‹‹Oggi,
rispetto ad ieri, siamo nella condizione di sapere. Oggi, rispetto ad ieri,
siamo pronti e liberi di applaudire pubbliche manifestazioni di dissenso. In
pochi sono disposti ad andare oltre con gli strumenti democratici che il nostro
tempo ci mette a disposizione. Tutto finisce in un momento. Il tunnel degli
orrori che quotidianamente attraversiamo o che guardiamo da lontano, sembra
alimentare l’angoscia aumentando il sentimento di impotenza. Usiamo i Social
Networks per condividere, per alimentare l’informazione che ci piace e per
rimuovere quella che non condividiamo. Di tutto ciò rimane solo conoscenza e
dietro la porta che ci separa dalla strada, tutto continua imperterrito. Si
guarda a dimensioni sempre più vaste, dimenticando quelle a portata di mano. La
rivoluzione spesso evocata ha bisogno di essere una maturazione della
coscienza, prima ancora che fredda ed estemporanea conseguenza
dell’indignazione. Ognuno di noi deve calarsi nel tunnel, convivere con umiltà
le paure e le angosce degli ultimi, se intende dare loro voce. Non ci sono post
da rimuovere, ma comportamenti da cambiare. Calarsi nella realtà, senza
perdersi è la chiave di volta della rivoluzione pacifica. Chi è libero deve
lottare per rendere libero chi non lo è. Deve considerare l’ingiustizia tale,
indipendentemente da chi la subisce; dal colore della sua pelle; dalla lingua
madre; dalla religione che pratica. Una lotta di condivisone senza fine,
duratura.
Chi quotidianamente vive nel tunnel, con i suoi drammi ed i
suoi dolori, non può uscirne da solo. Egli è vittima di una condizione
oggettiva; è di fatto impossibilitato a dare e ritrovare fiducia. Spetta a chi
è più fortunato attivarsi per ridare dignità. Spetta a chi ha la possibilità di
guardare gli eventi negativi con maggiore lucidità, impedire che l’annullamento
e la morte possano essere la soluzione alla sofferenza. Il volontariato non è
una tendenza, ma un atto quotidiano che apre la mente. Per comprendere i drammi
del nostro tempo, quelli che in tanti vogliono vedere solo da lontano, bisogna
avere il coraggio di viverli, per farli emergere in tutta la loro essenza e per
contribuire a superarli. Nessuno di noi potrà cambiare il mondo, ma potrà costruire
un percorso più nobile; attenuare le sofferenze; porre le basi culturali per
costruire nuove fondamenta. È questa la vera rivoluzione perché è sostanziale››.
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