vengono a mancare (ancor prima dell’innovazione) i servizi fondamentali o si riduce la qualità degli stessi, la causa è essenzialmente attribuibile alla mancanza di elaborazione Politica, intesa come pensiero e azione coerente e conseguente. 

Cercare ancora riparo nelle responsabilità passate o diffuse dopo anni di amministrazione infruttuosa può trovare sostegno marginale tra coloro che vivono la confusa predisposizione alla subalternità, ma non risponde al bisogno di affermazione di buon governo. 

mercoledì 4 ottobre 2017

ASSEMINI, AREA CANI DEGRADATA: CHIUSA LA PETIZIONE

Raccolte oltre 400 firme in due settimane per chiedere la bonifica del Parco delle Terre Cotte



Sono 420 le firme raccolte in sole due settimane dall’Associazione locale “La Tana dei Lupi”, rappresentata da Valentina Podda, e dal Comitato civico “ViviAssemini”, guidato da Claudia Giannotti per sensibilizzare la Giunta a superare il degrado dell’area sgambamento cani di via Carife. La petizione è stata depositata questa mattina al protocollo del Comune di Assemini. 
Per Claudia Giannotti, Valentina Podda e per gli attivisti coinvolti, le 420 firme rappresentano un risultato più che sufficiente per chiedere al Sindaco di Assemini un incontro trasparente, finalizzato a trovare soluzioni possibili alle istanze dei firmatari: «chiediamo cose semplici e di facile attuazione che riteniamo fondamentali per assicurare decoro, funzionalità, sicurezza e convivenza», precisano le due presidenti. 
Queste le richieste: piantumazione alberi, fontanella d'acqua per i cani, cestini per il conferimento delle deiezioni, dispenser per le bustine necessarie alla raccolta “bisogni”, adeguata illuminazione e panchine. Inoltre, sicurezza igienico-sanitaria, politiche di prevenzione e cura del randagismo, ma anche salvaguardia della pulizie delle strade, piazze e spazi verdi facendo rispettare le ordinanze e impiantando contenitori per gli escrementi, organizzazione di attività formative per insegnare l'amore e la cura dei cani e favorire l’educazione dei padroni. Infine, apertura di altre micro aree di quartiere per evitare il sovra caricamento dell’area oggetto dell’iniziativa partecipata. 
Le due associazioni, 20 mesi fa, erano state promotrici di un incontro con il Sindaco, l’Assessore alle opere pubbliche e l’allora capogruppo di maggioranza in Consiglio Comunale. In quell’occasione emerse l’esigenza di realizzare micro aree di quartiere da destinare ai cani. Nel mese di marzo del 2016, dopo qualche perplessità, i cittadini ed i residenti di via Carife accettarono l’iniziativa di realizzare la prima area cani di quartiere a fronte di precisi impegni degli amministratori in carica. L’Amministrazione promise di assicurare la cura dell’area in questione, realizzare altre aree sgambamento cani di quartiere e dare seguito al progetto ereditato dalla precedente Giunta. Ci riferiamo all’Oasi Cani di via Parigi i cui lavori iniziarono nel mese di novembre del 2013, per poi essere bloccati dall’Anas per questioni tecniche. A metà maggio del 2014 le opere ripresero per poi fermarsi nuovamente. L’area interessata è quella dell’ex Ecocentro, in stato di oggettivo abbandono: 1.700 mq di estensione, con la promessa di ampliarlo di ulteriori 5 mila mq. 
Claudia Giannotti e Valentina Podda non hanno dubbi: «le nostre richieste ed il metodo scelto è in linea con gli impegni programmatici del Sindaco, perciò siamo convinte che Puddu concordi nella necessità di fornire risposte ai cittadini».

lunedì 28 agosto 2017

AREA CANI DEGRADATA: SI ALLARGA LA RIVENDICAZIONE

La Tana dei Lupi sostiene la petizione per bonificare il Parco delle Terre Cotte



L’Associazione locale “La Tana dei Lupi”, rappresentata da Valentina Podda, sosterrà la raccolta firme partita venerdì scorso. Ora i due sodalizi avranno la possibilità di essere più incisivi nel chiedere maggiore sensibilità alla Giunta e di investire nelle necessarie attrezzature, elementi d’arredo e predisporre azioni concrete per assicurare decoro e sicurezza nell’area sgambamento cani di quartiere, ricavata nel parco delle Terre Cotte.

«Recintare un pezzo di terreno non basta, è necessario completare al più presto l’area di quartiere affinché i nostri “amici a 4 zampe” possano giocare e divertirsi in un ambiente idoneo anche sotto l’aspetto igienico», sostiene Valentina Podda. «Inoltre, aspettiamo dal mese di febbraio del 2016 che ripartano i lavori dell’oasi cani di via Parigi, ma anche politiche di prevenzione e cura del randagismo; di salvaguardia delle pulizie delle strade e piazze, facendo rispettare le ordinanze e impiantando contenitori per gli escrementi; organizzare attività educative per i più piccoli per insegnare l'amore e la cura dei cani e favorire l’educazioni dei padroni», ha ricordato Podda. 

