martedì 22 marzo 2016

La città deve uscire dalla crisi

Foto simbolo

Lettera aperta all'assessore allo sviluppo economico, Diego Corrias



Bisogna reagire alla crisi. È questa la sintesi della richiesta che il Comitato Civico “ViviAssemini” ha riportato in una lettera trasmessa questa mattina all’assessore allo sviluppo economico, Diego Corrias. Oggi viviamo i drammi degli errori del passato. Per uscire dal collasso economico non basta la scelta dei partiti di dichiarare la povertà illegale. Ci vuole sinergia, azione strategica, un progetto. Perciò abbiamo chiesto all’assessore di spiegare ai cittadini quale percorso stia seguendo per rilanciare la Città.

Riteniamo che le città siano luoghi in cui emergono problemi, ma anche dove possono trovarsi soluzioni. Spetta a tutti contribuire alla crescita, ma la politica deve governare gli effetti dei cambiamenti; dell’instabilità economica; dell’allentamento dei rapporti tra crescita economica, occupazione e progresso sociale. Siamo consapevoli dei limiti di un Comune, ma pensiamo che sia necessario individuare spazi di manovra, partendo dalla valorizzazione delle diversità per affiancare a quella globale una economia locale sostenibile. Ciò deve avvenire radicando nel tessuto economico asseminese competenze e risorse. Le diversità socioeconomiche, culturali e generazionali vanno messe a sistema, capitalizzate in ragione del loro potenziale. Bisogna lavorare per superare gli opprimenti ritardi strutturali. È necessario passare dal sentimento alla coscienza identitaria, affinché la nostra sardità possa essere in grado di esprimere valore aggiunto. Dobbiamo combattere la pericolosa standardizzazione, attivandoci con azioni logiche che facciano conoscere Assemini e le sue risorse per stimolare la domanda e per attrarre investimenti.

Assemini è in una fase di sostanziale stallo economico con pesanti ripercussione socioculturali e ambientali. In passato, non si è dato importanza ai segni di indebolimento della sua struttura socioeconomica; all’affievolimento delle sue capacità generative ed attrattive. Non sono stati anticipate e non sono stati predisposte azioni adeguate per affrontare i cambiamenti richiesti dal contesto globale di “competizione territoriale”, causando una caduta del livello delle aziende in esercizio. Fatti che non hanno registrato nemmeno da parte degli operatori adeguata capacità reattiva. Nelle ultime consiliature è passata in secondo piano l’urgenza di rafforzare la base economica e l’esigenza di spronare l’innovazione per rispondere alle crescenti e mutevoli esigenze socioeconomiche. Ora, con la crisi, questi gravi errori si sono accentuati e con essi i drammi che viviamo. 




 

Lettera Aperta


Gentile assessore,

                                     bisogna reagire alla crisi. Sicurezza, lavoro, innovazione, vivibilità, decoro, identità e drammi sociali sono stati per troppo tempo relegati a una funzione prevalentemente disarticolata ed elettoralistica. Per uscire dal collasso economico non basta la scelta dei partiti di dichiarare la povertà illegale. Ci vuole sinergia, azione strategica, un progetto. Le chiediamo di spiegare quale percorso sta seguendo affinché i cittadini possano conoscere per giudicare.

Per quanto ci riguarda, non intendiamo esimerci dai nostri doveri, quindi Le rappresentiamo il nostro pensiero sull’argomento.

Riteniamo che le città siano luoghi in cui emergono problemi, ma anche dove possono trovarsi soluzioni. I confini di ogni città non corrispondono più alla semplice realtà fisica, sociale, economica, culturale ed ambientale dello sviluppo urbano. Questo rende necessario elaborare e applicare nuovi modelli di governance flessibili che privilegino nuovi rapporti politici. Noi consideriamo le città come ambienti di sviluppo e coesione sociale avanzati, di alloggi socialmente equilibrati, di servizi efficienti rivolti a tutti. Vediamo le città come una piattaforma della Democrazia; del dialogo culturale e della diversità come ricchezza; come un luogo della rinascita ecologica e ambientale; un luogo ospitale capace di attrarre; un volano della crescita secondo un modello economico sociale e civile di mercato. Quindi, spetta a tutti contribuire a dare vitalità ad Assemini, ma spetta alla politica governare gli effetti dei cambiamenti demografici; dell’instabilità economica; dell’allentamento dei rapporti tra crescita economica, occupazione e progresso sociale. Le minacce devono essere scongiurate, gestite superando l’impostazione settoriale, trasformate in opportunità.

Siamo consapevoli dei limiti di un Comune, ma pensiamo che sia necessario individuare gli spazi di manovra, partendo dalla valorizzazione delle diversità per affiancare all’economia globale una economia locale sostenibile. Ciò deve avvenire radicando nel tessuto economico asseminese competenze e risorse, nonché incentivando la partecipazione sociale e l’innovazione. Le diversità socioeconomiche, culturali e generazionali vanno messe a sistema, capitalizzate in ragione del loro potenziale. La segregazione territoriale si combatte anche sostenendo politiche di valorizzazione della biodiversità, coniugandole con sviluppo di qualità per favorire ciò che è in simbiosi con le nostre vocazioni. Bisogna lavorare su più livelli politici per superare gli opprimenti ritardi strutturali. Occorre investire e valorizzare pienamente le risorse naturali e culturali presenti e nascoste, compresa la nostra lingua. Insegnare e divulgare ogni potenzialità, per passare dal sentimento alla coscienza che la nostra sardità è in grado di esprimere, elevandola a rango di fattore della produzione. Per sconfiggere la pericolosa standardizzazione, dobbiamo attivarci con azioni logiche che facciano conoscere tutta Assemini per stimolare la domanda nonché nuove e vincenti iniziative economiche. Dobbiamo imparare a “raccontare la nostra città”.

Come molte altre città della Sardegna, da troppo tempo Assemini segue una traiettoria di sviluppo molto debole. Subiamo gli effetti devastanti delle scelte e delle omissioni politiche ed amministrative del passato. Esauriti i fattori che avevano generato il suo sviluppo, Assemini è in una fase di sostanziale stallo economico con pesanti ripercussione socioculturali e ambientali. Assemini, in passato, non ha dato importanza ai segni di indebolimento della sua struttura; all’affievolimento delle sue capacità generative ed attrattive, confidando nella stabilità economica che il suo rango di “città del divertimento” sembrava garantirle. Stessa cosa relativamente alla presenza del polo industriale, prevalentemente chimico. Assemini non ha anticipato e non si è predisposta ad affrontare i cambiamenti richiesti dal contesto globale di “competizione territoriale”, causando una caduta del livello delle aziende in esercizio e delle prospettive di crescita. Fatti che non hanno registrato nemmeno da parte degli operatori adeguata capacità reattiva.

Nelle ultime consiliature il focus della riflessione e dei processi decisionali ha dato rilevanza assoluta al PUC senza però ragionare preventivamente sullo stato attuale e senza confrontarsi guardando al futuro. È passata in secondo piano l’urgenza di rafforzare la base economica e l’esigenza di spronare l’innovazione per rispondere alle crescenti e mutevoli esigenze socioeconomiche. Ora, con la crisi, questi gravi errori, si sono accentuati con conseguenze drammatiche.  

Nel rimanere a disposizione per ogni eventuale chiarimento, La ringraziamo anticipatamente e porgiamo cordiali saluti.

Comitato Civico
“ViviAssemini”

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