di Massimo Carboni
Era il mese di gennaio del 2014 quando i cittadini di
Assemini s’indignarono per come venne ridotta la Piazza Sant’Andrea, in
occasione de “Su fogaroni” di Sant’Antonio, sotto gli occhi degli impassibili
neo amministratori grillini. Il Sindaco, alle doverose e pubbliche scuse, preferì rispondere
con il solito duro attacco, sottolineando che la «vera vergogna era la vicina Chiesa
in stato di abbandono». Da allora, il tempo è passato. Dall’insediamento del
Sindaco, ben oltre due anni, ma lo stato della Chiesa continua a peggiorare ed
anche il fuoco ha perso la sua espressione mitologica e la sua sacralità.
La piazza Sant’Andrea è sempre stata per anni il
biglietto da visita della Città di Assemini, per chi arriva dalla vicina
Cagliari. Come per tutte le piazze cittadine ed i giardini pubblici, è vietato effettuare
giochi con la palla, di transitarvi con qualsiasi veicolo, fatta eccezione per
i tricicli condotti da bambini accompagnati da genitori, di effettuarvi
qualsiasi gioco con pattini, tavole e altri acceleratori di andatura che
possono arrecare danni alle cose e molestie alle persone presenti. Divieto che
vale evidentemente per i cittadini, ma non per i politici “rivoluzionari” al
potere.
La piazza è sempre stata curata, mentre negli ultimi
anni riflette il degrado dell’intera cittadina, trascurata e sporca. Una città ricca
di opportunità, ma priva di una identità e che tarda ad avviare una strategia vincente
per la crescita e lo sviluppo. I cittadini sono delusi.
L’attuale maggioranza grillina, alla doverosa
assunzione di responsabilità, ha sempre preferito negare anche l’apparenza,
rilanciando un mare di promesse destinate puntualmente a cadere nel vuoto e
nella confusione del qualunquismo, espresso goffamente fin dal giorno dell’insediamento.
Quando i cittadini chiesero di ripagare i danni che avevano causato alla
piazza, il Sindaco rispose, come al solito, molto seccato. In effetti, ai
politici di professione non sono mai piaciuti i discorsi sulle indennità. Fatto
che ad Assemini assume rilevanza oggettiva nel momento in cui nemmeno la
promessa di ridurre le loro indennità è mai stata rispettata. Immaginiamoci
ripagare un danno! Sarebbe stato come creare uno scomodo precedente.
Nella piazza Sant’Andrea, sorge, appunto, la Chiesa settecentesca
dedicata all'Apostolo pescatore. Come riporta il sito ufficiale del Comune di Assemini: «un tempo Chiesa
campestre, oggi avamposto dell'espansione dell'edilizia cittadina». Un
patrimonio importante che in altre realtà sarebbe un rilevante elemento da
raccontare per assumere una funzione integrante e generatrice di rilancio
culturale ed economico territoriale. La Chiesa era e rimane in rovina. Perché
per “cambiare” ci vuole ben altro che la semplice e grottesca indignazione del politicante. Ora,
ci chiediamo, quando e come il Sindaco intenda recuperare la Chiesa di Sant’Andrea
dalla condizione di abbandono da lui stesso denunciata.
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