Mentre, per Claudia Giannotti, presidente ViviAssemini: «oltre alla bonifica ed al completamento dell’area ricavata nel Parco delle Terre Cotte, servono anche micro aree dislocate in più punti della Città. La volontà politica non deve avere la memoria corta». «Siamo sempre stati disponibili a collaborare, ma le decisioni spettano al Sindaco», conclude Giannotti. 

Le due associazioni, 18 mesi fa, erano state promotrici di un incontro con il Sindaco, l’Assessore alle opere pubbliche e l’allora capogruppo in Consiglio Comunale. Le richieste furono semplici ed esplicite. Ora, alle promesse politiche sarebbe opportuno far seguire progressivamente i fatti.  

martedì 22 agosto 2017

AREA CANI APERTA E ABBANDONATA DA 18 MESI: PARTE LA PETIZIONE

La richiesta di “ViviAssemini”: «alberi, acqua, attrezzatura e sicurezza igienico-sanitaria»


Nei prossimi giorni il Comitato Civico “ViviAssemini”, presieduto da Claudia Giannotti, attiverà una raccolta firme per sensibilizzare l’Amministrazione comunale a completare l’Area Sgambamento Cani di quartiere, inclusa nel parco delle Terre Cotte e confinante con la via Carife. Si chiederà di investire nelle necessarie attrezzature, elementi d’arredo e predisporre azioni concrete per assicurare decoro e sicurezza. 
I cittadini ci hanno rappresentato diverse criticità ed altrettante proposte che riguardano la vivibilità, la sicurezza ed il crescente impoverimento della nostra città. Tra tutte abbiamo deciso di attivarci sostenendo il problema legato all’area cani. Non perché lo riteniamo necessariamente più rilevante, ma perché simbolo di una responsabilità e di un impegno politico evidentemente disatteso. Infatti, sono trascorsi ben 18 mesi da quando gli attuali amministratori promisero a noi, ai cittadini ed ai residenti di via Carife l’organizzazione e la cura dell’area in questione, di realizzare altre aree sgambamento cani di quartiere per evitare il sovraccaricamento e assicurare un servizio decentrato. Inoltre, rimanendo nel tema, promisero anche di dare seguito al progetto ereditato dalla precedente esperienza amministrativa: l’area cani di via Parigi i cui lavori iniziarono nel mese di novembre del 2013, per poi venire bloccati dall’Anas per questioni tecniche. A metà maggio del 2014 le opere ripresero per poi fermarsi nuovamente. L’area è quella dell’ex Ecocentro, a ridosso della Statale 130: 1.700 mq di estensione, con la promessa di ampliarlo di ulteriori 5 mila mq. 

Tornando all’area oggetto della petizione (quella del parco delle Terre Cotte) tutto si è fermato alla recinzione. Conseguentemente, le nostre richieste di investimento sono poche e facili da soddisfare: piantumazione di alberi, fontanella d'acqua per i cani, cestini per il conferimento delle deiezioni, dispenser per le bustine necessarie alla raccolta “bisogni”, adeguata illuminazione e panchine, sicurezza igienico-sanitaria. Tutte competenze esclusive della Giunta Comunale che immaginiamo disposta a riconoscere la fondatezza dell’istanza, naturalmente consona alla partecipazione libera e responsabile dei cittadini alla vita pubblica.
 

venerdì 16 giugno 2017

Giovedì grande festa con i bambini



Il Comitato Civico “ViviAssemini” invita a partecipare alla festa “De’State con Noi”, organizzata e diretta dall’Associazione “Donne al Traguardo” che si terrà giovedì 22 giugno 2017, dalle ore 19:00, presso “Villa Muscas” – Centro Cultura Contadina – via Sant’Alenixedda civico 2 (ingresso lato teatro), in Cagliari.

Una grande festa con musica dal vivo e tante sorprese.

Ingresso libero e gratuito, non mancate!

Per info 0707562265

mercoledì 7 giugno 2017

Piste ciclabili "galleggianti"

(Foto da web)


Ad Assemini è bastata una pioggia di pochi minuti per dimostrare ancora una volta l’insostenibilità della gestione politica della giunta e della sua maggioranza.

La lunga pista ciclabile in corso di completamento che da Corso Africa, passando per Corso Europa, si ricollega all’incompiuta di via Cagliari si è completamente allagata, causando disagi e ulteriori preoccupazioni. Lavori sbagliati e destinati, una volta terminati, a peggiorare il rischio allagamenti della città.

Assemini non ha ancora risolto i problemi evidenziati in passato e ora subisce pure un evidente peggioramento delle condizioni di vivibilità. Un ulteriore spreco di risorse pubbliche, oltre all’aumento di pericolo per i cittadini.

Fatti molto gravi che nessuna propaganda, pagata con i crescenti sacrifici dei cittadini, potrà eludere. Aspetti che dimostrano che per migliorare vivibilità e sicurezza e per creare crescita e sviluppo non basta cambiare casacca e cavalcare l’onda di un malcontento di cui, chi governa, era e rimane concausa.   

lunedì 5 giugno 2017

LUDOPATIA, QUALUNQUISMO 2.0



Sono trascorsi cinque mesi dalla scelta della maggioranza di ridurre il costo della tassa sui rifiuti solidi urbani a quelle imprese disposte a rinunciare alle Slot Machine. Abbiamo monitorato gli effetti e rilevato un risultato prevedibile: nessuna riduzione del gioco e un conseguente maggiore incremento generalizzato del costo delle bollette dovuto anche al minor introito determinato dallo sconto indipendente dall’abilitazione o meno dell’esercente alla gestione del gioco.

