martedì 14 aprile 2015

Assemini fuori da 'Monumenti aperti'






Nessuna proposta di valorizzazione da chi dovrebbe promuovere la cultura

Redazione Cagliari.globalist.it

giovedì 9 aprile 2015




di Veronica Matta

Quest'anno Assemini non partecipa alla manifestazione "Monumenti aperti" eppure i monumenti sono sempre nello stesso posto. L'anno scorso per la 15^ edizione organizzata dal Comune di Assemini, Associazione Proloco Assemini con la partecipazione delle scuole elementari, medie, fu possibile visitare i siti aperti per l'occasione: dalle chiese San Pietro, San Giovanni, Sant'Andrea, San Cristoforo, alla Casa Campidanese. Non è dato sapere al momento le motivazioni che hanno spinto il Comune a non inserire la cittadina all'interno di questa importante manifestazione. Certo si spera che la scelta anzi la "non scelta partecipativa" non sia dipesa dal numero di utenti presenti nella passata edizione perché parte dei compiti di chi fa leva su questo punto, è proprio quello di promuovere la cultura e il territorio di Assemini e magari porsi anche qualche domanda in più se le attività promosse non arrivano a coinvolgere. Ma forse è pretendere troppo da una cittadina che agli stranieri continua ad apparire senza un'anima.

"L'amministrazione comunale, dichiara su fb Silvia Garau della ProLoco, evidentemente non ha reputato opportuno farne una iniziativa culturale. Non so davvero il motivo, se siano i dati poco positivi dell'anno passato o qualcos'altro. La Pro Loco, per quanto possa piacere, è a disposizione per tutte le iniziative culturali o no, di più non so dire...". Amarezza e realismo nei commenti di Massimo Carboni del Comitato ViviAssemini molto attento alla cultura locale che guarda al futuro: "Assemini non c'è, ma non perdo la speranza. Sono convinto che la prossima esperienza amministrativa saprà dare lustro alla Città per onorare i sacrifici che i nostri genitori ed i nostri nonni hanno fatto per noi tutti. Per metterci nella condizione di andare oltre; per costruire altro e meglio. Perché dobbiamo dimostrare ai nostri figli ed ai nostri nipoti che un mondo più giusto e più bello è possibile. Ci vuole pazienza e capacità di andare oltre l'incoscienza".

Istruttiva ed interessante la lettura di una relazione dei primi anni '90 sul territorio asseminese, scritta da uno studioso, il Dott. Giuseppe Nieddu, nella quale si mettono in evidenza le sue peculiarità sia dal punto di vista morfologico sia archeologico. Gran parte degli scavi risalgono al 1985. Riteniamo importante pubblicare la relazione pervenutaci, perché le giovani generazioni e anche quelle "vecchie" imparino a non dimenticare chi siamo, a conoscere il territorio e a valorizzarlo ed a porsi qualche domanda in più.

Assemini, l'antico paese della ceramica, rimane ancora senza una seria proposta di valorizzazione del suo patrimonio architettonico e dei suoi insediamenti a carattere monumentale nella zona montuosa (due Chiese bizantine di S. Giovanni e S. Pietro; gli scavi sotto il pavimento della parrocchiale di S. Pietro; località S. Andrea: notevoli testimonianze di una frequentazione umana soprattutto nel periodo nuragico e medievale, consistenti in cospicui resti di ceramica; sempre Sant'Andrea, un cippo miliario, già incluso nel Corpus Inscriptionum Latinorum (C.I.L., X, n.8004); "Cuccuru Macciorri" testimonianze archeologiche; nIn zona "Sa Traia" : sacche nuragiche; in loc. Pardu Nou: numerose tombe romane; regione Is Chiois: i resti di un edificio di età romana- imperiale; in loc. S.Inesu o S.Genesio: resti di materiali laterizi e pietre lavorate di età romana; M.Arcosu e Gutturu Mannu: l'insediamento di Bidda Mores; complesso di "Is Pauceris", ubicato con precisione nella vallata di Gutturu Mannu; dodicesimo punto localizzato ad ovest del complesso di "Bidda Mores". In esso risalta subito un momento di probabile origine nuragica, edificato con tecnica megalitica, presso cui si osservano i resti delle capanne circolari del villaggio, con tombe).

Collegandoci a quanto descritto nella relazione del Dr Nieddu sul patrimonio archeologico di Assemini, non è difficile intuire che laddove sono stati segnalati la presenza di reperti archeologici, oggi si possono ammirare lottizzazioni monche e strutture che sono un vero e proprio pugno in faccia all'equilibrio architettonico e urbanistico della cittadina. "Ennesima dimostrazione, dichiara l'ex consigliere Gigi Garau, della superficialità e la scarsa attenzione che questa amministrazione comunale pone sul patrimonio storico culturale di questa cittadina,. Dall'oblio riservato alle pubblicazioni realizzate con il patrocinio delle passate amministrazioni al totale disinteresse riservato al mondo dell'artigianato e della cultura enogastronomica".

