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Laura Boldrini, Presidente della Camera (Sel) |
«Stipendi d’oro, rimborsi
generosi, pensioni ricche e per duemila fortunati pure il vitalizio. Ma
deputati e senatori possono contare anche su una super assicurazione», scrive Alberto Di Majo su La Stampa. Naturalmente a spese di
noi cittadini.
«La convenzione - continua Di Majo - è stata stipulata tra la
Camera e la società Generali due anni fa e sarà valida fino al 31 marzo del
2017. Ogni anno la Camera paga poco più di 1.200.000 euro per assicurare gli
onorevoli. Di questi, più di 340 mila euro sono a carico degli italiani. Gli
altri 862 mila sono coperti dal fondo di solidarietà per i deputati che è sulle
spalle dei singoli eletti a Montecitorio». Che
comunque paghiamo noi.
La polizza copre l’invalidità permanente da infortuni o
malattia e l’eventuale morte dei deputati. Per quest’ultima il capitale
assicurato per ciascun onorevole è stabilito in questo modo: 400 mila euro per
quelli che hanno un’età tra i 25 e i 39 anni, 325 mila euro per la fascia 40-49
anni, 285 mila per quella 50-59 anni, 245 mila euro per i deputati che hanno da
60 a 65 anni e, infine, 200 mila euro per quelli che hanno 66 anni o più. “L’assicurazione
- spiega l’articolo 6 della convenzione - copre i rischi di morte degli
assicurati qualunque ne sia la causa determinante - oggettiva e/o soggettiva -
prescindendo del tutto da franchigie temporali e da dichiarazioni o
documentazioni sanitarie in ordine allo stato di salute degli assicurati
medesimi”.
«Gli eventuali eredi dello
sfortunato onorevole - spiega il giornalista - avranno il capitale previsto in
caso di morte anche se “il corpo dell’assicurato non venga ritrovato e si
presuma sia avvenuto il decesso”. L’assicurazione vale anche per gli infortuni
gravi degli onorevoli sia nell’esercizio delle loro funzioni, “sia nello
svolgimento di ogni altra attività che non abbia carattere professionale,
avvenuta in qualunque circostanza senza riguardo al tempo, al luogo ed ai mezzi”.
La polizza fa degli esempi di possibili infortuni che potrebbero accadere agli
assicurati-deputati: asfissia, avvelenamento, intossicazione, affogamento,
colpi di sole o di calore, da assideramento, malattie tropicali e anche, non si
sa mai, “punture e morsi di animali”».
Scrive Di Majo: «i deputati
possono stare tranquilli, la polizza copre pure i danni subiti “in stato di
ebbrezza” e quelli “imputabili a colpa grave dell’assicurato stesso o del
beneficiario”. Insomma, anche se l’onorevole, come si dice, se l’andasse a
cercare, sarebbe assicurato. Per l’invalidità permanente da infortunio il
capitale è stabilito in poco più di 516 mila euro. Quello, invece, per
invalidità permanente da malattia è di 258 mila euro».
Per carità, tutti i parlamentari possono avere
un’assicurazione, ci mancherebbe. Ma non potrebbero pagarla interamente da
soli? La risposta è No!
Durante la seduta di bilancio è stato presentando un ordine
del giorno che chiedeva all’Ufficio di presidenza e al Collegio dei questori di
“valutare l’opportunità di prevedere che gli oneri relativi alla predetta
convenzione assicurativa siano integralmente sostenuti dai deputati”. La larga
maggioranza dell’Aula ha votato contro. Eppure i 280 milioni di soldi pubblici che i deputati dei
partiti incassano ogni anno, tra stipendi, rimborsi e vitalizi dovrebbero
bastare.