Immagine Parco Comunale "Terre Cotte" Assemini (Web) |
Sono trascorsi circa cento giorni da
quando, presso il parco comunale delle “Terre Cotte”, un gruppo di adolescenti
aveva incontrato il Sindaco, Mario Puddu. I ragazzi chiedevano di adattare il
parco alla loro sana voglia di divertirsi: un’altalena in grado di reggerli,
una porta mobile per “fare due tiri col pallone”, più servizi, pulizia e
decoro. Richieste che incontrarono la disponibilità del Primo cittadino.
Nel mese di luglio appena trascorso, la
Presidente del Comitato Civico “vivi Assemini”, Claudia Giannotti, aveva
intercettato la volontà dei ragazzi di sfogare la loro delusione per essere
stati tacciati, sulla rete, di vandalismo. Si trattava di bravi ragazzi che
avevano solo voglia di divertirsi, rispettando se stessi e gli altri. Sarebbe
bastato incontrarli e ascoltarli, piuttosto che condannarli senza appello.
Visto che nessuno lo aveva ancora fatto e dopo diversi giorni dall’accaduto, li
abbiamo ascoltati noi. Chiedevano di adattare il parco alle loro normali
esigenze. Mentre parlavano, appariva evidente tutta la loro sfiducia verso le
istituzioni. Tra tutti i problemi, questo - a nostro avviso - era il più grave.
Troppo giovani per non sentirsi cittadini di “serie A”. Abbiamo suggerito di
andare oltre, superare le critiche fine a se stesse per rendersi protagonisti
del futuro di quel parco. Abbiamo
suggerito loro di incontrare direttamente il Primo cittadino, chiedergli di
renderlo pienamente fruibile per poterne essere orgogliosi. Li abbiamo invitati
a sentirsi sostanzialmente custodi di quel parco: eravamo affascinati dalla
loro capacità dialettica e dal rispetto che esternavano. Abbiamo chiamato il
Sindaco e gli abbiamo chiesto di incontrare questi straordinari ragazzi. Il
nostro futuro. Lui non era in ufficio, ma dopo un quarto d’ora era tra noi. Li
ha ascoltati ed ha promesso loro di impegnarsi per soddisfare le loro richieste
e per assicurare servizi, pulizia e decoro. Il rapporto tra chi amministra e il
cittadino è solo fiduciario. Un amministratore, come ciascun cittadino, devono
mettersi continuamente in discussione affinché migliorando se stessi possa migliorare
l’intera comunità. Tutto gira attorno ad un concetto sostanziale: il rispetto.
Noi abbiamo assolto il nostro compito
civico, altro non possiamo fare. I fatti, pur nella loro semplicità, spettano al
Comune che gestisce il parco in via esclusiva dal mese di gennaio del 2015.
Quei ragazzi non hanno chiesto di mettere a sistema i giardini pubblici con gli
spazi verdi, con il patrimonio fluviale, lagunare e montano a garanzia di una
piena funzionalità socioculturale ed economica. Attendono semplicemente da
oltre tre mesi un cenno di attenzione, una risposta. Nel frattempo, hanno
scelto di non frequentare più quel parco e, dalla speranza, sono tornati a
diffondere tutta la loro sfiducia verso le istituzioni.
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