Esiste una sola forma di rivoluzione che può condurre al
cambiamento. Si chiama “Relazionale” ed è l’unica costruttiva perché è
improntata sulla consapevolezza delle potenzialità e dei limiti. Una
rivoluzione che parte dal miglioramento di se stessi per costruire attivamente
un sistema sociale più coeso e giusto. Siamo parte di una società che, come
scrive Santoru, si basa sull’apparenza, superficialità e arrivismo. Sappiamo
bene che la strada che stiamo percorrendo non è quella giusta, ma poco facciamo
per cambiare.
I vertici di questa società sono, per le loro responsabilità
e posizioni, ampiamente dannosi. I mezzi d’informazione operano in un regime
oligopolistico ed accanto a tante “schiene dritte”, vi è qualche “prostituto”
che alimenta i già vasti deserti. Così come, accanto allo sviluppo di nuove, sane
e costruttive istituzioni sociali vi sono radicati apparati colpevoli di
dissipare risorse. Il sistema politico non è rappresentativo, non perché
superato, ma perché ampiamente clientelare, arrogante, inadeguato, arrivista ed
incapace di valorizzare le opportunità. Sfruttamento del lavoro dipendente ed
autonomo, usura legalizzata, impediscono di sviluppare un sistema economico sociale
e produttivo virtuoso, ad ogni livello di governo.
Una società non può basarsi sulla superficialità
dell’immagine. Occorre ricercare la sostanza, sviluppando il bisogno di
conoscenza e di capacità di ascolto. Le buone maniere, come la sensibilità,
devono uscire dai confini della falsa retorica per diventare patrimonio umano e
grinta per il vero cambiamento che è culturale, prima ancora che anagrafico. La
forza di una società si misura dalla capacità di ragionare ed agire oltre la
infruttuosa cultura verticistica e ciecamente devota al leader. Ogni forma di
civiltà deve affermare la fine della “distruzione dell’altro”. Non bisogna
lasciare spazio al bullo, all’arrivista, all’arrogante, al truffatore, al
corrotto, al potente. Nemmeno all’invidioso, perché ognuno di loro è elemento
di uno stesso processo distruttivo. Difenderli solo per spirito di parte anche
con altalenanti espressioni integraliste, minimizzare o considerarli furbi, è
un modo per alimentare il radicamento del male che ci ha condotto al declino.