sabato 26 luglio 2014

Bisogna far emergere i drammi del nostro tempo



‹‹Oggi, rispetto ad ieri, siamo nella condizione di sapere. Oggi, rispetto ad ieri, siamo pronti e liberi di applaudire pubbliche manifestazioni di dissenso. In pochi sono disposti ad andare oltre con gli strumenti democratici che il nostro tempo ci mette a disposizione. Tutto finisce in un momento. Il tunnel degli orrori che quotidianamente attraversiamo o che guardiamo da lontano, sembra alimentare l’angoscia aumentando il sentimento di impotenza. Usiamo i Social Networks per condividere, per alimentare l’informazione che ci piace e per rimuovere quella che non condividiamo. Di tutto ciò rimane solo conoscenza e dietro la porta che ci separa dalla strada, tutto continua imperterrito. Si guarda a dimensioni sempre più vaste, dimenticando quelle a portata di mano. La rivoluzione spesso evocata ha bisogno di essere una maturazione della coscienza, prima ancora che fredda ed estemporanea conseguenza dell’indignazione. Ognuno di noi deve calarsi nel tunnel, convivere con umiltà le paure e le angosce degli ultimi, se intende dare loro voce. Non ci sono post da rimuovere, ma comportamenti da cambiare. Calarsi nella realtà, senza perdersi è la chiave di volta della rivoluzione pacifica. Chi è libero deve lottare per rendere libero chi non lo è. Deve considerare l’ingiustizia tale, indipendentemente da chi la subisce; dal colore della sua pelle; dalla lingua madre; dalla religione che pratica. Una lotta di condivisone senza fine, duratura.

Chi quotidianamente vive nel tunnel, con i suoi drammi ed i suoi dolori, non può uscirne da solo. Egli è vittima di una condizione oggettiva; è di fatto impossibilitato a dare e ritrovare fiducia. Spetta a chi è più fortunato attivarsi per ridare dignità. Spetta a chi ha la possibilità di guardare gli eventi negativi con maggiore lucidità, impedire che l’annullamento e la morte possano essere la soluzione alla sofferenza. Il volontariato non è una tendenza, ma un atto quotidiano che apre la mente. Per comprendere i drammi del nostro tempo, quelli che in tanti vogliono vedere solo da lontano, bisogna avere il coraggio di viverli, per farli emergere in tutta la loro essenza e per contribuire a superarli. Nessuno di noi potrà cambiare il mondo, ma potrà costruire un percorso più nobile; attenuare le sofferenze; porre le basi culturali per costruire nuove fondamenta. È questa la vera rivoluzione perché è sostanziale››.

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