sabato 23 aprile 2016

Da Molentargius a Santa Gilla. Altro carrozzone?



Sarà un unico grande parco da Molentargius a Santa Gilla con due obiettivi: rispetto dell'ambiente e creazione di posti di lavoro.
Sono sette i comuni coinvolti: Cagliari, Quartu Sant'Elena, Selargius, Quartucciu, Assemini, Elmas e Capoterra. Sostengono che la Regione debba impegnarsi per la costituzione di un parco regionale più ampio che abbracci anche la Sella del Diavolo e il Colle di Sant'Elia.
Pronti altri 15 milioni di euro da destinare ad una gestione integrata di tutte le potenzialità ambientali, produttive e turistiche del compendio. Una grande sfida, considerato che i parchi notoriamente producono perdite d’esercizio.
Un progetto evidentemente destinato a funzionare solo attraverso continue iniezioni di denaro pubblico. Si desume dalla lettura della progettazione stessa: «la valorizzazione ai fini economici e sociali è rimandata a fase successiva». Insomma, intanto spendiamo, poi si vedrà.
Sarebbe questa la svolta dopo i 120 miliardi di lire spesi per la bonifica, i vari milioni di euro spesi per la manutenzione annuale e il mantenimento dei dipendenti, arrivati sino al top di 35 unità, poi in parte licenziati?
Questo è ciò che accade quando la politica sconfina nelle ideologie riconducibili al socialismo reale, impossessandosi di ciò che non le compete: gestire direttamente i processi economico-produttivi.
Compito delle classi dirigenti, politiche e culturali, dovrebbe essere quello di superare la logica dirigista per favorire la funzione dell’economia sociale di mercato. Così come loro non spenderebbero un centesimo delle proprie risorse nel vuoto, allo stesso modo dovrebbero considerare con rispetto i sacrifici dei contribuenti.
È necessario portare un ordine virtuoso all’interno del sistema. Le istituzioni pubbliche devono assumere il ruolo di autorità regolatrice, senza riservarsi alcuna funzione d'intervento diretto nei processi produttivi, prevedendolo solamente quando questi meccanismi presentano limiti o problemi tali da ritenere necessario e conforme al sistema l'intervento dell'autorità pubblica. L'ordine concorrenziale è di per sé un "bene pubblico" e in quanto tale andrebbe sostenuto e tutelato.

I comuni non devono appiattirsi in una logica storicamente ed economicamente distruttiva, ma agire con spirito cognitivo.

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