Nessuna proposta di valorizzazione da chi dovrebbe
promuovere la cultura
Redazione Cagliari.globalist.it
giovedì 9 aprile 2015
di Veronica Matta
Quest'anno Assemini non partecipa alla manifestazione
"Monumenti aperti" eppure i monumenti sono sempre nello stesso posto.
L'anno scorso per la 15^ edizione organizzata dal Comune di Assemini,
Associazione Proloco Assemini con la partecipazione delle scuole elementari,
medie, fu possibile visitare i siti aperti per l'occasione: dalle chiese San
Pietro, San Giovanni, Sant'Andrea, San Cristoforo, alla Casa Campidanese. Non è
dato sapere al momento le motivazioni che hanno spinto il Comune a non inserire
la cittadina all'interno di questa importante manifestazione. Certo si spera
che la scelta anzi la "non scelta partecipativa" non sia dipesa dal
numero di utenti presenti nella passata edizione perché parte dei compiti di
chi fa leva su questo punto, è proprio quello di promuovere la cultura e il
territorio di Assemini e magari porsi anche qualche domanda in più se le
attività promosse non arrivano a coinvolgere. Ma forse è pretendere troppo da
una cittadina che agli stranieri continua ad apparire senza un'anima.
"L'amministrazione comunale, dichiara su fb Silvia
Garau della ProLoco, evidentemente non ha reputato opportuno farne una
iniziativa culturale. Non so davvero il motivo, se siano i dati poco positivi
dell'anno passato o qualcos'altro. La Pro Loco, per quanto possa piacere, è a
disposizione per tutte le iniziative culturali o no, di più non so
dire...". Amarezza e realismo nei commenti di Massimo Carboni del Comitato
ViviAssemini molto attento alla cultura locale che guarda al futuro:
"Assemini non c'è, ma non perdo la speranza. Sono convinto che la prossima
esperienza amministrativa saprà dare lustro alla Città per onorare i sacrifici
che i nostri genitori ed i nostri nonni hanno fatto per noi tutti. Per metterci
nella condizione di andare oltre; per costruire altro e meglio. Perché dobbiamo
dimostrare ai nostri figli ed ai nostri nipoti che un mondo più giusto e più
bello è possibile. Ci vuole pazienza e capacità di andare oltre
l'incoscienza".
Istruttiva ed interessante la lettura di una relazione dei primi
anni '90 sul territorio asseminese, scritta da uno studioso, il Dott. Giuseppe
Nieddu, nella quale si mettono in evidenza le sue peculiarità sia dal punto di
vista morfologico sia archeologico. Gran parte degli scavi risalgono al 1985.
Riteniamo importante pubblicare la relazione pervenutaci, perché le giovani
generazioni e anche quelle "vecchie" imparino a non dimenticare chi
siamo, a conoscere il territorio e a valorizzarlo ed a porsi qualche domanda in
più.
Assemini, l'antico paese della ceramica, rimane ancora senza
una seria proposta di valorizzazione del suo patrimonio architettonico e dei
suoi insediamenti a carattere monumentale nella zona montuosa (due Chiese
bizantine di S. Giovanni e S. Pietro; gli scavi sotto il pavimento della
parrocchiale di S. Pietro; località S. Andrea: notevoli testimonianze di una
frequentazione umana soprattutto nel periodo nuragico e medievale, consistenti
in cospicui resti di ceramica; sempre Sant'Andrea, un cippo miliario, già
incluso nel Corpus Inscriptionum Latinorum (C.I.L., X, n.8004); "Cuccuru
Macciorri" testimonianze archeologiche; nIn zona "Sa Traia" :
sacche nuragiche; in loc. Pardu Nou: numerose tombe romane; regione Is Chiois:
i resti di un edificio di età romana- imperiale; in loc. S.Inesu o S.Genesio: resti
di materiali laterizi e pietre lavorate di età romana; M.Arcosu e Gutturu
Mannu: l'insediamento di Bidda Mores; complesso di "Is Pauceris",
ubicato con precisione nella vallata di Gutturu Mannu; dodicesimo punto
localizzato ad ovest del complesso di "Bidda Mores". In esso risalta
subito un momento di probabile origine nuragica, edificato con tecnica
megalitica, presso cui si osservano i resti delle capanne circolari del
villaggio, con tombe).