In questi giorni, il dibattito sulla riforma per i giochi di intrattenimento e svago, ha assunto rilevanza. Associazioni e privati hanno manifestato legittime preoccupazioni sia per la sorte del settore, sia per le misure evidentemente inutili a ridurre il grave danno che produce la ludopatia. Nonostante tutto, la politica continua ad agire senza confronto e senza una apparente logica tra obiettivo da raggiungere e strumenti da impiegare.

Come riportato da Il Sole 24 Ore,  la legge di Stabilità 2016 (articolo 1, comma 936), recependo la raccomandazione della Commissione Ue del 2014 sulla protezione dei consumatori e dei giocatori e dei minori ha disposto che, in sede di conferenza unificata, siano definite le caratteristiche dei punti vendita ove si raccoglie gioco pubblico e criteri per la riduzione, distribuzione e concentrazione territoriale dei punti vendita stessi.

L’orientamento del Governo è quello di: ridurre l’offerta di gioco (sia dei volumi, sia dei punti vendita); innalzare il livello qualitativo dei punti gioco e loro operatori; definire regole in materia di distanze, orari e controlli sino a un ventaglio di azioni preventive (riconoscimento mediante la tessera sanitaria dei ludopatici e pubblicità).

Proviamo a proporre alla politica alcuni aspetti che possano spingere in un’analisi meno fondata sui luoghi comuni e pregiudizi e più su aspetti tecnici comprovati.

Partiamo dal presupposto che la questione è particolarmente delicata per almeno quattro motivi: il primo è la sensibilità dell’opinione pubblica in particolare all’abuso del gioco d’azzardo e dunque l’approdo alle sue forme patologiche; il secondo concerne la rilevanza del comparto produttivo del gioco d’azzardo, che si aggira su un non trascurabile 1’14% del Pil; il terzo è la consistenza del gettito a beneficio dello Stato (gettito fiscale e introiti diretti sui giochi promossi); il quarto è rappresentato dalle derive proibizioniste di alcune amministrazioni regionali e locali.

Sono trascorsi due mesi da quando la fondazione Bruno Visentini ha presentato nella sede Luiss il primo rapporto sulla percezione sociale del gioco d’azzardo in Italia, frutto della collaborazione con l’università Carlos III di Madrid (che da anni realizza un rapporto analogo in Spagna) e Ipsos. Lo studio si basa sull’esame e l’elaborazione di una serie di dati raccolti da un campione statisticamente rilevante di cittadini e la somministrazione di un questionario a un campione di giocatori online con l’obiettivo di fare chiarezza sul fenomeno del gioco nel nostro Paese. Uno studio che ne conferma altri precedenti.

Vediamone i principali risultati. Sul versante della domanda i dati sfatano il luogo comune che individua nei meno qualificati e negli individui a rischio di esclusione sociale i maggiori consumatori. Emerge, infatti, che le percentuali maggiori di giocatori si registrano tra laureati e diplomati appartenenti a uno status sociale medio-alto. Questi ultimi sono proprio quelli che consumano e spendono di più e con più frequenza al gioco. Per contro la fascia dei giocatori “problematici” (pari allo 0,9% degli intervistati) ricomprende gli individui con uno status sociale medio-basso e un’età tra i 45 e i 54 anni.

L’indagine effettuata ci consegna anche il profilo del giocatore online: un giovane uomo tra i 25-34 anni, in possesso un diploma di maturità che predilige le scommesse sportive e utilizza i siti di scommesse per meno di 30 minuti al giorno, frequentando (in taluni casi forse ignaro) per oltre il 40% anche siti di gioco illegale.

Sul versante dell’offerta le lotterie istantanee, o più semplicemente i “Gratta&Vinci”, costituiscono ancora la tipologia di gioco legale, e fisica, più diffusa nel nostro Paese, con oltre 60 consumatori su 100 che vi hanno fatto ricorso. Risalta, per contro, il dato sugli apparecchi da intrattenimento, considerando che appena 2 consumatori su 100 ha dichiarato di aver giocato, anche occasionalmente, alle Newslot o alle Videolottery nel 2016. Queste ultime tuttavia forniscono oltre la metà (secondo i dati del ministero dell’Economia) della raccolta.

Come interpretare ora le menzionate proposte di regolamentazione alla luce di questi dati?

Secondo gli studiosi e gli esperti dell’articolato settore, appare chiaro come sia poco utile concentrarsi unicamente sulla riduzione dell’offerta che se drastica finirebbe inevitabilmente per incrementare l’offerta illegale. Non solo, se, in un impeto di proibizionismo fossero messi al bando tutti i giochi d’azzardo gli attuali giocatori problematici finirebbero con molta probabilità per diventare consumatori compulsivi di altri servizi e prodotti legali come gli alcolici o il tabacco.

