giovedì 3 novembre 2016

Assemini, centro storico deprimente. Serve un patto collettivo per valorizzarlo

Assemini, centro storico

I comuni hanno il compito di agire per la definizione di un modello di crescita e sviluppo nonché rispondere ai bisogni espressi e latenti, creando sempre nuove opportunità di rilancio socioeconomico a tutela delle libertà. Nel frattempo, ad Assemini anche il Centro Storico muore, minando definitivamente la fondamentale propensione socioculturale e produttiva dell’identità. Per far crescere Assemini e la Sardegna servono meno slogan e più fatti concreti.

Vivibilità, sicurezza, innovazione, decoro, identità e lavoro continuano ad essere bisogni sostanziali che occorre soddisfare concretamente attraverso una visione integrata e strategica. Il Centro Storico asseminese è stato interessato - in passato - da parziali interventi di recupero e conservazione. In alcuni casi qualificanti, in altri obiettivamente meno. Sempre in passato, hanno assunto rilevanza anche gli sforzi dei residenti, oramai unici interpreti di un’area che necessita di uscire dall’anonimato e dalle precarie condizioni infrastrutturali. Riteniamo che chi è stato investito della fiducia politica e amministrativa debba superare la confusione tra mezzo e fine, nonché trovare nella coerenza e nella condivisione la strada per creare benessere.

Il Centro Storico deve assolvere alla funzione di identificazione sociale, di luogo della memoria, ma anche di riequilibrio ambientale e di qualità della vita. Deve essere luogo di accoglienza e conoscenza. Questo, non solo per i residenti, ma anche per costruire elementi attrattivi in grado di incentivare nuove opportunità di sviluppo sociale, economico e culturale. È necessario che chi ha ricevuto il mandato amministrativo maturi per primo la consapevolezza che il rapporto con i cittadini non deve uscire dagli argini della rappresentanza. Mentre, spetta al Comune il ruolo di propulsore di un’azione progettuale anche in grado di superare la tendenza all’ampliamento del tessuto urbano per incentivare la trasformazione e la qualificazione di quello esistente.

Per costruire la bella città che tutti auspichiamo, così come per far crescere la nostra Sardegna, bisogna valorizzare le risorse a portata di mano, valutando le vocazioni e puntando in alto stabilendone prima la natura poi i confini. È come un grande puzzle: prima si sviluppa l’immagine ampiamente condivisa e tecnicamente possibile, poi ognuno partecipa consapevolmente alla costruzione con il proprio adeguato tassello. Solo così l’immagine pensata emergerà concretamente.


È tempo di avviare una matura convergenza tra le forze politiche e sociali, perché c’è bisogno di un “patto collettivo” che renda la Città patrimonio di tutti. Perché occorre assicurare un futuro dignitoso ad Assemini e ai suoi cittadini, partendo dal presupposto che ciascuno deve imparare a superare i propri limiti. Perché se non si lavora uniti e con coerenza per creare crescita e sviluppo, Assemini è destinata ad estinguersi. 

Nessun commento:

Posta un commento