Collegandoci a quanto descritto nella relazione del Dr Nieddu
sul patrimonio archeologico di Assemini, non è difficile intuire che laddove
sono stati segnalati la presenza di reperti archeologici, oggi si possono
ammirare lottizzazioni monche e strutture che sono un vero e proprio pugno in
faccia all'equilibrio architettonico e urbanistico della cittadina.
"Ennesima dimostrazione, dichiara l'ex consigliere Gigi Garau, della
superficialità e la scarsa attenzione che questa amministrazione comunale pone
sul patrimonio storico culturale di questa cittadina,. Dall'oblio riservato
alle pubblicazioni realizzate con il patrocinio delle passate amministrazioni
al totale disinteresse riservato al mondo dell'artigianato e della cultura
enogastronomica".
Relazione
"Il territorio comunale di Assemini si presenta assai
vario da un punto di vista morfologico, poiché comprende sia zone montuose
dense di vegetazione, quali le alture a sud-ovest (M.Arcosu, Gutturu Mannu),
sia zona di pianure fertile, nonché paesaggi particolari quali quelli offerti
dagli stagni. In tale contesto, non può stupire la varietà e la ricchezza dei
ritrovamenti archeologici, che testimoniano la densità di frequentazione ed
insediamento delle antiche popolazioni. L'attuale centro abitato ebbe
certamente la sua origine nel periodo alto medievale, avendo come nucleo le due
chiese bizantine di S. Giovanni e S. Pietro, che hanno restituito entrambe
preziose iscrizioni in lingua greca, con le prime testimonianze dell'amm.ne
giudicale in Sardegna, risalenti al X sec. d.C. Gli scavi attualmente in corso
sotto il pavimento della parrocchiale di S. Pietro, stanno evidenziando diverse
fasi culturali, da sporadiche tracce di ceramica romana alle ben più cospicue
testimonianze della fase tardo-antica e d alto medievale, testimoniate anche
dalla presenza di resti di decorazione architettonica. Ben più cospicue,
tuttavia, si dimostrano anche le tracce di insediamenti antichi nei dintorni
dell'abitato. Soprattutto la località S.Andrea, ubicata nei pressi dell'omonima
chiesetta, ha restituito notevoli testimonianze di una frequentazione umana
soprattutto nel periodo nuragico e medievale, consistenti in cospicui resti di
ceramica venuti alla luce a seguito di uno sbancamento per lavori stradali e
per la posa delle tubazioni della rete fognaria. Sempre da tale zona, proviene
un cippo miliario, già incluso nel Corpus Inscriptionum Latinorum (C.I.L., X,
n.8004), ascrivibile al tempo dell'imperatore Traiano e appartenente alla via
"Karalis-Sulcis" che doveva attraversare la zona suddetta. Ulteriori
testimonianze archeologiche, particolarmente del periodo punico, provengono da
tombe rinvenute in località "Cuccuru Macciorri" (AA.VV. - la
Provincia di Cagliari- Milano 1983,p.12). In zona "Sa Traia", invece,
all'ottavo chilometro della statale 130, sono venute alla luce nel 1980
numerose sacche nuragiche, mentre al km. 8500, in loc. Pardu Nou, sono state
messe in luce fortuitamente numerose tombe romane. Come si può desumere da
quanto esposto, non sono stati sinora rinvenuti resti monumentali nella zona
prospiciente l'abitato attuale, se si eccettuano quelli di età alto-medievale.
