lunedì 6 marzo 2017

ASSEMINI HA PERSO LA SUA IDENTITÀ, CON ESSA LA SUA FORZA



In quattro anni di governo municipale, affermata solo la decrescita 





Ad Assemini i grandi temi della vivibilità, sicurezza, nonché della crescita e sviluppo non hanno trovato sufficiente riscontro pratico. Assemini, negli ultimi quattro anni, ha cancellato le politiche di valorizzazione identitaria, riducendo la competitività ed aumentando dipendenza e povertà. In controtendenza, rispetto ad altri comuni, viviamo le conseguenze del qualunquismo, affermandoci come periferia dell’area metropolitana. Questo perché, chi governa, non ha saputo intercettare le opportunità, consolidando Assemini come un povero e trascurato dormitorio. 
Le città sono luoghi in cui si manifestano e si vivono i problemi, ma sono anche ambienti in cui possono e devono essere trovate le soluzioni. Il Sindaco, nonostante viva la sua esperienza da professionista della politica, non ha ancora dimostrato le necessarie qualità per guidare la complessità della macchina amministrativa verso il miglioramento, peggiorando la condizione urbana e delle imprese, quindi dei cittadini. Assemini continua a dissipare risorse; è fuori dalle dinamiche politiche e amministrative generali. La nostra città è un feudo medievale, privato delle sue prospettive. Elusi i punti cruciali del programma elettorale, Sindaco e maggioranza, hanno alimentato un pericoloso deserto i cui effetti negativi ricadranno soprattutto sulle nuove generazioni. L’anonimato che avvolge Assemini può essere superato, ma occorre che si inverta la traiettoria. Occorre uscire dal qualunquismo e dal personalismo, ma anche dalla perenne propaganda, per assumere la responsabilità di costruire nuove opportunità. Occorre investire in un processo di progressiva specificità per differenziarci costruttivamente con l’obiettivo di attrarre ricchezza e costruire benessere generale. In questi quattro anni di governo è facile rilevare l’oggettiva perdita di quel poco che era stato costruito: politiche linguistiche e folklore, ma anche conservazione delle peculiarità gastronomiche e produttive. In tal modo si è allontanata la possibilità di vincere la grande sfida: quella di costruire ed affermare una città con attrazione turistica. 

Il benessere generale si raggiunge contribuendo a definire grandi sfide strategiche. Queste, si vincono con atti di portata straordinaria che non possono prescindere dal bisogno di unire la comunità. Piuttosto che trasformare l’identità in coscienza si è cancellato persino il sentimento. Un fatto di enorme gravità. Eletti per contrastare gli effetti negativi della globalizzazione, li hanno fatti propri, senza nemmeno accorgersene.
    

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