Perciò, sarebbe meglio puntare sul miglioramento della qualità dell’offerta (nei punti di gioco), sulle forme di riconoscimento automatico dei giocatori problematici e sulla maggiore comunicazione per responsabilizzare il giocatore verso la frequentazione di piattaforme online illegali. Sul livello della prevenzione, purtroppo, non emergono proposte volte a ridurre concretamente il disagio sociale che rende vulnerabili ampie fasce di popolazione e per le quali il gioco d’azzardo è solo una delle tante modalità di fuga dalla realtà.

Tornando al nostro microcosmo, appare chiaro che la scelta fatta dalla maggioranza e avvallata dalla minoranza non risolve il problema, né sotto l’aspetto formale, né sotto quello sostanziale. 

mercoledì 24 maggio 2017

INQUINAMENTO MACCHIAREDDU

ViviAssemini: «la politica smetta di litigare e si attivi per assicurare la salute pubblica» 

Apprendiamo con rinnovata preoccupazione l’evolversi delle notizie che riguardano lo stato di inquinamento dell’area industriale di Macchiareddu. Una condizione già ufficializzata anche dal Ministero della Salute in tempi non sospetti che avevamo ripetutamente messo in evidenza senza suscitare, evidentemente, particolari contromisure. Ora, la politica smetta di litigare su chi è stato meno distratto e agisca per assicurare la salute dei cittadini, degli animali e dell’ambiente. 
L’area di Macchiareddu è gravemente compromessa, risultando tra le aree più inquinate d’Italia. Dai dati si evince un eccesso di mortalità per le malattie dell'apparato respiratorio ed un difetto per le malattie circolatorie. Anche il tumore della pleura è in eccesso e la popolazione presenta un elevato rischio di contrarre forme di leucemie. Sono ben 445 mila ettari di territorio sardo iscritte in Siti d’Interesse Nazionale (SIN) ossia aree che necessitano di urgenti interventi di bonifica del suolo, del sottosuolo e/o delle acque superficiali e sotterranee. 

In questi giorni assistiamo all’ennesima lotta tra forze politiche. Il compito di valutare e reprimere eventuali responsabilità spetta solo alla Magistratura attraverso la Polizia giudiziaria. Quindi, auspichiamo che le stesse forze politiche, a partire da quelle asseminesi, possano trovare le ragioni per costruire un modello vincente in cui tutela della salute e produttività convivano nella maniera più equilibrata possibile.

giovedì 18 maggio 2017

BUSTE DELLA SOLIDARIETÀ


Mercoledì 17 maggio 2017 l’Associazione “Solidarietà Attiva” e il Comitato Civico “ViviAssemini” hanno consegnato alla Onlus “Donne al Traguardo” l’abbigliamento raccolto nelle scorse settimane da destinare agli indigenti.
Nel ringraziare i benefattori, ricordiamo che l’abbigliamento raccolto verrà distribuito ogni mercoledì, dalle 16:00 alle 18:00, nella sede della nota Associazione “Donne al Traguardo”, in via Monsignor Piovella 26 - Cagliari. 

VIII rapporto annuale sull’attività del Centro Antiviolenza Antistalking e Casa Rifugio

La Presidente del Comitato Civico “ViviAssemni”, Claudia Giannotti (nella foto), parteciperà con una delegazione di attivisti al report annuale del “Centro Antiviolenza Donne al Traguardo” che verrà illustrato a Cagliari Venerdì 19 Maggio 2017 alle ore 17:30 a Cagliari, nella Sala Conferenze dell’Unione Sarda (Torre D) in piazza Unione Sarda. L’ingresso è libero e gratuito.

“La casa dalle nuvole dentro” è il tema del VIII Rapporto annuale sull’attività del Centro Antiviolenza Antistalking e della Casa Rifugio  dell’Associazione Donne al Traguardo.

Fra le nuove iniziative avviate nel corso della passata annualità figura il lavoro svolto con i minori vittime di violenza assistita, l’apertura di attività di sportello nel territorio provinciale e l’intensificazione dell’azione di recupero degli uomini maltrattanti attuata in collaborazione con l’Ufficio penale di esecuzione esterna (UEPE), la Questura, l’Arma dei Carabinieri, la Direzione e il Servizio educativo del carcere di Uta dove sono in corso gruppi di trattamento per i carcerati. Saranno infine presentate le statistiche sull’andamento del fenomeno relativamente ai casi di violenza trattati e alle donne che sono state accolte coi figli minori nella Casa Rifugio.

I lavori si chiuderanno con la presentazione del romanzo a tema dal titolo “La casa dalle nuvole dentro” affidata alla giornalista de La Nuova Sardegna Alessandra Sallemi che condurrà un dialogo con l’autore Giacomo Grifoni, psicoterapeuta tra i fondatori del Centro di ascolto maltrattanti di Firenze, tra le prime realtà ad avviare percorsi strutturati di trattamento degli autori di violenza. La sala dell’incontro sarà decorata con alcune opere dell’artista Serena Fazio.


martedì 16 maggio 2017

DOVE VANNO A FINIRE I NOSTRI SOLDI?

