giovedì 10 luglio 2014

No al potere, Sì alla responsabilità

«Le risposta alle nuove sfide che coinvolgono e riguardano le città, necessitano di nuovi modelli di governance. Le città devono affrontare le sfide con un approccio integrato e globale; combinare processi basati sul territorio e sulle persone; supportare le strutture formali di governance con altre strutture più flessibili e più adattabili alle specifiche esigenze; superare le divergenze attraverso sistemi di governance mirati; collaborare per favorire una coscienza orientata ad uno sviluppo territoriale coerente ed un uso efficiente delle risorse.
Appare chiaro come i modelli di governance devono essere adeguati all’evolversi delle diverse situazioni possibili e tenere conto delle diverse scale territoriali e temporali. Le città devono operare in modo intersettoriale, evitando le visioni monosettoriali. È necessario un coordinamento orizzontale e verticale. Le città devono collaborare con altri livelli amministrativi e rafforzare la cooperazione ed i legami con altre città al fine di condividere gli investimenti ed i servizi richiesti su una più ampia scala territoriale. Le nuove modalità di governance non possono prescindere dalla partecipazione attiva e diretta della comunità e di tutte le parti interessate (associazioni consumatori, comitati, consulte, forze politiche e sociali). La classe dirigente non deve esercitare potere, ma programmare ed agire nell’alveo di una evoluta responsabilità ampiamente condivisa. La crescita deve essere strutturale.
Ragionare in termini di coinvolgimento sociale, significa anche attuare concretamente il “bilancio partecipato” comunale. Esso è lo strumento principale della previsione gestionale dell’apparato amministrativo e delle sue specifiche ripercussioni sulla comunità. A ciò deve fare seguito un “bilancio consuntivo” analitico e trasparente.

Bisogna puntare su un uso innovativo del capitale sociale contro la miopia conservatrice. In un contesto nel quale si rileva un allentamento dei rapporti tra crescita economica e progresso sociale, l’innovazione sociale offre la possibilità di ampliare lo spazio pubblico per l’impegno civico, la creatività, l’innovazione e la coesione. La capacità di fare previsioni è uno strumento particolarmente importante per la gestione delle transazioni, per il superamento dei conflitti e delle contraddizioni tra i vari obiettivi e per sviluppare una migliore comprensione della realtà, delle capacità e degli obiettivi».

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