Fermo restando il dovere di scindere le questioni personali
da quelle politico-amministrative, nonché di considerare il “rispetto” elemento
fondamentale nei rapporti umani ed istituzionali, troviamo sbagliato che il
Sindaco di Assemini quereli una concittadina, madre di famiglia. Occorre
abbassare i toni, esacerbati anche da coloro che hanno fatto del “vaffanculo” e
dell’insulto il “grido di battaglia”. Confondere la “responsabilità” con il “potere”
è un segno di sconfitta rispetto ai principi della “rappresentanza”. Un segnale
di malessere da curare con la buona amministrazione e con la maturazione del
senso civico. Sarebbe opportuno che il Sindaco convocasse la cittadina e ritirasse
la querela per risolvere questa scaramuccia con le armi del confronto umano, civile
e democratico. I cambiamenti si creano, non si impongono.
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