Lo scorso 19 settembre, presso
lo stabilimento Syndial (Eni) dell’area industriale di Macchiareddu, a poca
distanza dal centro abitato asseminese, si è avvertito un forte boato. La causa
sarebbe addebitabile ad un problema di pressione di una cisterna contenente
acido solforico. Un fatto grave le cui cause non possono essere ridotte ad una
mera indagine interna e solitaria dell’azienda. Senza voler dubitare sull’operato
degli investigatori, il Comitato Civico ViviAssemini invita il Sindaco di
Assemini ad intervenire formalmente per pretendere dall’azienda sicurezza,
nonché chiarezza sulle cause e sugli effetti dell’incidente.
L’esplosione è avvenuta nella
tarda mattinata. Il tappo della cisterna che conteneva circa 80 metri cubi di
acido solforico è saltato. Sul posto è arrivata una squadra dei Vigili del
Fuoco, i colleghi del nucleo Nbcr, i Carabinieri e un'ambulanza del 118. Fortunatamente
nessuno degli operai è rimasto coinvolto. I militari hanno avviato le indagini
per ricostruire l'incidente, mentre i Vigili del Fuoco avrebbero certificato
che non vi è stata fuoriuscita o dispersione di materiale nell’ambiente. Un
fatto molto grave che dimostra il pericolo costante causato dagli impianti
chimici in un’area drammaticamente compromessa la cui portata appare troppo
spesso sottovalutata. Infatti, secondo i dati diffusi dal Ministero della
Salute, risulta tra le aree più inquinate d’Italia. Dai dati si evince che per
‹‹uomini e donne è presente un eccesso di mortalità per le malattie
dell'apparato respiratorio ed un difetto, per i soli uomini, per le malattie
circolatorie. Il tumore della pleura è in eccesso in entrambi i generi››. La
causa sarebbe attribuibile ‹‹alla presenza di impianti chimici e discariche››.
Dal Dipartimento di Sanità Pubblica, sezione Medicina del Lavoro,
dell'Università di Cagliari, è stato pubblicato su “Epidemiologia e
Prevenzione”, che la popolazione maschile residente nel distretto di Cagliari
ovest, esclusa la città di Cagliari, presenta un elevato rischio di contrarre
forme di leucemie. Una condizione di grave disagio che amplifica i danni
causati da un modello rivelatosi inefficiente e dannoso, calato dall’alto e che
ha compromesso ben 445 mila ettari di territorio sardo. Aree che sono state
iscritte in Siti d’Interesse Nazionale (SIN) ossia aree gravemente contaminate
che necessitano di urgenti interventi di bonifica del suolo, del sottosuolo e/o
delle acque superficiali e sotterranee per evitate ulteriori danni ambientali e
sanitari. Circa un sardo su tre (la media nazionale è di 1 italiano su 9) vive
in un SIN, dove si sono registrati 10 mila decessi in eccesso rispetto ai
riferimenti regionali. Pericoli ed inquinamento reale e massiccio che deve
trovare il dovuto interessamento istituzionale anche tra i comuni interessati e
la collaborazione di tutta la comunità, senza integralismi ma con la dovuta
fermezza. Non si può pensare di uscire dalla grave crisi senza avviare un
processo di rilancio culturale, economico e produttivo che sia compatibile e
rispettoso dell’ambiente e della biodiversità.
Il Comitato Civico ViviAssemini invita il Sindaco ad
adoperarsi formalmente per pretendere la massima chiarezza sui fatti accaduti,
sulle cause dell’incidente e sulle contromisure adottate per scongiurare
eventuali altri problemi. È arrivato il momento di porre fine alla disinvoltura
con cui certi argomenti vengono trattati dalle parti in causa, dando ad essi l’importanza
vitale che meritano.
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