La Raggi, coerentemente alla sua campagna elettorale, ha
detto ufficialmente NO alla candidatura di Roma per le Olimpiadi del 2024. Anche
i cittadini hanno già detto NO. Eppure l’ennesima sceneggiata all’italiana va in
onda con tutto il suo impeto tragicomico.
In Sardegna a vestire i panni del
paladino pro Olimpiadi è il Sindaco del Capoluogo che intravede in questa posizione
un’occasione di rilancio dell’economia e dell’immagine di Cagliari e della Sardegna,
incurante del fatto che il settore pubblico è talmente corrotto e inefficiente
che ci mancano soltanto i finanziamenti pubblici per un mega evento come le
Olimpiadi per distruggere definitivamente quel poco che ancora sopravvive.
Si potrebbe, però, riproporre la questione in un’altra
prospettiva, già sollevata in passato da Carlo Lottieri. Se il Sindaco di Cagliari ritiene che l’idea delle
Olimpiadi sia buona, immagino abbia valutato tecnicamente che i costi siano
oggettivamente inferiori ai benefici. Perché se così è sarebbe bene che tutto
questo venisse finanziato da chi crede in questa iniziativa e non da chi è
contrario o indifferente.
Sostanzialmente, il Sindaco di Cagliari, “metta mano al suo
personale portafoglio e giochi i suoi 50/100 mila euro. Perché se il progetto è
davvero interessante, troverà sicuramente tanti altri capitali privati ben più
consistenti e imprese private di cospicue dimensioni che lo seguiranno per dare
corpo al progetto per costruire stadi, infrastrutture e tutto quello di cui c’è
bisogno”.
Del resto, le uniche Olimpiadi che hanno prodotto utilità e
produttività reale sono state quelle di Atlanta, in America. Un vero affare per
le società private che organizzarono e gestirono il tutto, senza gravare
minimamente sulle tasche dei cittadini. Anzi, i cittadini ci guadagnarono. Inoltre,
sarebbe il primo caso italiano di spartizione/ripartizione della torta senza
ripercussioni penali.
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