lunedì 2 maggio 2016

Il senso della trasparenza e il ruolo della minoranza


Parliamo tutti spesso di trasparenza. Ma cosa significa trasparenza? Significa forse pubblicità? Significa rendere pubblico qualcosa per dimostrare di non dovere avere paura di niente? Significa chiedere che venga dichiarato cosa fa Tizio o quanto guadagna Caio per non dover spiare più dal buco della serratura?

La trasparenza è la proiezione sostanziale del principio di uguaglianza. Per confutare questa idea vorrei brevemente raccontarvi una storia. Si parla spesso di giustizia, sapete quando è nata la trasparenza? Nel 304 a.C. quando un liberto, di nome Gneo Flavio, pubblicò il calendario dei Dies Fasti e dei Dies Nefasti, destando lo scalpore dei sacerdoti.

Prima di quella data, se uno voleva portare avanti una causa, se la presentava nei giorni fasti veniva accolta; se la presentava nei giorni nefasti veniva rigettata. Ovviamente solo i sacerdoti erano custodi del calendario; per questo solo loro potevano chiedere e ottenere giustizia. Ma quando quel calendario venne reso pubblico, da allora tutti poterono difendere le ragioni del civis.

Gneo Flavio non si limitò a pubblicare il calendario; pubblicò anche il testo delle legis actiones, il formulario delle regole processuali con cui chiedere giustizia. Da quel momento non fu più il giorno in cui veniva presentata la causa il discrimine tra il rigetto e l’accoglimento della domanda. Ma il rispetto della giustizia e della legge. Da allora, da un atto di trasparenza, si è cominciato a dare sostanza al principio per cui tutti possono essere uguali davanti alla legge, senza dover essere difesi da una casta di sacerdoti.

Questa é la trasparenza. Anche per noi oggi, nell’approvazione del bilancio consuntivo e preventivo, la trasparenza deve essere intesa in senso ampio, come proiezione sostanziale del principio di uguaglianza. Significa dire oggi come vengono usati i soldi. Significa dare tracciabilità del proprio impegno politico. Significa rendicontare quello che si fa. Perché la politica non deve fare promesse. Deve mantenerle.

Trasparenza significa dire oggi che la politica non è più appannaggio esclusivo di una classe di sacerdoti, arroccata nel mantenimento dei propri privilegi. Significa dire che tutti possono avere accesso alla politica. Ma fare politica non è per tutti. Richiede sacrificio, sudore, senso di responsabilità, orgoglio e bellezza per mettersi al servizio del bene comune e non dei propri interessi personali. 

In breve, trasparenza significa: uguaglianza, parità di accesso, competizione di entusiasmi e idee.

Arrivo alle conclusioni, soffermandomi sul ruolo della minoranza. C’è un modo nuovo di essere minoranza.

Il compito della minoranza non è quello di battere i pugni sul tavolo e dire «io esisto», «io ci sono». L’ambizione della minoranza non è diventare maggioranza. Lo scopo non può essere quello di allungare i tempi della discussione all’infinito perché non si arrivi mai alla decisione. Non è quello di creare finte divisioni all’infinito per avere visibilità sui giornali. Il compito della minoranza è quello di controllare e verificare l’azione della maggioranza. Il compito della minoranza è quello di proporre idee, avanzare proposte per portare il proprio Partito verso l’apertura, la partecipazione, la trasparenza. Perché si è minoranza, non opposizione. Non dimentichiamocelo mai. Per questo occorre lavorare insieme, affinché i singoli punti di vista di ciascuno possano diventare una prospettiva comune, uno sguardo condiviso verso il futuro. Bisogna restituire credibilità alla politica, lavorando insieme nella costruzione di un percorso il più comune possibile. Solo così nessuna sfida sarà impossibile.

M. L.  

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