ViviAssemini: «su partecipazione e trasparenza elusi gli impegni programmatici» 


La giunta e la maggioranza penta stellata asseminese avevano promesso di trasformare il Palazzo comunale in una casa di vetro; di aprirlo come una scatoletta di tonno. Invece, tutto è rimasto come prima. In questi ultimi anni la distanza tra cittadino e amministratore è cresciuta e la domanda rimane sempre la stessa: dove vanno a finire i nostri soldi? 
In quattro anni di amministrazione il Sindaco non è riuscito a mantenere gli impegni elettorali. Tra questi i principali cavalli di battaglia: trasparenza e partecipazione. Sia dell’apparato politico-amministrativo, sia di ciascun singolo consigliere, fino ad arrivare alla bocciatura della proposta di istituire una Consulta delle associazioni e del volontariato. L’Amministrazione comunale si appresta ad approvare il bilancio consuntivo con un forte ritardo. Stessa cosa è avvenuta, ad eccezione di quest’anno, per il bilancio preventivo, privando la macchina amministrativa per tre anni delle risorse per assicurare le azioni di governo. Tutto questo senza alcun coinvolgimento dei cittadini e delle loro organizzazioni sociali. Il bilancio consuntivo non è solo uno strumento contabile, ma la sintesi di una tappa di un più articolato progetto di governo (quando c’è). Un mezzo fondamentale per comprendere la strategia e l’azione nonché misurarne i risultati.

Il bilancio consuntivo, così come previsto dalla legge in vigore, non assicura gli elementi opportuni per una semplice e diffusa comprensione. Per rispondere alla domanda di trasparenza, occorre che venga rielaborato con metodi extracontabili e divulgato. È necessario entrare nel merito di tutte le componenti di spesa. Il cittadino deve poter sapere con facilità dove e a chi finiscono i soldi che mette a disposizione dei politici con i propri crescenti sacrifici. Chi governa all’insegna del “cambiamento” dovrebbe garantire la tracciabilità delle risorse e delle spese per dimostrare che esiste anche un controllo dei costi, delle entrate e degli investimenti. 

Si tratta di mancanze molto gravi che non possono essere celate dalla sicumera di una Giunta e di una maggioranza centralista che continua a “vivere alla giornata”, rafforzando la subalternità al sistema non legittimato che avevano promesso di combattere. Inoltre, esprimono mancanza di serietà e di coerenza rispetto agli impegni elettorali. Manca un anno alla fine del mandato ed è ancora possibile costruire un percorso di cambiamento sostanziale. 

venerdì 12 maggio 2017

ASSEMINI IN FORTE RITARDO CON LA DIGITALIZZAZIONE

ViviAssemini: «così Puddu danneggia Assemini e la Sardegna» 


Il 2017 è l’anno per l’adeguamento all’obbligo di digitalizzare la Pubblica amministrazione: riduzione della documentazione cartacea a favore del formato elettronico, micro pagamenti, servizi, incentivo e sostegno a nuove forme di lavoro. L’obiettivo della riforma è quello di affermare: minor costo della Pubblica amministrazione; maggiore efficienza dei processi amministrativi; impulso allo sviluppo economico e all’occupazione; garanzie di funzionamento. Assemini è in forte ritardo e questo ci costa molto in termini di spesa pubblica, di efficienza dei servizi all’utenza, di sviluppo economico. 
Giunta e maggioranza hanno avuto circa due anni per adeguare compiutamente il Comune di Assemini a tale processo di innovazione secondo le linee guida, e ben quattro per attivare proprie politiche attive rivolte alla trasparenza, alla partecipazione, all’efficienza, alla crescita e allo sviluppo. Al contrario, hanno penalizzato la base economica aumentando le tasse e riducendo i servizi, non hanno accompagnato il PUC a un progetto strategico e non hanno previsto alcuna forma di incentivo per il recupero del patrimonio urbano, favorendo una ulteriore speculazione edilizia che non avrà luogo solo per effetto della crisi. Non hanno attuato politiche economiche per rilanciare la biodiversità, attrarre investimenti e consentire una nuova traiettoria di sviluppo. In questi anni, si è dato molto spazio alle costose e violenti azioni propagandistiche per mascherare gli evidenti insuccessi e consentire la scalata in fretta e furia verso nuove e più appaganti poltrone del potere, danneggiando Assemini e la Sardegna. La norma sull’obbligo della digitalizzazione prevede anche sanzioni pesanti che pagheranno, come sempre, cittadini e imprese. Eppure, l'importanza delle digitalizzazione, dematerializzazione, semplificazione e trasparenza nella Pubblica amministrazione si coglie appieno anche secondo la Corte di Cassazione in tema di appalti pubblici. Trattasi di una opportunità di riorganizzazione ordinamentale e operativa, soprattutto in un contesto di auspicabile gestione associata dei servizi. È efficienza economica e umana. La riorganizzazione della macchina amministrativa attuata dalla Giunta si è dimostrata costosa oltre misura e inefficiente. 

