LETTERA APERTA alla Presidente del Consiglio comunale e al Sindaco
Presidente, Sindaco,
per il secondo anno è stata
deliberata una riduzione Tari per gli esercenti disposti a privarsi delle Slot
Machine, indipendentemente dal fatto che abbiano o meno i requisiti per
impiantare tali macchine o che conferiscano correttamente i propri rifiuti
solidi urbani. Il minore introito ricadrà su tutti i cittadini, indistintamente.
Riteniamo questo un errore, sia per la lotta alle dipendenze, sia per il miglioramento
del servizio di igiene urbana. Non intendiamo polemizzare, ma spingere ad una riflessione,
fornendo alcuni spunti che l’amministrazione comunale avrebbe dovuto approfondire
prima di decidere.
La
deliberazione è sostanzialmente motivata dall’obiettivo di ridimensionare la
dipendenza dal gioco. Un fine lodevole, ma che - con queste manovre - non ha trovato e non
troverà alcun riscontro.
Ogni
individuo destina il proprio denaro per soddisfare bisogni che sono, oltre a quelli
primari, soggettivi. Spesso la soggettività nasconde comportamenti
autolesionistici ed egoistici. Però, il proibizionismo, nelle sue differenti
esternazioni, ha sempre prodotto risultati peggiori rispetto ai mali che
intendeva combattere. Alimenta sempre clandestinità, abusivismo e criminalità.
I
volumi d’affari si assottigliano sempre più e le attività classiche non
producono più i redditi che producevano un tempo. Questo anche a causa di
errate manovre economiche o per l’immobilismo, anche dei comuni. L’introito del
gioco è divenuto, in diversi casi, la principale voce d’entrata. Quella con cui
si paga un carico fiscale complessivo intorno al 63% che in gran parte finisce
“a tarallucci e vino” o, se si preferisce, in sprechi e rendite di posizione.
Come già precisato lo sconto sulla tassa dei rifiuti proposto dalla Giunta e
approvata dal Consiglio comunale non ha comportato alcuna minore dipendenza dal
gioco. La nuova deliberazione, come la precedente, alimenta solo il galoppante
conformismo. In ogni caso, qualora una riduzione della Tari comportasse una convenienza
economica per l’esercente, il gioco si sposterebbe in altri ambienti o in altre
infinite opportunità.
L’industria
del gioco esiste da centinaia di anni e si caratterizza per un trend di
crescita costante e continuo nel tempo. L’impennata si è registrata con la
diffusione di internet e delle sue applicazioni, grazie alla facilità, accessibilità
e riservatezza del gioco. Nel mondo, il mercato dei giochi legali, sia on-line
sia off-line, conferma una raccolta (al netto dei premi erogati) di oltre 420
miliardi di dollari. Del totale raccolto, 34 miliardi (8,2% valore complessivo)
derivano dal gioco on-line con una crescita pari al 10,2%. Soldi liberamente
spesi dagli utenti e sottratti alla criminalità organizzata. Soldi che anche lo
Stato Italiano, per un importo pari a 9 miliardi di euro l’anno, redistribuisce
erogando servizi, anche attraverso i Comuni. Quella del gioco è la terza
industria italiana: il giro d’affari ammonta al 4% del Pil, registra 120 mila
occupati in 5 mila aziende operanti. Il fatturato complessivo è pari a tre
manovre economico-finanziarie medie. L’Italia è il Paese in cui si gioca di più
ed è terzo a livello mondiale. Ogni italiano gioca mediamente 1.260,00 euro
procapite annui. In Italia la raccolta complessiva annua supera gli 80 miliardi
con tassi di crescita costante stimabili nel 5,7%. Il gioco on-line è quello
più fertile, visto che rappresenta “solo” il 4% del mercato complessivo.
Secondo il livello di studio, gioca: dal 75 all’80% di chi ha la licenza elementare
e media; 70% dei diplomati; 61% dei laureati. Rispetto all’occupazione, gioca:
70% degli occupati; 80% dei precari; 86,7% di chi beneficia di ammortizzatori
sociali.
Chi
gioca è una persona e non rientra in uno standard definito o definibile in
senso stretto. Il gioco è sempre esistito, specie in periodi di forte crisi: si
riduce la propensione all’investimento e al risparmio, aumenta quella legata
alla “fortuna”. La differenza sta nella possibilità che oggi, con la
legalizzazione, si ha di tracciare la fonte del denaro e la sua destinazione,
nonché intervenire nella prevenzione e nella cura della dipendenza perché si
conosce il fenomeno. Tanti giocatori patologici sanno bene che sbagliano, ma è
più forte di loro. Capita la stessa cosa al fumatore, all’alcolista, al
tossicodipendente. Lo stesso alto rischio di perdere è stimolo al gioco, così
come l’aumentare della posta in palio. Lo è stato per il flipper e lo è per il
biliardo e il calcio balilla (dove si scommette clandestinamente da sempre). Ma,
anche per il poker, ramino, tarocchi, dama. Un incentivo altrettanto
determinante è quello fornito dalle Istituzioni quando propagandano una nuova
vita al prezzo di un “Gratta & Vinci”, ad esempio.
Per
concludere, alla Giunta spetta il compito di proporre azioni politiche utili a
creare benessere e combattere le criticità dando ai propri cittadini ragioni e
strumenti per uscire dalle dipendenze. Al Consiglio comunale spetta produrre
miglioramenti, avvalendosi di chi ha competenze tecniche e scientifiche per
indirizzare l’intera macchina amministrativa verso soluzioni produttive di
utilità, nell’ottica di un equilibrio possibile tra legalità-sicurezza del
gioco e salute pubblica.
Assemini,
09 gennaio 2017
Cordiali
saluti