Per imbatterci in resti di una qualche monumentalità, dobbiamo giungere sino
alla foce del rio Flumini, che si getta nello stagno di S. Gilla. Qui in
regione Is Chiois, furono ritrovati i resti di un edificio di età romana-
imperiale; il Taramelli, in particolare, che lo descrisse nel 1906, vide i
resti di piccole terme, nonché alcuni grossi conci lapidei, da cui desunse che
in quel sito doveva esservi una villa rustica, purtroppo devastata dagli
agricoltori della zona per ricavarne materiale da costruzione. A poca distanza
da Is Chiosis, in loc. S.Inesu o S.Genesio, sempre il Taramelli rinvenne resti
di materiali laterizi e pietre lavorate di età romana. Recentemente, un
sopralluogo della Soprintendenza Archeologica ha permesso di localizzare,
probabilmente nella stessa zona, tre colonne a fusto liscio, in granito grigio,
appartenenti senza dubbio ad un edificio ragguardevole, i cui resti affiorano
quasi al livello dell'acqua. La presenza di questi insediamenti a carattere
agricolo, testimonia l'intenso sfruttamento della zona in epoca romana, ma
probabilmente in età punica. Questa capillare penetrazione e sfruttamento delle
zone fertili dell'interno dell'isola, può spiegare la scomparsa dei monumenti
di età preistorica che invece si sono conservati quasi integralmente nei luoghi
meno accessibili e meno sfruttati per usi agricoli. La zona montuosa di
sud-ovest, dell'altopiano di M.Arcosu e Gutturu Mannu, si caratterizza proprio
per la presenza di numerosi monumenti megalitici, il più imponente dei quali è
l'insediamento di Bidda Mores. Esso si sviluppa sulle falde di tre alture
contigue, ed è praticamente attraversato dal rio Bidda Mores, confluente del
rio Gutturu Mannu,, la cui vallata costituisce ancora oggi la via più diretta
di comunicazione tra Campidano e Basso Sulcis. Notevoli si presentano le
fortificazioni poste a difesa dell'imboccatura delle vallate, costituite da
robuste cortine murarie in tecnica megalitica. Nel punto più elevato si erge
una costruzione a pianta complessa, con cortine di blocchi granitici di medio e
grande formato che si saldano alla roccia viva. La presenza di una sorta di
torre quadrangolare sembra rafforzare l'ipotesi che si tratti di opere di tipo
fortificatorio. Il materiale ceramico recuperato in superficie, costituito da
ceramica di età romana-imperiale ed alto-medievale, non può portare ad
escludere una origine più antica dell'insediamento, punica se non nuragica. La
parte dell'insediamento destinato ad "uso civile", se così possiamo
dire, è costituito da capanne a pianta circolare o rettangolare, probabilmente
coperte con elementi straminei retti da uno scheletro ligneo. Non lontano
dall'insediamento di Bidda Mores, si trova il complesso di "Is
Pauceris", ubicato con precisione nella vallata di Gutturu Mannu,
all'atezza del 14° km della S.Lucia Santadi. Si tratta in particolare dei resti
di un piccolo villaggio, costituito da abitazioni rettangoli e circolari di
dimensioni modeste, con cortine murariedi blocchi di granito di medie e grandi
dimensioni messe in opera a secco o con malta di fango. Una di queste
costruzioni, a pianta circolare, presenta un pavimento in mattoni crudi.
L'ultimo insediaremento degno di nota di questa serie è quello di "Perdu
Secci", localizzato ad ovest del complesso di "Bidda Mores". In
esso risalta subito un momento di probabile origine nuragica, edificato con
tecnica megalitica, presso cui si osservano i resti delle capanne circolari del
villaggio, con tombe a fossa assai povere, giace su un'altura che sovrasta il
villaggio. Tutti questi insediamenti sorti nel territorio montuoso del Comune
di Assemini, prolungano la loro esistenza sono al periodo medievale,
giustificando la loro esistenza con o sfruttamento delle risorse dei boschi e
dei metalli" Dott. Giuseppe Nieddu.