L'amministrazione comunale sta cercando di risolvere la
situazione, ma alcune famiglie sono già finite per strada
ASSEMINI. Un universo di famiglie che rischia lo sfratto. Un
vero e proprio dramma sociale. E non solo. Secondo le ultime statistiche che
rimbalzano dal palazzo civico di piazza Repubblica sarebbero infatti oltre 200
i residenti delle case popolari che potrebbero essere estromessi dai
caseggiati. Il motivo? La morosità degli abitanti, alle prese con la crisi
economica e la disoccupazione sempre più galoppante, soprattutto nell'area
industriale attorno a Macchiareddu. Una situazione che ha già messo in allarme
l'amministrazione comunale riuscita a trovare una soluzione con un programma di
rientro per gli sfratti degli alloggi ex Iacp di via Tevere. Si pensa,
comunque, ad altre agevolazioni. Una su tutte: la cancellazione della Tasi, con
il blocco di altri aumenti della pressione fiscale. Un'emergenza da affrontare,
visto che in tanti non pagano neppure le bollette. Lo sfratto esecutivo emesso
dal giudice è uno spettro da scongiurare per oltre 200 famiglie, con appartamenti
che appartengono ai privati. Una tragedia. Con la giunta impossibilitata a
porre in essere gli interventi di sostegno. Un rompicapo, considerato che
Assemini non è stata inserita nell'elenco delle città ad alta tensione
abitativa ed a rischio sociale. Così si è arrivati a casi da terzo mondo, con
intere famiglie costrette a lasciare la residenza per trascorrere la loro vita
nelle macchine, anche nelle zone centrali della cittadina ai bordi della
statale 130. (luciano pirroni)
Fonte: La Nuova Sardegna del 28 giugno 201
La posizione di ViviAssemini:
Fonte: La Nuova Sardegna del 28 giugno 201
La posizione di ViviAssemini:
Assemini vive una crisi senza precedenti. I drammi sociali
iniziano ad affiorare in tutta la loro drammaticità. Avevamo chiesto alla
maggioranza pentastellata di rompere con le logiche distruttive del passato (di
cui è sostanziale espressione) con un atto fondamentale di innovazione:
coinvolgere tutte le forze politiche e sociali per condividere le responsabilità
ed i doveri del cambiamento, senza nulla chiedere in cambio. Abbiamo avanzato
proposte. Lo abbiamo fatto come singoli, come simpatizzanti delle forze
politiche da cui proveniamo, come organici e promotori del Comitato Civico ed
apartitico ViviAssemini che ha associato formalmente in un mese oltre 400
iscritti. Abbiamo comunicato formalmente al Sindaco la nostra costituzione, ha
letto, ma la risposata è stata il silenzio, rotto dalle esternazioni della sua maggioranza quali: «ora tocca a noi»; «abbiamo la nostra agenda»; «la palla è nostra». Frasi grossolane impoverite da insulti e da inconsistente spavalderia.
La risposta al disagio sociale, all’insicurezza, alla scadente vivibilità è: l’unità,
la capacità di ascoltare, il confronto costruttivo. Un anno è già trascorso ed Assemini
ha bisogno di una svolta immediata e sostanziale.
Nessun commento:
Posta un commento