sabato 15 agosto 2015

PUC, comiche di un ferragosto torrido


di Massimo Carboni
Il piano Urbanistico Comunale, approvato la scorsa settimana ad Assemini, è come una “corsa a staffetta” e chi taglia il traguardo non ha diritto di fregiarsi di alcun titolo personale. Allo stesso modo, chi ha partecipato alla "competizione" sul PUC deve sentirsi coerentemente parte di uno stesso obiettivo, maturando affiatamento e sincronismo, al fine di concretizzare il risultato socioeconomico e rispettare la funzione pubblica.
Così come la “staffetta” si basa sulla tecnica e sulla velocità dei diversi componenti, il PUC dovrebbe rappresentare il risultato di apporti costruttivi ed in linea con il compito proprio di ciascun partecipante. Come nella “staffetta”, l’approvazione del PUC,  è una variante a squadre di competizioni anche singolari, perciò è necessaria una preparazione supplementare: conoscenza, serenità e senso di responsabilità.
Durante la competizione sportiva è ammesso il tifo che non può prescindere dal rispetto delle persone e dell’essenza dei valori fondamentali dello sport. Allo stesso modo chi è stato chiamato ad assumere un ruolo istituzionale, deve comportarsi con la dovuta maturità. Ogni alterazione è automaticamente impropria e destinata ad alimentare il deserto (già abbastanza vasto).
Come in tutte le competizioni, anche nella “staffetta”, sono previste regole ed autorità con il compito di farle rispettare. Questo, perché l’individuo è ampiamente predisposto ad accettarle e considerarle valide sempre e solo per “gli altri”. Non diversamente accade durante l’approvazione del Puc: in molti, all’opposizione, continuano a predicare certi valori mentre in maggioranza - oltre agli insulti - praticavano rigide forme di cameratismo “0.2”. Evidentemente, con scarsi risultati, per la comunità.
Quando durante una competizione si commette un fallo, interviene il Giudice di gara (super partes). La sua, è una decisione spesso difficile, ma ha valore vincolante. I concorrenti possono esprimere il loro parere, ma non ribaltare il giudizio. Nel caso del Puc, invece, la “musica” si fa più “dura”. Sia che il Puc sia approvato con il voto potenzialmente illegittimo di alcuni membri della maggioranza ritenuti incompatibili, sia che venga approvato con i voti di una parte della minoranza (veramente disponibile) per evitare questioni di legittimità, il Puc è sempre lo stesso. Non cambia. È lo stesso che parte da lontano e che per due volte è stato “approvato” all’unanimità durante quest’ultima consiliatura. Quindi, perché una parte della minoranza fa ricorso? Quale interesse legittimo è stato violato? Il PUC, senza un progetto politico annesso, è solo un costo aggiuntivo per i cittadini.  

Insomma, è come se si decide di disputare un “torneo” con due squadre su tre competizioni. Vince chi consegue due primi posti su tre. Se la prima squadra ne vince tre e la terza nessuno, questa, non può pretendere di annullare l’intero torneo solo perché si è scoperto un fallo durante l’ultima partita non ripreso dal giudice di gara. Il risultato non cambia. La prima squadra, in ogni caso, ha vinto. Un comportamento del genere sarebbe sleale. In politica, invece, “strumentale” e nasconde la stessa sete di vendetta e mancanza di progettualità della maggioranza. La stessa che chiede le dimissioni della minoranza. A proposito, a che titolo?

Buon ferragosto!  

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