sabato 28 giugno 2014

Assemini, in 200 rischiano lo sfratto dalle case popolari

L'amministrazione comunale sta cercando di risolvere la situazione, ma alcune famiglie sono già finite per strada



ASSEMINI. Un universo di famiglie che rischia lo sfratto. Un vero e proprio dramma sociale. E non solo. Secondo le ultime statistiche che rimbalzano dal palazzo civico di piazza Repubblica sarebbero infatti oltre 200 i residenti delle case popolari che potrebbero essere estromessi dai caseggiati. Il motivo? La morosità degli abitanti, alle prese con la crisi economica e la disoccupazione sempre più galoppante, soprattutto nell'area industriale attorno a Macchiareddu. Una situazione che ha già messo in allarme l'amministrazione comunale riuscita a trovare una soluzione con un programma di rientro per gli sfratti degli alloggi ex Iacp di via Tevere. Si pensa, comunque, ad altre agevolazioni. Una su tutte: la cancellazione della Tasi, con il blocco di altri aumenti della pressione fiscale. Un'emergenza da affrontare, visto che in tanti non pagano neppure le bollette. Lo sfratto esecutivo emesso dal giudice è uno spettro da scongiurare per oltre 200 famiglie, con appartamenti che appartengono ai privati. Una tragedia. Con la giunta impossibilitata a porre in essere gli interventi di sostegno. Un rompicapo, considerato che Assemini non è stata inserita nell'elenco delle città ad alta tensione abitativa ed a rischio sociale. Così si è arrivati a casi da terzo mondo, con intere famiglie costrette a lasciare la residenza per trascorrere la loro vita nelle macchine, anche nelle zone centrali della cittadina ai bordi della statale 130. (luciano pirroni)
Fonte: La Nuova Sardegna del 28 giugno 201


La posizione di ViviAssemini:
Assemini vive una crisi senza precedenti. I drammi sociali iniziano ad affiorare in tutta la loro drammaticità. Avevamo chiesto alla maggioranza pentastellata di rompere con le logiche distruttive del passato (di cui è sostanziale espressione) con un atto fondamentale di innovazione: coinvolgere tutte le forze politiche e sociali per condividere le responsabilità ed i doveri del cambiamento, senza nulla chiedere in cambio. Abbiamo avanzato proposte. Lo abbiamo fatto come singoli, come simpatizzanti delle forze politiche da cui proveniamo, come organici e promotori del Comitato Civico ed apartitico ViviAssemini che ha associato formalmente in un mese oltre 400 iscritti. Abbiamo comunicato formalmente al Sindaco la nostra costituzione, ha letto, ma la risposata è stata il silenzio, rotto dalle esternazioni della sua maggioranza quali: «ora tocca a noi»; «abbiamo la nostra agenda»; «la palla è nostra». Frasi grossolane impoverite da insulti e da inconsistente spavalderia. La risposta al disagio sociale, all’insicurezza, alla scadente vivibilità è: l’unità, la capacità di ascoltare, il confronto costruttivo. Un anno è già trascorso ed Assemini ha bisogno di una svolta immediata e sostanziale.

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