Assemini è stata una delle principali città a dotarsi di un sistema che consente la gestione on line delle gare d’appalto e della mensa scolastica e aderire alla piattaforma regionale per la creazione del SUE, ma davvero poco rispetto ai presupposti della riforma. Questa ulteriore superficialità dimostra quanto il nostro Comune sia, più che vittima, artefice di un evidente argine allo sviluppo armonico. Il non adeguamento a questo principio di cambiamento fondamentale, non può essere attribuito alla mancanza di risorse, vista anche la crescita esponenziale di costi improduttivi e consulenze inutili.
  

venerdì 5 maggio 2017

AGRICOLTURA, ALLA GRAVE CRISI SI AGGIUNGE IL DISSESTO VIARIO

ViviAssemini: «quattro anni di promesse cadute nel vuoto» 



La viabilità extraurbana asseminese è gravemente compromessa e pericolosa. A pagarne le conseguenze sono i residenti e le imprese agricole già in balia di una crisi senza precedenti. La maggioranza non reagisce, accompagnando la città e le sue prospettive di crescita in un progressivo e inesorabile declino. 
Milioni di euro spesi in quattro anni per mantenere una macchina amministrativa e una classe politica che continua a non dare indirizzi, lasciando che i servizi erogati siano sempre più scadenti. Chi è stato chiamato a governare continua a vivere nel proprio mondo, costellato di slogan ripetitivi e privi di senso compiuto. La viabilità minore e rurale continua ad esprimere la precarietà di rendimento di una giunta e di una maggioranza ancora evidentemente priva di obiettivi strategici. Segnaletica fatiscente, assenza di toponomastica e buche che diventano voragini, isolano - invece che collegare - gli agglomerati socio produttivi ai mercati. La viabilità extraurbana reclama attenzioni politiche che continuano a non arrivare, rendendo necessario un ammontare di denaro sempre maggiore. Tutto questo mentre l’amministrazione comunale, in un periodo di ristrettezze finanziarie, non risparmia eccesso di zelo verso i grandi gruppi economici, spende per un numero di consulenti senza precedenti e per la modifica di progetti ereditati (come il teatro delle ex scuole Pintus). Eppure basterebbe poco: un ordinario senso di responsabilità che ragioni in termini di logica, puntualità e sistema. Del resto, oltre al problema legato alla funzionalità delle strade rurali vi è anche quello della sicurezza. 

Manca un anno alla fine del mandato politico. Poco per realizzare quanto promesso in campagna elettorale, in cui il rilancio del settore primario era uno dei punti centrali. Perciò, auspichiamo che almeno si riesca a conservare quanto ereditato da un passato già abbondantemente giudicato. 

giovedì 4 maggio 2017

Astafos, domenica di solidarietà



Domenica 7 Maggio 2017 ci incontreremo tutti al Dubai Planet alle ore 19.30, per divertirci e per sostenere la casa d'accoglienza “Astafos” che si occupa di sostenere i bambini malati di tumore e le loro famiglie.

I ticket per la partecipazione costano 10 € a persona, i bambini fino ai 12 anni non pagano.

I ticket si possono trovare in via Temo 6 presso “Hair Dreaming” oppure direttamente al “Dubai Planet” il giorno dell'evento. Inoltre, per l’acquisto degli stessi, è possibile contattare il Comitato Civico “ViviAssemini”o la Presidente Claudia Giannotti.

La serata sarà presentata da Alessandra Addari.

Vi aspetto numerosi.

mercoledì 3 maggio 2017

IL PRESTITO PONTE AD ALITALIA È L’ENNESIMA FOLLIA DI STATO

«Con 600 MLN si possono finanziare progetti strategici in grado di stimolare MLD d’investimento per crescita e occupazione»



Il denaro pubblico è frutto dei sacrifici dei contribuenti e non può trasformarsi in un rubinetto sempre aperto. Il personale di Alitalia ha fatto una scelta chiara attraverso un referendum, rifiutando un investimento privato di 2 miliardi di euro. Il Governo non può cambiare le carte in tavola, continuare a vessare i cittadini per sprecare ulteriori risorse.
Il prestito ponte tra i 400 ed i 600 milioni di euro è un ulteriore errore, destinato ad alimentare lo spreco di denaro pubblico portando il peso sociale di Alitalia ad ben oltre 8 miliardi di euro. Non sono i contribuenti già abbondantemente spremuti a dover salvare un’azienda privata oramai priva di prospettiva. 

Del resto, come si può definire “prestito” un esborso che non potrà mai essere restituito?

Non si può continuare a sostenere una politica aziendale fallimentare senza via d’uscita. I 20mila dipendenti che perderebbero il posto sono la faccia di una stessa medaglia in cui le imprese chiudono senza alcun sostegno di Stato. Perciò, si ricorra agli ammortizzatori sociali come avvenuto finora per tanti altri disoccupati. Non si può continuare ad alimentare l’assistenzialismo che ha portato l’Italia ad avere un debito pubblico fuori controllo ed una conseguente tassazione da record. 


Non si può paragonare un impegno di spesa pubblica per Alitalia con i 20 miliardi spesi per le banche. Il primo caso sarebbe un ulteriore disastro, il secondo è stato necessario perché il costo macroeconomico sarebbe stato di gran lunga superiore al salvataggio anche nel caso di minusvalenza nella ricollocazione dei titoli. Come sostiene Parisi: “nei sistemi economici moderni, la banca, oltre a ricoprire un ruolo fondamentale nel sistema dei pagamenti, riveste un ruolo cruciale nel meccanismo di trasmissione della politica monetaria. In particolare questo meccanismo fa sì che l’offerta di moneta presente sul mercato sia data dalla base monetaria, quella stampata dalla Banca Centrale, e da una componente aggiuntiva, rappresentata propria dalla moneta bancaria, costituita dai depositi bancari e dagli impieghi, e quindi dai crediti erogati a imprese e famiglie. È facile pertanto intuire come, problemi di solvibilità di una banca possano mettere in crisi questo sistema di creazione dell’offerta di moneta, generando pertanto shock esterni nell’equilibrio macroeconomico”. Evidentemente diverso è il caso Alitalia: “pur rappresentando un importante driver di crescita per il Paese, soprattutto se considerata come detto la nostra vocazione turistica, non rappresenta un rischio sistemico per l’assetto economico". 

