martedì 17 marzo 2015

L'allerta meteo su fb non basta, il PPC va 'comunicato'

Se un cittadino è in difficoltà, in caso di alluvione, chi deve chiamare?

Redazione: Cagliari. globalist.it

martedì 17 marzo 2015 11:59





di Veronica Matta

Ieri sera, la lettura della notizia sulla presunta strage scampata dei 5 bambini per maltempo nella zona di "Truncus is follas", riportata da un giornale online, ha generato forti preoccupazioni tra i cittadini. Ci si augura sempre che alcune notizie non vengano scritte per rincorrere il sensazionalismo anche perché spesso esse generano panico e non corretta informazione.

Ma al di là della notizia (che merita di essere verificata più attentamente in aderenza con la realtà dei fatti), la domanda nasce spontanea: il piano di protezione civile non dovrebbe essere "comunicato"? Se un cittadino è in difficoltà in caso di alluvione chi deve chiamare? Come deve comportarsi? L'allerta è stata giustamente emanata dalla protezione civile sabato mattina e dal Sindaco anche via fb.

"L' allerta meteo, domanda una cittadina asseminese, è quella che passa il sindaco su fb? Io ho fb per fortuna così avviso mia nonna quando c'è l'allerta". Ci si domanda: ma i cittadini sanno dove devono andare in caso di alluvione? Vi sono spazi adatti (scuole, palestre) per questo tipo di emergenze?

Fu la consigliera Rossella Manca (pdl), molti mesi fa, ad aver chiesto di divulgare con un dépliant informativo tutte le notizie utili in caso di emergenza, in particolare come comportarsi e tutti i numeri utili, ma dichiara "non so cosa abbiano fatto, la comunicazione era importantissima per i cittadini!".

"Apprendo dalla stampa, dichiara Massimo Carboni del Comitato ViviAssemini, e dalle preoccupazioni espresse dai cittadini un senso di profonda e crescente preoccupazione. La sicurezza è una priorità che continua ad essere elusa da chi amministra. Chi governa una città non può limitarsi a diffondere messaggini su Facebook su un'allerta meteo già divulgata dai mezzi d'informazione. Ha il dovere di agire con serietà per scongiurare i rischi, avviando i lavori costantemente rinviati. Allo stesso modo, deve poter attivare compiutamente ogni necessaria contromisura per ridurre il danno. È da mesi che "ViviAssemini" chiede la diffusione e l'attuazione del Piano di Protezione civile, ma ogni appello cade nel nulla, soffocato da una paradossale politica degli annunci sconclusionati e di rinnovate forme di costante negazione dell'evidenza. Ancora oggi nessun cittadino è a conoscenza di quali comportamenti seguire durante una calamità o un'emergenza. Non sa dove andare, dove chiamare, a chi rivolgersi, dove trascorrere la notte. Amministrare non è un gioco. Significa mettere in campo competenze ed alto senso di responsabilità. Il Municipio non è un parco giochi! Bisogna lavorare sodo ascoltando e coinvolgendo la cittadinanza attiva. Alle promesse bisogna rispondere con i fatti, non con le presunte buone intenzioni".

"Se il piano di protezione civile è obbligatorio per legge, commenta un cittadino asseminese, "esso non dovrebbe essere un plico di carte archiviate e buttate in qualche ufficio ma una guida per poter affrontare qualsiasi tipo di emergenza e va comunicato e divulgato alla cittadinanza e chi ricopre ruoli particolarmente importanti (chi dirige una scuola per esempio). Aspettarsi di avere come unico strumento l'allerta meteo della protezione civile vuol dire tornare indietro di decenni, soprattutto in posti a rischio idrogeologico come Assemini"

Ci si chiede, sintetizzando, cosa ci sia di più importante della sicurezza dei cittadini, sarebbe opportuno dare priorità al piano di protezione civile e alla sua comunicazione, quanto prima, senza "sfidare la sorte".

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