Ogni genocidio è distruzione ed in quanto
tale una follia ingiustificabile.
Vi sono mali che non possono trovare
interpretazioni ad intensità variabile. Non possiamo accettare che le
percezioni di un gruppo possano ergersi a valore universale e vincolante. Perché
non vi è differenza sostanziale tra la deportazione nei campi di concentramento
e l'orrore delle foibe, come di ogni altra forma di violenza efferata, crimine
razziale, di classe e vendetta politica.
Per decenni la storia non ha raccontato la
verità sulle foibe, complice di una cultura dominante che ha imposto la propria
visione nel nome di un conformismo di comodo. Oggi possiamo sconfiggere la
tentazione sempre viva di imporre forme di pensiero unico perché abbiamo gli
strumenti per essere liberi attraverso la conoscenza ed il confronto
costruttivo.
Commemorare la "Giornata del
ricordo" è anche un obbligo giuridico che compete anche al Comune di
Assemini. Lo scorso anno è stato fatto, seppure con una timida iniziativa.
Quest'anno no, subordinandone l'alto valore intrinseco all'interesse elettorale
di un Sindaco che, non avendo alcuna visione politico culturale, naufraga nel
più totale qualunquismo, insufficienza amministrativa e nella menzogna servile.
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