La produttività di un Paese non può essere la sintesi di un’infinita campagna elettorale. Il compito dei commissari è vendere/liquidare. Una volta per tutte. Ci sono Paesi anche in Europa che con 500 milioni hanno finanziato progetti innovativi e strategici, attirando miliardi di investimenti che stanno producendo crescita e occupazione. Ad esempio la Germania. 

martedì 2 maggio 2017

Destra, sinistra, Movimento 5 stelle. Mah!



Destra, sinistra e Movimento 5 stelle rappresentano i tre pilastri attorno a cui ruota il consenso elettorale. Come sostiene Alfonso Berardinelli, critico letterario e saggista, sono complementari: “l’una nasce dall’altro; l’una si alimenta e cresce sugli errori dell’altro”.

“Dialettica” era un principio filosofico che trova origine in Grecia e si è evoluta fino a stimolare Hegel e Marx. Secondo “dialettica”, “da ogni cosa o qualità nasce il suo opposto” e, talvolta dopo tesi e antitesi nasce una “sintesi superiore” che conserverebbe secondo Marx il meglio dell’una e dell’altra. “Dall’individualismo borghese che paralizza a scopi di profitto privato lo sviluppo delle forze economiche e produttive, sarebbe nata l’antitesi rivoluzionaria e infine, trionfalmente, la società comunista come sintesi superiore, per cui l’individuo è finalmente libero perché la proprietà privata è abolita e tutti i beni sono in comune”. Un dramma, una malattia.
Naturalmente, non è da escludere una “dialettica” senza sintesi: “il sì e il no si aboliscono reciprocamente nel corso di una lotta che permette un solo vincitore e superstite”. Insomma, una presunta maggiore libertà, più uguaglianza, ma senza progresso. Senza ipotizzare sintesi più equilibrate, né la voglia di arricchirsi, né quella di rischiare per scopi personali, né competere per avere il meglio.

Un dato è chiaro: gli opposti sono solo le due facce della stessa medaglia, o la medesima cosa vista da sinistra o da destra. Del resto, secondo la cultura cinese: “non c’è luce senza buio, né caldo senza freddo, né yin senza yang.

Attualmente, la destra vuole essere più a sinistra della sinistra e la sinistra vuole includere la destra. Da un lato, una destra “populista” come conseguenza di una sinistra che trascura o ignora gli umori del popolo. Dall’altro, una sinistra elitaria, dato che “la gente è volgare e la folla è pericolosa”. Del resto “fu la folla a scegliere Barabba contro Gesù; a processare Socrate perché con le sue eterne e provocatorie domande era diventato insopportabile”; a cambiare “registro” contemporaneamente all’incoronazione del nuovo potente.

Il Movimento 5 stelle è un’entità che non vuole essere né destra né sinistra, cioè tutte e due le cose insieme. Infatti, non è più un movimento senza essere neppure un partito. Un fatto politico che dimostra come la dicotomia “destra”/”sinistra” non sia più capace di soddisfare le aspettative. Certo, ci vorrebbe un progetto, una strategia politica e programmatica, una classe dirigente all’altezza delle sfide. Ma anche un modello da perseguire, chiaro, possibile e ispirato alla crescita.

Sono diversi i leader “populisti” che hanno vinto le elezioni contro una sinistra “diventata antipatica sia agli operai che ai disoccupati, e in genere a tutti coloro che vivendo in società in grave crisi di socialità, non vogliono più saperne di accogliere altri stranieri”.

È questa la prova che una cosa nasce dai difetti della cosa opposta. “Se la sinistra ignora che gli appartenenti a una società instabile temono di accogliere nuovi fattori di instabilità, come le masse di migranti e rifugiati, ecco che la destra usa questa cecità dell’avversario per esibire il proprio realismo nel constatare l’esistenza del problema”. Magari in modo barbaro, corresponsabile e senza alcuna soluzione possibile.

Come accade in economia, le paure, sono fatti più che percezioni. Le ideologie non sono più capaci di rappresentare, di esprimere soluzioni ai problemi e creare opportunità. Mentre, i “si dice” e le fake news muovono il mondo.

La destra, dopo la crisi economica di dieci anni fa, non riesce ad imboccare la strada dell’economia sociale di mercato; non riesce a spingere nella valorizzazione delle potenzialità dell’individuo. La sinistra, coglie la palla al balzo e continua a farci credere che lo Stato possa proteggerci e garantirci, senza incoraggiare le imprese a dare lavoro, ma concedendo il diritto a un “reddito di cittadinanza”, aumentando le tasse e tagliando i servizi.

