«Gran parte delle città europee
rilevano una crescente minaccia allo sviluppo urbano sostenibile. Ne sono causa
i cambiamenti demografici (invecchiamento della popolazione, spopolamento,
suburbanizzazione); instabilità economica (stagnazione, declino economico);
allentamento dei rapporti tra crescita economica, occupazione e progresso
sociale che spingono alla disoccupazione, al precariato ed al riposizionamento
poco qualificato e mal retribuito (le singole economie non sono in grado di
assicurare a tutti il lavoro); le disparità di reddito crescono aumentando il
numero dei poveri (problema casa, qualità dell’istruzione, qualità dei servizi
fondamentali); aumenta la segregazione sociale, la polarizzazione sociale e
territoriale (consistente riduzione delle risorse nel welfare state).
L’espansione urbana incontrollata e la diffusione di insediamenti a bassa
intensità sono una minaccia allo sviluppo territoriale sostenibile (i servizi
pubblici sono più costosi e difficili da garantire). Le risorse naturali vengono
sottoposte ad uno sfruttamento eccessivo, le reti di trasporti pubblici sono
insufficienti e la dipendenza dai mezzi privati ed il traffico all’interno ed
intorno alle città sono pesanti; gli ecosistemi urbani sono sotto pressione a
causa di una espansione urbana incontrollata che comporta una
impermeabilizzazione del terreno comportando una seria minaccia della
biodiversità ed aumentando il dissesto idrogeologico e la carenza idrica.
Le minacce devono essere scongiurate trasformandole in
opportunità. È necessario partire dalla valorizzazione delle diversità,
affiancando all’economia globale una economia locale sostenibile. Ciò deve
avvenire radicando nel tessuto economico locale competenze e risorse, nonché
incentivando la partecipazione sociale e l’innovazione. Bisogna creare
un’economia reattiva ed inclusiva che superi il modello di sviluppo economico
in cui crescita economica non significa necessariamente un maggior numero di
posti di lavoro (garantire una vita dignitosa ai soggetti esclusi dal mercato
del lavoro e coinvolgerli nella società); le diversità socioeconomiche,
culturali, etniche e generazionali vanno sfruttate per il loro rilevante
potenziale e come fonte d’innovazione. La segregazione territoriale e la
povertà energetica si combattono sostenendo politiche di risparmio e di
necessaria valorizzazione ambientale; lo sviluppo equilibrato del territorio
come la sua valorizzazione possono produrre benefici per le comunità residenti
solo se si riesce a maturare una collaborazione funzionale (trasporti; spazi
sociali, culturali, sportivi ed ambientali di qualità)».
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