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Lettera aperta all'assessore allo sviluppo economico, Diego Corrias
Bisogna reagire alla crisi. È questa la
sintesi della richiesta che il Comitato Civico “ViviAssemini” ha riportato in
una lettera trasmessa questa mattina all’assessore allo sviluppo economico,
Diego Corrias. Oggi viviamo i drammi degli errori del passato. Per uscire dal
collasso economico non basta la scelta dei partiti di dichiarare la povertà
illegale. Ci vuole sinergia, azione strategica, un progetto. Perciò abbiamo chiesto
all’assessore di spiegare ai cittadini quale percorso stia seguendo per
rilanciare la Città.
Riteniamo che le città siano luoghi in cui
emergono problemi, ma anche dove possono trovarsi soluzioni. Spetta a tutti
contribuire alla crescita, ma la politica deve governare gli effetti dei
cambiamenti; dell’instabilità economica; dell’allentamento dei rapporti tra
crescita economica, occupazione e progresso sociale. Siamo consapevoli dei
limiti di un Comune, ma pensiamo che sia necessario individuare spazi di
manovra, partendo dalla valorizzazione delle diversità per affiancare a quella
globale una economia locale sostenibile. Ciò deve avvenire radicando nel
tessuto economico asseminese competenze e risorse. Le diversità
socioeconomiche, culturali e generazionali vanno messe a sistema, capitalizzate
in ragione del loro potenziale. Bisogna lavorare per superare gli opprimenti
ritardi strutturali. È necessario passare dal sentimento alla coscienza identitaria,
affinché la nostra sardità possa essere in grado di esprimere valore aggiunto.
Dobbiamo combattere la pericolosa standardizzazione, attivandoci con azioni
logiche che facciano conoscere Assemini e le sue risorse per stimolare la
domanda e per attrarre investimenti.
Assemini è in una fase di sostanziale
stallo economico con pesanti ripercussione socioculturali e ambientali. In
passato, non si è dato importanza ai segni di indebolimento della sua struttura
socioeconomica; all’affievolimento delle sue capacità generative ed attrattive.
Non sono stati anticipate e non sono stati predisposte azioni adeguate per
affrontare i cambiamenti richiesti dal contesto globale di “competizione
territoriale”, causando una caduta del livello delle aziende in esercizio.
Fatti che non hanno registrato nemmeno da parte degli operatori adeguata
capacità reattiva. Nelle ultime consiliature è passata in secondo piano
l’urgenza di rafforzare la base economica e l’esigenza di spronare
l’innovazione per rispondere alle crescenti e mutevoli esigenze
socioeconomiche. Ora, con la crisi, questi gravi errori si sono accentuati e
con essi i drammi che viviamo.
Lettera Aperta
Gentile assessore,
bisogna reagire alla crisi. Sicurezza, lavoro, innovazione, vivibilità,
decoro, identità e drammi sociali sono stati per troppo tempo relegati a una
funzione prevalentemente disarticolata ed elettoralistica. Per uscire dal
collasso economico non basta la scelta dei partiti di dichiarare la povertà
illegale. Ci vuole sinergia, azione strategica, un progetto. Le chiediamo di
spiegare quale percorso sta seguendo affinché i cittadini possano conoscere per
giudicare.
Per quanto ci riguarda, non intendiamo esimerci dai nostri doveri,
quindi Le rappresentiamo il nostro pensiero sull’argomento.
Riteniamo che le città siano luoghi in cui emergono problemi, ma anche
dove possono trovarsi soluzioni. I confini di ogni città non corrispondono più
alla semplice realtà fisica, sociale, economica, culturale ed ambientale dello
sviluppo urbano. Questo rende necessario elaborare e applicare nuovi modelli di
governance flessibili che privilegino
nuovi rapporti politici. Noi consideriamo le città come ambienti di sviluppo e
coesione sociale avanzati, di alloggi socialmente equilibrati, di servizi
efficienti rivolti a tutti. Vediamo le città come una piattaforma della
Democrazia; del dialogo culturale e della diversità come ricchezza; come un
luogo della rinascita ecologica e ambientale; un luogo ospitale capace di
attrarre; un volano della crescita secondo un modello economico sociale e
civile di mercato. Quindi, spetta a tutti contribuire a dare vitalità ad
Assemini, ma spetta alla politica governare gli effetti dei cambiamenti
demografici; dell’instabilità economica; dell’allentamento dei rapporti tra crescita
economica, occupazione e progresso sociale. Le minacce devono essere
scongiurate, gestite superando l’impostazione settoriale, trasformate in
opportunità.
Siamo consapevoli dei limiti di un Comune, ma pensiamo che sia
necessario individuare gli spazi di manovra, partendo dalla valorizzazione
delle diversità per affiancare all’economia globale una economia locale
sostenibile. Ciò deve avvenire radicando nel tessuto economico asseminese
competenze e risorse, nonché incentivando la partecipazione sociale e
l’innovazione. Le diversità socioeconomiche, culturali e generazionali vanno messe
a sistema, capitalizzate in ragione del loro potenziale. La segregazione
territoriale si combatte anche sostenendo politiche di valorizzazione della
biodiversità, coniugandole con sviluppo di qualità per favorire ciò che è in
simbiosi con le nostre vocazioni. Bisogna lavorare su più livelli politici per
superare gli opprimenti ritardi strutturali. Occorre investire e valorizzare
pienamente le risorse naturali e culturali presenti e nascoste, compresa la
nostra lingua. Insegnare e divulgare ogni potenzialità, per passare dal
sentimento alla coscienza che la nostra sardità è in grado di esprimere,
elevandola a rango di fattore della produzione. Per sconfiggere la pericolosa
standardizzazione, dobbiamo attivarci con azioni logiche che facciano conoscere
tutta Assemini per stimolare la domanda nonché nuove e vincenti iniziative
economiche. Dobbiamo imparare a “raccontare la nostra città”.
Come molte altre città della Sardegna, da troppo tempo Assemini segue
una traiettoria di sviluppo molto debole. Subiamo gli effetti devastanti delle
scelte e delle omissioni politiche ed amministrative del passato. Esauriti i
fattori che avevano generato il suo sviluppo, Assemini è in una fase di sostanziale
stallo economico con pesanti ripercussione socioculturali e ambientali.
Assemini, in passato, non ha dato importanza ai segni di indebolimento della
sua struttura; all’affievolimento delle sue capacità generative ed attrattive,
confidando nella stabilità economica che il suo rango di “città del
divertimento” sembrava garantirle. Stessa cosa relativamente alla presenza del
polo industriale, prevalentemente chimico. Assemini non ha anticipato e non si
è predisposta ad affrontare i cambiamenti richiesti dal contesto globale di
“competizione territoriale”, causando una caduta del livello delle aziende in
esercizio e delle prospettive di crescita. Fatti che non hanno registrato
nemmeno da parte degli operatori adeguata capacità reattiva.
Nelle ultime consiliature il focus della riflessione e dei processi
decisionali ha dato rilevanza assoluta al PUC senza però ragionare
preventivamente sullo stato attuale e senza confrontarsi guardando al futuro. È
passata in secondo piano l’urgenza di rafforzare la base economica e l’esigenza
di spronare l’innovazione per rispondere alle crescenti e mutevoli esigenze
socioeconomiche. Ora, con la crisi, questi gravi errori, si sono accentuati con
conseguenze drammatiche.
Nel rimanere a
disposizione per ogni eventuale chiarimento, La ringraziamo anticipatamente e porgiamo
cordiali saluti.
Comitato
Civico
“ViviAssemini”
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