Invece di adoperarsi per avviare le riforme strutturali e attuare politiche economiche, si imitano a vicenda urlando contro l’avversario elettorale e spingendosi fino a suggerire cosa dovrebbe dire l’altro per rappresentare il proprio elettorato disarmato. Quando questo non basta, attaccano l’Europa per il fatto di essere “rigida” rispetto agli accordi che essi stessi hanno sottoscritto. Elaborano “finanziarie” a debito, ma chiedono flessibilità contro una presunta austerità europea. Discutono tra loro “avendo già preso posizione e non per capire o far capire quale sia la linea più ragionevole da prendere”.


Intanto, i problemi aumentano e si aggravano. Entrambi sostengono che “vanno risolti alla radice”. Radice che nessuno vede o fa finta di non vedere. Migrazioni, bassa produttività, tasse troppo alte, degrado ambientale e urbano, socialità in declino, scuola e università allo sbando, omologazione, rimangono problemi affrontati con misure “tampone” ininfluenti. Però, è bene riflettere su un fatto: “chi ha voluto sradicare la radice ha spesso prodotto società agghiaccianti, appunto senza radici”.

lunedì 1 maggio 2017

Buon 1° maggio



Non si può continuare ad affidare le soluzioni allo stesso metodo che ha reiteratamente causato i problemi. Vale anche per il lavoro e la sua stagnazione. In Italia 4 giovani su 10 non lavorano. Non va meglio per le donne: solo il 40% lavora.

La causa è addebitabile alla burocrazia che ingessa il mercato del lavoro: eccesso di contrattazione, rigidità, tasse e garanzie solo per chi ha un lavoro e nessuna per i lavoratori autonomi e per coloro che un lavoro non lo hanno.

Quindici anni fa, Marco Biagi, propose una soluzione chiara e funzionale: abolire lo Statuto dei Lavoratori che tutela solo coloro che hanno il lavoro, per introdurre lo Statuto dei Lavori. Una nuova formula per dare garanzie minime a chiunque lavora: lavoratori dipendenti e autonomi, riconoscendo loro la maternità, la malattia, la formazione e tempi certi per i pagamenti. Inoltre, dopo aver introdotto lo Statuto dei Lavori, dovrà essere assicurato nelle aziende - dove si genera ricchezza, sviluppo e crescita - un processo di contrattazione specifico.

Spetta alla classe dirigente elaborare e attuare politiche attive per il lavoro capaci di rispondere ad un sistema in continua trasformazione, compresa la tutela dei lavoratori nei passaggi da un lavoro all’altro, sulla formazione, sulle attitudini e sul merito. Favorire, attraverso le strutture più moderne, l’incontro tra offerta e domanda di lavoro. Occorre ridurre il cuneo fiscale affinché i lavoratori abbiano più soldi in tasca rispetto a quanto pagano le aziende.


È necessario cambiare metodo e prospettiva: per crescere, c’è bisogno di creare possibilità e potenzialità principalmente per i giovani. Allo stesso modo, c’è bisogno di azioni concrete e lungimiranti territoriali, affinché la specificità assuma un ruolo costruttivo contro le diffuse ipocrisie. 

sabato 29 aprile 2017

IN QUATTRO ANNI CANCELLATA ASSEMINI E LA SUA IDENTITÀ

ViviAssemini: «quattro anni di vuoto politico per cavalcare il malessere» 

Il futuro della nostra città è legato alla capacità di dare ad essa un’anima. Bisogna riscoprire e valorizzare l’identità e la specificità per favorire la crescita e lo sviluppo; per governare la globalizzazione. Non basta sentirsi sardi, bisogna trasformare il sentimento in coscienza; in stile di vita e di governo. Assemini è sempre più una città dormitorio abbandonata al destino. Il Sindaco non governa e la sua maggioranza non ha indirizzo politico. La sardità, per loro, è solo uno strumento. 

Il 28 aprile ricorreva “Sa die de sa Sardigna”, ma ad Assemini non si è tenuta alcuna iniziativa. Nemmeno una lettera agli studenti, troppo spesso ignari o un messaggio sul sito istituzionale. In questi quattro anni di governo la Sardegna e le sue difficoltà sono state solo strumentalizzate, senza trovare alcuna risposta pratica nelle competenze del Consiglio comunale, della Commissione cultura e della Giunta. Le poche iniziative che faticosamente erano state avviate in passato sono state cancellate. Chiuso lo Sportello Lingua Sarda ed il Centro pilota della ceramica; cancellata la rassegna del Folklore Internazionale. Non sono stati redatti i progetti sul bilinguismo, sulla toponomastica e sulla divulgazione della storia e delle tradizioni locali. Non è ancora stata formalmente tutelata e valorizzata la produzione, la promozione e la commercializzazione de Sa Panada; neanche della ceramica artistica. Nemmeno una proposta in ambito Città Metropolitana. Assemini è stata indirizzata nel vuoto e piegata agli interessi dei grandi gruppi economici. La classe dirigente si è mostrata inadeguata davanti alle sfide che i processi storici pongono al nostro livello di governo, rafforzando lo stesso sistema che contestano.
Non si può sostenere di amare la Sardegna ed al contempo infischiarsi della propria città. Non si può ancora sperare che le scelte verticistiche risolvano tutti i problemi. Perché, così facendo, si affievolisce la specificità locale e le sue risorse più intime, affermando nuove forme di centralismo utili solo ad alimentare la banalità delle personali ambizioni mediatiche preelettorali.