Relazione

"Il territorio comunale di Assemini si presenta assai vario da un punto di vista morfologico, poiché comprende sia zone montuose dense di vegetazione, quali le alture a sud-ovest (M.Arcosu, Gutturu Mannu), sia zona di pianure fertile, nonché paesaggi particolari quali quelli offerti dagli stagni. In tale contesto, non può stupire la varietà e la ricchezza dei ritrovamenti archeologici, che testimoniano la densità di frequentazione ed insediamento delle antiche popolazioni. L'attuale centro abitato ebbe certamente la sua origine nel periodo alto medievale, avendo come nucleo le due chiese bizantine di S. Giovanni e S. Pietro, che hanno restituito entrambe preziose iscrizioni in lingua greca, con le prime testimonianze dell'amm.ne giudicale in Sardegna, risalenti al X sec. d.C. Gli scavi attualmente in corso sotto il pavimento della parrocchiale di S. Pietro, stanno evidenziando diverse fasi culturali, da sporadiche tracce di ceramica romana alle ben più cospicue testimonianze della fase tardo-antica e d alto medievale, testimoniate anche dalla presenza di resti di decorazione architettonica. Ben più cospicue, tuttavia, si dimostrano anche le tracce di insediamenti antichi nei dintorni dell'abitato. Soprattutto la località S.Andrea, ubicata nei pressi dell'omonima chiesetta, ha restituito notevoli testimonianze di una frequentazione umana soprattutto nel periodo nuragico e medievale, consistenti in cospicui resti di ceramica venuti alla luce a seguito di uno sbancamento per lavori stradali e per la posa delle tubazioni della rete fognaria. Sempre da tale zona, proviene un cippo miliario, già incluso nel Corpus Inscriptionum Latinorum (C.I.L., X, n.8004), ascrivibile al tempo dell'imperatore Traiano e appartenente alla via "Karalis-Sulcis" che doveva attraversare la zona suddetta. Ulteriori testimonianze archeologiche, particolarmente del periodo punico, provengono da tombe rinvenute in località "Cuccuru Macciorri" (AA.VV. - la Provincia di Cagliari- Milano 1983,p.12). In zona "Sa Traia", invece, all'ottavo chilometro della statale 130, sono venute alla luce nel 1980 numerose sacche nuragiche, mentre al km. 8500, in loc. Pardu Nou, sono state messe in luce fortuitamente numerose tombe romane. Come si può desumere da quanto esposto, non sono stati sinora rinvenuti resti monumentali nella zona prospiciente l'abitato attuale, se si eccettuano quelli di età alto-medievale. Per imbatterci in resti di una qualche monumentalità, dobbiamo giungere sino alla foce del rio Flumini, che si getta nello stagno di S. Gilla. Qui in regione Is Chiois, furono ritrovati i resti di un edificio di età romana- imperiale; il Taramelli, in particolare, che lo descrisse nel 1906, vide i resti di piccole terme, nonché alcuni grossi conci lapidei, da cui desunse che in quel sito doveva esservi una villa rustica, purtroppo devastata dagli agricoltori della zona per ricavarne materiale da costruzione. A poca distanza da Is Chiosis, in loc. S.Inesu o S.Genesio, sempre il Taramelli rinvenne resti di materiali laterizi e pietre lavorate di età romana. Recentemente, un sopralluogo della Soprintendenza Archeologica ha permesso di localizzare, probabilmente nella stessa zona, tre colonne a fusto liscio, in granito grigio, appartenenti senza dubbio ad un edificio ragguardevole, i cui resti affiorano quasi al livello dell'acqua. La presenza di questi insediamenti a carattere agricolo, testimonia l'intenso sfruttamento della zona in epoca romana, ma probabilmente in età punica. Questa capillare penetrazione e sfruttamento delle zone fertili dell'interno dell'isola, può spiegare la scomparsa dei monumenti di età preistorica che invece si sono conservati quasi integralmente nei luoghi meno accessibili e meno sfruttati per usi agricoli. La zona montuosa di sud-ovest, dell'altopiano di M.Arcosu e Gutturu Mannu, si caratterizza proprio per la presenza di numerosi monumenti megalitici, il più imponente dei quali è l'insediamento di Bidda Mores. Esso si sviluppa sulle falde di tre alture contigue, ed è praticamente attraversato dal rio Bidda Mores, confluente del rio Gutturu Mannu,, la cui vallata costituisce ancora oggi la via più diretta di comunicazione tra Campidano e Basso Sulcis. Notevoli si presentano le fortificazioni poste a difesa dell'imboccatura delle vallate, costituite da robuste cortine murarie in tecnica megalitica. Nel punto più elevato si erge una costruzione a pianta complessa, con cortine di blocchi granitici di medio e grande formato che si saldano alla roccia viva. La presenza di una sorta di torre quadrangolare sembra rafforzare l'ipotesi che si tratti di opere di tipo fortificatorio. Il materiale ceramico recuperato in superficie, costituito da ceramica di età romana-imperiale ed alto-medievale, non può portare ad escludere una origine più antica dell'insediamento, punica se non nuragica. La parte dell'insediamento destinato ad "uso civile", se così possiamo dire, è costituito da capanne a pianta circolare o rettangolare, probabilmente coperte con elementi straminei retti da uno scheletro ligneo. Non lontano dall'insediamento di Bidda Mores, si trova il complesso di "Is Pauceris", ubicato con precisione nella vallata di Gutturu Mannu, all'atezza del 14° km della S.Lucia Santadi. Si tratta in particolare dei resti di un piccolo villaggio, costituito da abitazioni rettangoli e circolari di dimensioni modeste, con cortine murariedi blocchi di granito di medie e grandi dimensioni messe in opera a secco o con malta di fango. Una di queste costruzioni, a pianta circolare, presenta un pavimento in mattoni crudi. L'ultimo insediaremento degno di nota di questa serie è quello di "Perdu Secci", localizzato ad ovest del complesso di "Bidda Mores". In esso risalta subito un momento di probabile origine nuragica, edificato con tecnica megalitica, presso cui si osservano i resti delle capanne circolari del villaggio, con tombe a fossa assai povere, giace su un'altura che sovrasta il villaggio. Tutti questi insediamenti sorti nel territorio montuoso del Comune di Assemini, prolungano la loro esistenza sono al periodo medievale, giustificando la loro esistenza con o sfruttamento delle risorse dei boschi e dei metalli" Dott. Giuseppe Nieddu.


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