Riconoscere che i cittadini hanno delle competenze da mettere in campo
non è utopia, ma una sfida culturale e di civiltà. Perciò chiediamo che
l’amministrazione comunale istituisca i Comitati di quartiere.
In un quadro politico generale deprimente, nei quartieri di Assemini,
già da qualche anno, si è incominciato a praticare seppure lentamente un altro
tipo di politica, fatta di passione e di protagonismo civico. La società è
unica, civile e politica allo stesso tempo. Le associazioni e i comitati,
compresi quelli di quartiere, devono fare politica. Se gestiti da persone serie
e responsabili, producono la miglior politica. Quella che, senza immergersi
nella sterile faziosità, prova a risolvere problemi concreti, spesso con
competenze e responsabilità superiori a quella di molti amministratori
pubblici. Una politica dal basso che inverta la piramide. Assemini ha bisogno di
gruppi di persone con la schiena dritta che si prendano carico dei bisogni e
dei problemi dei cittadini nelle specifiche zone e che dialoghino con il
Comune; che promuovano la trasparenza e la partecipazione alla vita politica,
culturale e sociale. Donne e uomini attivi che si impegnino per migliorare
l’informazione e la comunicazione fra i cittadini, gli assessori ed i
consiglieri. L’istituzione dei Comitati di quartiere non potrà che essere anche
un fatto estremamente positivo per gli amministratori genuinamente interessati
al bene comune. Più volte abbiamo sollecitato l’indignazione pacifica e
costruttiva degli asseminesi, nonché la necessità di recuperare la nostra
identità come ulteriore volano per la crescita culturale ed economica; per
sfuggire dai pericoli della globalizzazione standardizzante. L’indignazione è
figlia di coloro che vogliono partecipare al cambiamento, contro la
degenerazione di una politica preoccupante e ritardataria. Genitori e figli
agiscono dappertutto maturando una coscienza cognitiva (sanno quello che
vogliono). Essi rappresentano una fascia enorme e variegata d’individui
altrimenti destinati alla marginalità. La gente chiede lavoro, casa, cura degli
anziani, investimento sui giovani, sicurezza, innovazione e migliore vivibilità.
Mentre è in atto una straordinaria rivoluzione culturale globale, la
nostra giunta tarda a vedere nel confronto sociale una ricchezza. Siamo
convinti che Assemini cambierà solo con una ampia partecipazione attiva sulle
scelte amministrative con cui ripartire onori e soprattutto responsabilità.
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