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Assemini, centro storico |
I comuni hanno il compito di agire
per la definizione di un modello di crescita e sviluppo nonché rispondere ai
bisogni espressi e latenti, creando sempre nuove opportunità di rilancio
socioeconomico a tutela delle libertà. Nel frattempo, ad Assemini anche il
Centro Storico muore, minando definitivamente la fondamentale propensione socioculturale
e produttiva dell’identità. Per far crescere Assemini e la Sardegna servono
meno slogan e più fatti concreti.
Vivibilità, sicurezza, innovazione,
decoro, identità e lavoro continuano ad essere bisogni sostanziali che occorre
soddisfare concretamente attraverso una visione integrata e strategica. Il
Centro Storico asseminese è stato interessato - in passato - da parziali interventi
di recupero e conservazione. In alcuni casi qualificanti, in altri obiettivamente
meno. Sempre in passato, hanno assunto rilevanza anche gli sforzi dei
residenti, oramai unici interpreti di un’area che necessita di uscire
dall’anonimato e dalle precarie condizioni infrastrutturali. Riteniamo che chi
è stato investito della fiducia politica e amministrativa debba superare la confusione
tra mezzo e fine, nonché trovare nella coerenza e nella condivisione la strada
per creare benessere.
Il Centro Storico deve assolvere alla funzione di
identificazione sociale, di luogo della memoria, ma anche di riequilibrio
ambientale e di qualità della vita. Deve essere luogo di accoglienza e
conoscenza. Questo, non solo per i residenti, ma anche per costruire elementi
attrattivi in grado di incentivare nuove opportunità di sviluppo sociale, economico
e culturale. È necessario che chi ha ricevuto il mandato amministrativo maturi per
primo la consapevolezza che il rapporto con i cittadini non deve uscire dagli
argini della rappresentanza. Mentre, spetta al Comune il ruolo di propulsore di
un’azione progettuale anche in grado di superare la tendenza all’ampliamento
del tessuto urbano per incentivare la trasformazione e la qualificazione di
quello esistente.
Per costruire la bella città che tutti auspichiamo, così come
per far crescere la nostra Sardegna, bisogna valorizzare le risorse a portata
di mano, valutando le vocazioni e puntando in alto stabilendone prima la natura
poi i confini. È come un grande puzzle: prima si sviluppa l’immagine ampiamente
condivisa e tecnicamente possibile, poi ognuno partecipa consapevolmente alla
costruzione con il proprio adeguato tassello. Solo così l’immagine pensata
emergerà concretamente.
È tempo di avviare una matura
convergenza tra le forze politiche e sociali, perché c’è bisogno di un “patto
collettivo” che renda la Città patrimonio di tutti. Perché occorre assicurare
un futuro dignitoso ad Assemini e ai suoi cittadini, partendo dal presupposto
che ciascuno deve imparare a superare i propri limiti. Perché se non si lavora uniti
e con coerenza per creare crescita e sviluppo, Assemini è destinata ad
estinguersi.
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