«La popolazione europea, per oltre due terzi, vive
nelle aree urbane. Le città sono luoghi in cui emergono problemi, ma anche dove
possono trovarsi soluzioni. Sono ambienti che possono favorire l’innovazione
scientifica, tecnologica e culturale, rispetto al singolo e rispetto alla
comunità. Sono luoghi capaci di sfuggire alla standardizzazione, anteponendo
progetti di valorizzazione identitaria. Le città, inoltre, hanno un ruolo
chiave nel doveroso sforzo volto a mitigare l’impatto nei cambiamenti
climatici. D’altra parte, è nelle città che si concentrano anche i problemi
della disoccupazione, del precariato, della discriminazione e della povertà.
Per tale motivo, devono assumere un ruolo attivo ed integrato come motore
dell’economia, come luoghi di connettività, di creatività e come centri
servizi.
I confini di ogni città non corrispondono più alla semplice realtà fisica,
sociale, economica, culturale ed ambientale dello sviluppo urbano. Per tale
motivo rendono necessari nuovi modelli di governance
flessibili.
Dobbiamo considerare le città del futuro come ambienti di sviluppo
sociale avanzato, di coesione sociale, di alloggi socialmente equilibrati,
nonché di servizi sanitari ed educativi rivolti a tutti. Così come dobbiamo
vedere nelle città una piattaforma funzionale della democrazia (libertà e
giustizia); il dialogo culturale e la diversità come ricchezza; come un luogo
verde, di rinascita ecologica ed ambientale; un luogo capace di attrarre ed un
volano della crescita secondo un modello economico sociale e civile di mercato».
Nessun commento:
Posta un commento